Fine anno tempo di feste e di bilanci. Il bilancio è quello di un anno difficile e sofferto che comunque voglio valutare positivamente per aver superato un importante problema fisico.
Per festeggiare questo “scampato pericolo” io ed i miei amici spazzorunners, ci siamo fatti un piccolo regalo. A distanza di tre anni abbiamo realizzato un piccolo libro sull’esperienza da San Francesco a Francesco.
Certo il materiale con tutti i racconti era in gran parte disponibile in rete; ma a noi ragazzi degli anni ’60 è piaciuto dare una forma materiale ai vari scritti inerenti a quell’esperienza.
Roberto (il dottore, come viene chiamato dal gruppo) ha pazientemente riposizionato tutti i tasselli dell’avventura che abbiamo affrontato assieme.Dalle origini fino al raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Il tutto corredato dalle foto di alcuni momenti particolari e significativi.
Un piccolo lavoro che vuol racchiudere emozioni vissute appassionatamente in gruppo.
Attraverso questo libro vorremmo trasmettere a chi avrà la pazienza di leggerci la passione per l’attività fisica e l’amore per la vita.
Buone feste a tutti Voi
FIORENZO
sabato 28 dicembre 2019
sabato 12 ottobre 2019
Un colpo al cuore
Il cuore, organo vitale per eccellenza e sede virtuale dei sentimenti, è da sempre al centro dei pensieri e delle attenzioni del genere umano. La sua rappresentazione grafica è l’emblema dell’amore in tutte le sue declinazioni. Quanti aggettivi vengono accostati alla parola cuore, per identificare uno stato d’animo o una particolare situazione: ”A cuor leggero”, “Un cuore infranto”, “Un cuore ingrato”…
Al di la dell’aspetto emotivo, con tutte le sue sfumature, c’è quello strettamente fisico. Un organo così importante va tenuto sotto controllo, specialmente per chi come me pratica un attività sportiva. Quindi, come prevede la legge, ogni atleta deve sostenere una visita di idoneità presso un centro autorizzato. Nel corso degli anni ho effettuato con regolarità questo tipo di visite e dopo alcuni controlli più approfonditi, anche grazie all’evoluzione tecnologica degli apparecchi, sono emerse alcune problematiche a livello cardiaco. Una calcificazione (congenita?) alla valvola aortica che comunque è ben tollerata dal cuore e che secondo i medici non controindica la pratica sportiva. Una situazione da monitorare annualmente con una serie di esami diagnostici. Ho seguito scrupolosamente le indicazioni dei vari medici sportivi e cardiologi dello sport che ho consultato negli ultimi anni. Nonostante la mia attività sportiva nelle recenti stagioni si sia ridotta notevolmente, ho voluto mantenere l’idoneità agonistica e proseguire con i controlli che mi sono stati prescritti.
Come ben sappiamo il rischio zero non esiste, ne sono conferma i diversi incidenti avvenuti ad atleti professionisti costantemente monitorati e seguiti da staff medici di prim’ordine. Nonostante queste considerazioni mi sentivo abbastanza tranquillo riguardo alle mie (piccole) problematiche cardiologiche che, come recitava una delle tante diagnosi mediche, erano ampiamente sotto il limite di significatività.
Tranquillità che ha cominciato a vacillare nella notte tra il 25 e il 26 agosto, quando un mal di stomaco, che io imputavo ad un problema di digestione, nascondeva una situazione ben più grave. Solo grazie all’intuito ed all’insistenza di chi mi era vicino mi sono recato al pronto soccorso dell’ospedale di Varzi, dove sono stato immediatamente visitato e sottoposto ad alcuni accertamenti. Nel giro di un paio d’ore questi esami hanno evidenziato un ischemia cardiaca. Stavolta era toccato a me subire questa “ribellione del corpo”, quando qualcosa si inceppa nel meraviglioso meccanismo con cui funziona la “macchina umana”. È stato un momento particolare quando mi è stato dato l’esito degli esami svolti. Lì ho sentito tutta la fragilità dell’essere umano: stavo rientrando proprio quel mattino da un periodo di ferie, una nuova stagione di lavoro e di impegni, passioni, interessi era all’orizzonte dei mesi successivi. Niente, quell’orizzonte cambiava improvvisamente: ora ero lì, su un letto del pronto soccorso ad attendere di essere trasferito all’ospedale di Voghera.
