Più di un mese senza stendere un post, un mese nel quale sono stato piuttosto impegnato, oltre al lavoro alcuni problemi famigliari mi hanno condizionato molto. Nel frattempo proseguo le terapie per il ginocchio, dopo un ulteriore consulto con un noto medico sportivo. Sto lavorando su più fronti: potenziamento del quadricipite in palestra, bicicletta, magnetoterapia, e integratori a base di acido ialuronico. Con le dovute precauzioni si può tornare a fare attività ed io mi sto impegnando seriamente per riuscirci.
Durante questo mese ho seguito da vicino la preparazione per la maratona di Torino dell’amico Federico Giunti, l’ho accompagnato nell’ultimo lungo e mi ha tenuto sempre aggiornato sui suoi allenamenti. Mi ha fatto molto piacere seguire la sua preparazione. Dopo il tentativo fallito di Berlino, il muro delle tre ore era diventato per lui quasi una questione di orgoglio. Il potenziale c’era (e c’è tutto), mancava davvero poco era solo questione di gestire correttamente gli allenamenti, e allora mi sono permesso di indicare a Federico la strada da seguire: un programma mirato steso da un bravo allenatore, e vista la mia ventennale amicizia e collaborazione con Orlando Pizzolato, l’ho convinto a seguire i suoi consigli. Anche per Federico la conoscenza di Orlando è stata una vera sorpresa: la competenza, la disponibilità e la passione con cui Orlando segue ogni podista è davvero unica. E così anche Federico sempre restio a seguire programmi tabelle, ritmi ha tenuto un po’ a bada la sua esuberanza agonistica e a seguito quasi alla lettera le indicazioni del “suo allenatore”. I test sugli allenamenti lo davano con una proiezione da 2.57/2.58, ma bisognava farlo davvero.
Domenica scorsa ho accettato molto volentieri l’invito di Federico e dei suoi amici per seguirli in bicicletta durante la maratona di Torino. Partenza all’alba (anche prima) per raggiungere i quattro maratoneti a Ovada. Ci comprimiamo molto per stare in cinque su una macchina ma ci riusciamo bene. I ragazzi sono carichi, Federico è quello più determinato perché per lui l’obiettivo è importante, gli altri non sono da primato personale e correranno senza l’assillo del cronometro. L’atmosfera è quella giusta, parliamo tutti la stessa lingua è un italiano strano, ”il podistichese“: tempi, ritmi, maratone, mezze maratone …. Viaggio perfetto con arrivo proprio nel sotterraneo della piazza dove è posto il traguardo. La temperatura è piuttosto bassa ma il sole si sta alzando e questo è un buon segno. Entriamo in un bar per il solito caffè e per usufruire dei servizi, ma vista l’eccessiva coda Federico preferisce cercare un altro locale, mentre io rimango e appena mi volto vedo entrare Orlando Pizzolato. Bella sorpresa! Ci salutiamo e dopo qualche scambio d’impressioni sulle nostre vicende personali spiego a Orlando che sono a Torino per seguire il suo “allievo” Federico Giunti. Era qui un attimo fa avrebbe voluto salutare il “suo allenatore“ ma perdiamo l’attimo, Orlando deve recarsi alla postazione della RAI per la telecronaca, mi saluta con un ”in bocca al lupo” che giro a Federico quando lo recupero.
I ragazzi si lasciano trasportare dall’atmosfera e iniziano a girovagare per gli stand della maratona ed io li riprendo bonariamente dicendo loro che devono correre 42,195 km, forse sarebbe meglio non sprecare energie prima della gara. Sono più concentrato sulla gara io di loro (!) comunque mi ascoltano e lentamente si preparano per la partenza. Il colpo d’occhio in piazza S. Carlo è davvero notevole, la festa sta per iniziare, fatico un po’ a destreggiarmi con la bicicletta e cerco di capire come poter fare per immettermi sul percorso ma visto l’elevato numero di ciclisti al seguito dei maratoneti dopo lo sparo iniziale seguo la scia dei ciclisti ed entro sul percorso della maratona attorno al quinto chilometro.
Cerco di capire il passo dei maratoneti e mi è chiaro che devo andare avanti. Quando raggiungo i pace maker delle 3 ore, non vedo Federico, quindi proseguo ancora un po’ ma poi mi rendo conto che sono troppo avanti quindi attendo ancora il palloncino delle 3 ore, e un centinaio di metri dopo arriva Federico. Vano troppo forte mi dice e, in effetti, quando riesco a vedere un passaggio kilometrico (8° km) vedo che la lepre sta viaggiando a 4’10’’ un ritmo da 2.55 2.56, è un po’ rischioso e Federico è stato intelligente a non seguire quel gruppo. Corre molto bene, “facile”, il passo è giusto 4’13’’/ 4’14’’, mi passa il suo GPS perché non ama molto quell’oggetto, io lo sistemo sulla mia bicicletta e mentre mi fermo a sistemarlo, mi scorre davanti un volto conosciuto, si tratta di Paolo Zucca “super maratoneta“ di Acqui Terme onnipresente nelle gare locali e alle più importanti maratone italiane e straniere (ma come fa?). Lo saluto e gli dico che sto seguendo Federico che è appena più avanti, in pochi km Paolo raggiunge Federico gli si affianca e mi dice: “Così ci fai una foto assieme “. Quante energie, complimenti! Per la cronaca Paolo finirà la sua maratona (sono più di 50 ma non so esattamente quante) in 3h03’a 52 anni scusate se è poco…
Intanto s’iniziano a formare i primi gruppetti e nascono le amicizie di strada, ci si passa la bottiglia ai ristori, si parla del tempo che si vuole ottenere. Un maratoneta piuttosto attempato sembra avere il passo regolare e giusto, ma comincerà a staccarsi subito dopo la mezza, ”cose che passano non ti voltare”. Certamente tra tutti i partecipanti che vedo, Federico mi sembra davvero quello che soffre di meno, me lo conferma anche lui quando gli chiedo come si sente. Anche l’atmosfera ai bordi delle strade è quella giusta, diverse bande musicali allietano il passaggio dei maratoneti e nei centri abitati la folla che applaude il passaggio dei corridori è davvero tanta. Forse sta crescendo anche in Italia la cultura sportiva. Cerco di essere utile a Federico agevolandolo nei rifornimenti. Per evitare la ressa ai ristori gli passo la borraccia a cadenze kilometriche regolari, e infine ci accordiamo per gli integratori (18° e 28° km).