Dopotutto non stavo neanche male, il dolore allo stomaco era quasi passato (grazie ad una flebo che mi era stata praticata), respiravo tranquillamente senza affanno, non sentivo nessun calo delle mie forze. Se non altro questo fatto mi faceva pensare che il problema non poteva essere troppo grande o forse lo pensavo per darmi coraggio, non so…
Così sperimento in prima persona l’efficienza del servizio della Croce Rossa di Voghera: molto professionali e sensibili verso il paziente, mi tranquillizzano e cercano quasi di distrarmi dalla tensione dl momento. Giunti all’ospedale di Voghera in pochi minuti vengo sottoposto ad una coronografia. Anche qui c’è grande attenzione e cordialità da parte di tutto il personale, quasi a voler minimizzare il problema cardiaco. Nel giro di mezz’ora l’operazione è completata, la diagnosi parla di un’occlusione alla coronaria destra, che è stata rimossa e messo uno stent (una sorta di rinforzo) al ramo in questione. Questo l’aspetto tecnico dell’intervento eseguito. Ora bisognava seguire il decorso post operatorio con le cure del caso.
Sono rimasto tre giorni sotto stretta osservazione nel centro di unità coronarica sempre monitorato e seguito scrupolosamente dai medici e dal personale infermieristico, per poi essere trasferito in reparto e completare la degenza ospedaliera. Ed è qui in reparto che entri in contatto con gli altri degenti, dai compagni di stanza con i quali ti confronti più da vicino, ma anche con quelli delle altre stanze da dove nella notte giungono lamenti che ti fanno sentire più da vicino le sofferenze altrui. Questa prima notte in reparto mi fa ricordare una grande canzone di Giorgio Gaber, Gildo: “Allora salti il piano se lo sai saltare e entri in altro reparto dell’amore”.
Dopo sette giorni di permanenza, effettuati gli ultimi controlli, sono stato dimesso. Nel ringraziare tutto il personale del reparto per la professionalità e la disponibilità dimostrata mi rendo conto di come il nostro tanto bistrattato servizio sanitario nazionale mostri delle vere e proprie punte di grande eccellenza, degne di una nazione civile. Grazie ancora
A livello fisico non ho praticamente avvertito alcuna sofferenza, c’è stato però un grande shock emotivo. In poche ore era cambiata una situazione di vita, la libertà d’azione derivata dall’integrità fisica non era più tale. Lo sconforto è stato grande: amarezza,delusione, tristezza e poi ti interroghi sui perché di un evento così inaspettato. Fattori congeniti (familiarità) e altri quali lo stress e l’impegno verso le varie attività e passioni che muovevano le mie giornate. Forse troppe, suggerivano alcuni, può essere; io comunque mi sentivo di poter gestire il tutto, con qualche affanno sì, ma anche con soddisfazione. I medici mi rassicurano abbastanza, senza sottovalutare il problema che è stato risolto in tempo utile, e mi confermano che potrò tornare alle mie attività normali con calma e qualche cautela in più. Al di là del rammarico, c’è ben presente in me la consapevolezza che i problemi di salute seri siano ben diversi, basta guardarsi attorno, quindi mi rendo conto che non devo essere troppo vittimista. Un conforto particolare in quei difficili giorni mi è giunto dalle tantissime visite, telefonate, messaggi che ho ricevuto. Davvero un ottima medicina per il mio cuore: dai miei famigliari, agli amici del paese ed a quelli conosciuti nel corso della mia vita, ai colleghi di lavoro attuali ed a quelli passati. Mi sento di dover ringraziare tutti per il loro sostegno.
Muovo i primi passi verso un periodo di convalescenza, è stato un vero e proprio “colpo al cuore”.
FIORENZO

Come ben sappiamo il rischio zero non esiste, ne sono conferma i diversi incidenti avvenuti ad atleti professionisti costantemente monitorati e seguiti da staff medici di prim’ordine. Nonostante queste considerazioni mi sentivo abbastanza tranquillo riguardo alle mie (piccole) problematiche cardiologiche che, come recitava una delle tante diagnosi mediche, erano ampiamente sotto il limite di significatività.
Tranquillità che ha cominciato a vacillare nella notte tra il 25 e il 26 agosto, quando un mal di stomaco, che io imputavo ad un problema di digestione, nascondeva una situazione ben più grave. Solo grazie all’intuito ed all’insistenza di chi mi era vicino mi sono recato al pronto soccorso dell’ospedale di Varzi, dove sono stato immediatamente visitato e sottoposto ad alcuni accertamenti. Nel giro di un paio d’ore questi esami hanno evidenziato un ischemia cardiaca. Stavolta era toccato a me subire questa “ribellione del corpo”, quando qualcosa si inceppa nel meraviglioso meccanismo con cui funziona la “macchina umana”. È stato un momento particolare quando mi è stato dato l’esito degli esami svolti. Lì ho sentito tutta la fragilità dell’essere umano: stavo rientrando proprio quel mattino da un periodo di ferie, una nuova stagione di lavoro e di impegni, passioni, interessi era all’orizzonte dei mesi successivi. Niente, quell’orizzonte cambiava improvvisamente: ora ero lì, su un letto del pronto soccorso ad attendere di essere trasferito all’ospedale di Voghera.
Dopotutto non stavo neanche male, il dolore allo stomaco era quasi passato (grazie ad una flebo che mi era stata praticata), respiravo tranquillamente senza affanno, non sentivo nessun calo delle mie forze. Se non altro questo fatto mi faceva pensare che il problema non poteva essere troppo grande o forse lo pensavo per darmi coraggio, non so…
Così sperimento in prima persona l’efficienza del servizio della Croce Rossa di Voghera: molto professionali e sensibili verso il paziente, mi tranquillizzano e cercano quasi di distrarmi dalla tensione dl momento. Giunti all’ospedale di Voghera in pochi minuti vengo sottoposto ad una coronografia. Anche qui c’è grande attenzione e cordialità da parte di tutto il personale, quasi a voler minimizzare il problema cardiaco. Nel giro di mezz’ora l’operazione è completata, la diagnosi parla di un’occlusione alla coronaria destra, che è stata rimossa e messo uno stent (una sorta di rinforzo) al ramo in questione. Questo l’aspetto tecnico dell’intervento eseguito. Ora bisognava seguire il decorso post operatorio con le cure del caso.
Sono rimasto tre giorni sotto stretta osservazione nel centro di unità coronarica sempre monitorato e seguito scrupolosamente dai medici e dal personale infermieristico, per poi essere trasferito in reparto e completare la degenza ospedaliera. Ed è qui in reparto che entri in contatto con gli altri degenti, dai compagni di stanza con i quali ti confronti più da vicino, ma anche con quelli delle altre stanze da dove nella notte giungono lamenti che ti fanno sentire più da vicino le sofferenze altrui. Questa prima notte in reparto mi fa ricordare una grande canzone di Giorgio Gaber, Gildo: “Allora salti il piano se lo sai saltare e entri in altro reparto dell’amore”.
Dopo sette giorni di permanenza, effettuati gli ultimi controlli, sono stato dimesso. Nel ringraziare tutto il personale del reparto per la professionalità e la disponibilità dimostrata mi rendo conto di come il nostro tanto bistrattato servizio sanitario nazionale mostri delle vere e proprie punte di grande eccellenza, degne di una nazione civile. Grazie ancora
A livello fisico non ho praticamente avvertito alcuna sofferenza, c’è stato però un grande shock emotivo. In poche ore era cambiata una situazione di vita, la libertà d’azione derivata dall’integrità fisica non era più tale. Lo sconforto è stato grande: amarezza,delusione, tristezza e poi ti interroghi sui perché di un evento così inaspettato. Fattori congeniti (familiarità) e altri quali lo stress e l’impegno verso le varie attività e passioni che muovevano le mie giornate. Forse troppe, suggerivano alcuni, può essere; io comunque mi sentivo di poter gestire il tutto, con qualche affanno sì, ma anche con soddisfazione. I medici mi rassicurano abbastanza, senza sottovalutare il problema che è stato risolto in tempo utile, e mi confermano che potrò tornare alle mie attività normali con calma e qualche cautela in più. Al di là del rammarico, c’è ben presente in me la consapevolezza che i problemi di salute seri siano ben diversi, basta guardarsi attorno, quindi mi rendo conto che non devo essere troppo vittimista. Un conforto particolare in quei difficili giorni mi è giunto dalle tantissime visite, telefonate, messaggi che ho ricevuto. Davvero un ottima medicina per il mio cuore: dai miei famigliari, agli amici del paese ed a quelli conosciuti nel corso della mia vita, ai colleghi di lavoro attuali ed a quelli passati. Mi sento di dover ringraziare tutti per il loro sostegno.