Il passaggio alla mezza è perfetto 1h29’24’’, tutto sotto controllo, e adesso viene la parte più scorrevole. In effetti, la seconda parte tende a scendere, almeno nei primi km, ma non bisogna esagerare perché la strada da fare è ancora tanta. Lentamente con passo regolare Federico raggiunge il pace maker delle 3 ore, si accoda un po’ a loro, ma poi prosegue sul suo ritmo, molto meglio dei pace maker come regolarità di corsa. Al 30° km passiamo (ops... passa) in 2h07’00’’. Adesso devi sentire di avere ancora energie da spendere, molte energie, mentalmente pensa di correre così fino al 37° e poi negli ultimi cinque aumentare ancora, queste sono state le mie parole dopo il passaggio del 30°. In quei frangenti ero partecipe alle sensazioni di Federico, le sentivo quasi mie, ritornavo alle mie maratone e cercavo di trasmettere le sensazioni che dovevano essere positive come lo sono state per me (non molte volte, ma ci sono state) e che mi avrebbero portato a buone prestazioni.
Gli avversari davanti (che non definirei avversari perché non avversano nessuno, ognuno in maratona fa la sua gara, per pochissimi conta vincere, per molti conta il tempo, e per tanti arrivare alla fine) si avvicinano, la rimonta è inesorabile, questo sicuramente aiuta Federico che continua a rassicurarmi sulle sue condizioni. Inizio il conto alla rovescia degli ultimi 10 km, sono molti e devi essere concentrato gli dico, entrambi capiamo che “l’impresa” è lì a portata di mano, siamo in città nei lunghi viali che portano all’arrivo. I numerosi vigili mi intimano di uscire dal percorso, ma io faccio finta di non capire e proseguo appaiato a Federico. Ormai ho chiaro che il muro sarà abbattuto, siamo oltre il minuto di vantaggio sulle 3 ore, al 40° passiamo (ops, di nuovo…) passa in 2h49’30’’ci siamo è fatta, vai Fede!!! A questo punto è tifo da stadio. Appena dopo il 41° devo uscire dal percorso, ma capisco che è fatta davvero, mi spiace non vedere Federico tagliare il traguardo, ma non si poteva proprio. Risalgo lentamente tra la folla con la mia bicicletta e arrivo oltre il traguardo, dove tutti i finishers sono accolti dagli organizzatori. Pochi minuti e riesco a trovare il fresco maratoneta under 3h (2h58’46’’) con uno zio che è venuto ad attenderlo e a complimentarsi con lui per il brillante esito della gara.
L’abbraccio che ci unisce è sentito, carico di significato, siamo entrambi emozionati, un momento unico direi. Per un attimo ti estranei dal mondo e senti la felicità per un piccolo evento ma che per te in quel momento ha un grande significato. Negli istanti successivi questa gioia va comunicata alle persone più care, e allora Federico inizia un’infinita serie di telefonate, la prima è per la sua compagna Erika, che l’ha supportato, e sopportato durante la preparazione, certamente anche chi sta a fianco dell’atleta riveste una grande importanza e in questa situazione Erika ha dei grandi meriti. Poi le telefonate ai genitori e agli amici podisti che attendevano sue notizie, sono un momento in cui la soddisfazione personale va comunicata alle persone più care e a quelle che condividono la tua passione.
Dopo questi primi minuti entusiasmanti dal punto di vista emotivo, ritorniamo nel parcheggio per il cambio di abiti, e da come cammina Federico non mostra segni di sofferenza, anche questa è una bella soddisfazione. Dopo alcuni minuti cominciano ad arrivare anche gli altri compagni maratoneti. Il primo è Salvatore (3h15’ con pochissimo allenamento il ragazzo ha delle buone doti soprattutto in maratona), che è stato anche il più fedele compagno di allenamenti di Federico, ed anche qui l’abbraccio che li unisce per la gioia del risultato raggiunto è davvero unico, un piccolo quadretto di amicizia vera. Ancora qualche minuto e arriva anche Massimo altro compagno di allenamenti e gare del gruppo, la scena che si ripete è analoga a quella di qualche minuto prima. Il dottore termina in 3h37’ correndo sotto ritmo. Infine arriva anche Renato che vediamo molto sofferente e claudicante, un problema all’anca l’ha costretto dapprima a rallentare e poi addirittura a camminare, con molta caparbietà e determinazione è riuscito a giungere al traguardo, certamente il crono è stato molto alto rispetto ai suoi standard, ma la maratona riserva anche di queste sorprese bisogna saperle accettare e guardare ai prossimi obbiettivi.
Domenica scorsa sono ritornato maratoneta almeno nello spirito, ho condiviso con queste persone fatiche, gioie e sofferenze. Grazie ragazzi, ho trascorso una grande giornata ricca di emozioni!
FIORENZO
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