Muovo i primi passi verso un periodo di convalescenza, è stato un vero e proprio “colpo al cuore”.
FIORENZO
sabato 18 maggio 2019
Keep Clean and Run
Una nuova esperienza a fianco degli amici spazzorunners in un momento in cui le
tematiche ambientali stanno, giustamente, tenendo banco tra le discussioni
più sentite a livello mondiale. Ancora una volta è l'infaticabile Gian a
proporre la nostra adesione all'iniziativa KeepClean and Run. Una manifestazione ideata e condotta da
Roberto Cavallo, un esperto nella gestione dell’ambiente e del ciclo di
trasformazione e recupero dei tanti tipi di rifiuti prodotti nelle varie
attività umane. Un curriculum davvero importante il suo, molte collaborazioni
con società operanti nel settore, incarichi istituzionali e partecipazione con
una propria rubrica a trasmissioni televisive. Autore di numerosi saggi e
infine runner. Ultrarunner, viste le numerose esperienze lungo la penisola
italiana coniugando l'amore per il territorio ed il suo rispetto, alla passione
sportiva.
Dal Vesuvio all'Etna, dal Tirreno all’Adriatico: ogni
anno un percorso attraverso il quale riscoprire il territorio coinvolgere e
sensibilizzare i cittadini e sopratutto i giovani, le nuove generazioni. Un
lavoro davvero meritorio visto il notevole impegno con il quale Roberto Cavallo
ed i suoi collaboratori sostengono l'iniziativa. Ma torniamo a noi, agli
spazzorunners che comunque in ambito locale hanno dato un impulso verso la conservazione
e la gestione dell’ambiente. Ci sentiamo molto vicini agli sforzi e all’impegno
di Roberto Cavallo. Così durante l'edizione 2019 della Keep Clean and Run
che ha come tema e filo conduttore della manifestazione il fiume Po' dalla sua
sorgente fino alla foce, decidiamo di aggregarci. Un percorso lungo e
affascinante, natura e storia si intrecciano facendoci invidiare un pochino
questi "temerari" runners.
La tappa di lunedì 6 maggio si snoda in un
percorso che va da Casale Monferrato a Pavia, e nel tratto che toccherà il
comune di Valenza ci organizziamo per unirci a questo significativo evento.
L'incontro è fissato al centro di conferimento dei rifiuti urbani (AMV) di Valenza dove vediamo arrivare Roberto
seguito da un gruppo di studenti "armati" di sacchi e guanti per la
raccolta dei rifiuti abbandonati lungo le strade. Alla spazzorunners direi,
proprio come più volte i due fondatori del suddetto gruppo hanno fatto (e
faranno) per le strade della provincia. Il ritrovo presso il centro AMV è
significativo perchè è un esempio chiaro e tangibile di come una corretta
gestione dei rifiuti possa diventare fonte di risparmio e di conservazione
delle risorse naturali che il pianeta ci offre. Breve discorso di presentazione
da parte del protagonista principale e poi la parola passa alle autorità locali
ed al direttore del centro che illustra il modello "virtuoso"
del lavoro svolto presso questo punto di raccolta. Ci fa piacere questo
incontro con le nuove generazioni, è soprattutto attraverso il loro
coinvolgimento che si potrà sostenere uno sviluppo compatibile con il rispetto
dell’ambiente. Lasciamo il centro e riprendiamo la corsa a fianco di Roberto e i suoi compagni di viaggio.
Molto ben organizzato ed efficiente ci offre subito
il necessario per proseguire il lavoro di pulizia dai bordi delle strade che
andremo a toccare. Percorriamo il tratto che porta da Valenza alla località
Pellizzari, 5 km su vie secondarie immerse nella campagna. Nonostante siano
strade a traffico limitato non mancano le occasioni per raccogliere
rifiuti lasciati con noncuranza da persone poco attente al bene comune. E tra
un pacchetto di sigarette, una bottiglia di plastica, una di vetro e qualche
sorpresa (un paio di scarpe) corriamo e chiacchieriamo con Roberto che ci parla
delle sue esperienze. C'è molta sintonia con le sue idee e si crea un bel
dialogo tra noi. Passano veloci e piacevoli questi 5 km, giunti alla località
Pellizzari salutiamo Roberto ed i suoi compagni con la promessa di poter
collaborare in futuro in qualche nuova iniziativa. Gli spazzorunners ci sono!!!
mercoledì 10 aprile 2019
24 x 1 ora
Sfumata la possibilità di correre la staffetta della Milano Marathon
con gli amici spazzorunners, si è presentata una nuova opportunità per
partecipare ad un altro tipo di gara a squadre. Grazie agli amici del
coordinamento Libera Sport Alessandria-Asti ho ricevuto l’invito a correre la staffetta 24x1 ora
ad Asti del 30-31 marzo scorso. Tra le diverse collaborazioni dei
rappresentanti dell'associazione Libera c'è anche quella con il centro
Cepim. Un gruppo di volontari che si occupa del sostegno a ragazzi con
sindrome di Down. Un lavoro importante e di grande valore.
In occasione della 44esima edizione della staffetta 24x1 ora i responsabili del centro hanno allestito due formazioni con la denominazione “amici del centro Cepim”. Un modo per far conoscere il loro impegno sociale attraverso una manifestazione sportiva. Un evento importante e lungo da gestire, una vera e propria festa di sport ed amicizia gestita con passione e competenza dal gruppo sportivo “Vittorio Alfieri”. Dopo aver dato la mia disponibilità a correre facendo presente anche i miei impegni lavorativi mi viene assegnata la frazione della mattina di domenica 31 alle 8, data in cui raggiungo il centro sportivo "Gerbi" con un buon anticipo sul mio orario di partenza.
Quando
entro nell’impianto sportivo vedo gli atleti impegnati nella frazione
che li ha portati dal buio della notte alle prime luci del giorno. La
temperatura è piuttosto bassa e le tenute degli atleti sono ancora
tipicamente invernali. Faccio un rapido giro tra i gazebo delle varie
squadre per trovare quello degli amici del Cepim. Dopo averlo
individuato mi presento e faccio conoscenza con Giorgio, il responsabile
del centro, e Isabella, referente provinciale di Libera, che mi danno
il benvenuto ed i ragguagli tecnici per la mia frazione di corsa.
Giorgio mi illustra un po' l’attività del centro Cepim, e poi
chiaramente parliamo di corsa e della manifestazione che è un vero e
proprio evento da 44 anni. La provincia di Asti è confinante con quella
di Alessandria e quindi non mi è del tutto sconosciuta e così parlando
vengono fuori i nomi di atleti illustri astigiani come Francesco Cipolla
e Paolo Musso, due “senatori” della manifestazione che hanno
partecipato a tutte le edizioni della staffetta ottenendo risultati
tecnici di valore. Un caffè che mi viene gentilmente offerto
nell’accogliente centro di ristorazione mi porta via gli ultimi
strascichi di sonno e freddo. Ritiro pettorale e chip, indosso la
maglietta del centro Cepim e dovrei fare un pochino di riscaldamento, ma
in realtà preferisco scaldarmi con i primi raggi di sole che comincia a
illuminare il giorno.
Certo che la pista fa sempre un certo effetto e solamente a camminarci sopra ne percepisco l’elasticità e mi viene voglia di correre spingendo al massimo. Corro solo qualche breve tratto, le mie energie sono limitate e devo amministrare al meglio quel poco che ho. Dai miei ultimi ed esigui allenamenti presumo di poter correre 12 km, un andatura che sino a pochi anni fa era più bassa della corsa lenta di recupero. Ma gli anni passano e le situazioni della vita cambiano. Aldilà di questa considerazione è comunque un successo essere presente e dare un piccolo contributo alla squadra di cui faccio parte. L’organizzazione è davvero ottima e appena prima del via viene scattata un foto con tutti gli atleti partecipanti.
3
2 1 via! si parte. Il gruppo è piuttosto numeroso per una gara in
pista e ci sarà qualche problema con i doppiaggi. Display sul traguardo e
cronometro al polso, sono immerso e concentrato sulla mia ora. Le
sensazioni sono buone, corro rilassato ed i primi giri vanno via lisci
sul filo dei 5’ a km, bene mi dico ci siamo. Devo far attenzione agli
atleti più veloci e concedere spazio durante i loro doppiaggi, a volte
non sento il loro passo leggero e silenzioso. Quando succede mi scuso
con loro che sportivamente fanno un cenno di assenso. Immancabilmente ad
ogni giro ricevo l’incitamento che giunge dal gazebo della mia squadra,
davvero un bel supporto grazie mille! Alla mezz'ora sono in media e
mentalmente riesco a calcolare km e media. Certo che qualcuno sarà stufo
di dover continuamente sorpassare un vecchio tapascione come me. Tra i
più veloci anche l’ottimo Fausto De Andrea che oltre a gestire il blog
Biocorrendo, vero e proprio punto di riferimento del mondo podistico, è
anche un valido atleta che mi doppia quelle 7-8 volte! Complimenti
Fausto. Clima perfetto e condizione fisica ancora eccellente mi
consentono di mantenermi sulla media prestabilita. Solamente dopo il
decimo km, e quando mancano 10' al termine sento la fatica e perdo un
pochino, è il momento della sofferenza e del massimo impegno. Stringo i
denti e raccolgo le ultime energie, grazie anche al sostegno incessante
della mia squadra. Allo scoccare dell'ora bisognerà comunque terminare
il giro di pista e passare il traguardo. Così al passaggio del km 12
mancano pochi secondi allo scoccare dell'ora, mantengo qualche energia
per lo sprint finale che tento di mimare sul rettilineo finale.
FINITA!!!
Bene, sono contento, è stata davvero un’ora bella e intensa. Vado al punto di ritrovo della squadra e ringrazio per l’aiuto morale che mi hanno dato tutti i componenti. Dopo una gratificante doccia ritorno sul campo di gara per ritirare la foto con il risultato (12.024 m). Mi soffermo qualche minuto ad assistere alla mini staffetta 24x1 giro dei bambini, altra bella iniziativa all’interno della manifestazione. Saluto e ringrazio i coordinatori della mia squadra che mi danno l’appuntamento per l’anno prossimo. Certo rispondo. Invito che accetto con piacere e che cercherò di onorare con impegno.
In occasione della 44esima edizione della staffetta 24x1 ora i responsabili del centro hanno allestito due formazioni con la denominazione “amici del centro Cepim”. Un modo per far conoscere il loro impegno sociale attraverso una manifestazione sportiva. Un evento importante e lungo da gestire, una vera e propria festa di sport ed amicizia gestita con passione e competenza dal gruppo sportivo “Vittorio Alfieri”. Dopo aver dato la mia disponibilità a correre facendo presente anche i miei impegni lavorativi mi viene assegnata la frazione della mattina di domenica 31 alle 8, data in cui raggiungo il centro sportivo "Gerbi" con un buon anticipo sul mio orario di partenza.

Certo che la pista fa sempre un certo effetto e solamente a camminarci sopra ne percepisco l’elasticità e mi viene voglia di correre spingendo al massimo. Corro solo qualche breve tratto, le mie energie sono limitate e devo amministrare al meglio quel poco che ho. Dai miei ultimi ed esigui allenamenti presumo di poter correre 12 km, un andatura che sino a pochi anni fa era più bassa della corsa lenta di recupero. Ma gli anni passano e le situazioni della vita cambiano. Aldilà di questa considerazione è comunque un successo essere presente e dare un piccolo contributo alla squadra di cui faccio parte. L’organizzazione è davvero ottima e appena prima del via viene scattata un foto con tutti gli atleti partecipanti.

Bene, sono contento, è stata davvero un’ora bella e intensa. Vado al punto di ritrovo della squadra e ringrazio per l’aiuto morale che mi hanno dato tutti i componenti. Dopo una gratificante doccia ritorno sul campo di gara per ritirare la foto con il risultato (12.024 m). Mi soffermo qualche minuto ad assistere alla mini staffetta 24x1 giro dei bambini, altra bella iniziativa all’interno della manifestazione. Saluto e ringrazio i coordinatori della mia squadra che mi danno l’appuntamento per l’anno prossimo. Certo rispondo. Invito che accetto con piacere e che cercherò di onorare con impegno.
Iscriviti a:
Post (Atom)