Risaliamo sino alle porte di Trevi al monastero della Madonna delle Lacrime, da qui inizia il percorso odierno. Dopo alcune foto con il comandante che poi ci lascia per portarsi verso il punto prestabilito per la pausa,siamo pronti a partire. Momento bucolico quando l’Ing. (Fabio) ripone fra i rami di un albero un nido caduto a terra , è veramente un cammino francescano il nostro: lode e rispetto per il creato.
Camminiamo su strade bianche tra distese di ulivi mentre ci lasciamo alle spalle il colle su cui svetta Trevi.
Attraversiamo piccoli centri e dove troviamo una fontanella facciamo rifornimento di acqua , sono delle piccole oasi nel nostro cammino, un premio alle nostre fatiche di pellegrini ancora lontani dalla meta, un momento di ristoro e refrigerio “chiare e fresche dolci acque...”.
Trevi |
Costeggiamo le arcigne mura di cinta e scendiamo tra uliveti coltivati con delle piccole terrazze a forma di lunetta. Vere e proprie opere d’arte piccoli giardini dove albergano poche piante di ulivi un lavoro di secoli passati, ora purtroppo constatiamo che anche queste opere di cura e amore per il territorio stanno subendo la legge del mercato, a fatica e con sacrifici notevoli solo pochi “custodi” di queste meraviglie portano avanti una tradizione millenaria. Un pensiero ed un grazie a loro per l’impegno e la dedizione con cui svolgono il loro lavoro. Senza dimenticare che il prodotto di tale sforzo è un olio i cui profumi e aromi rimangono nei cassetti della memoria di chi ha il piacere e la fortuna di assaggiarlo. Terminata la discesa più impervia transitiamo su strade asfaltate sempre costeggiando uliveti coltivati nelle caratteristiche lunette, e di fronte ad una di queste vediamo un cartello molto ben evidenziato dove vi è impresso il famoso “Cantico delle creature”. È un momento particolare che ci da una motivazione in più. Fabio si mette in posizione di contemplazione e legge a voce alta questo inno al creato, è una situazione unica in cui ci sentiamo avvolti dalla magica atmosfera di estasi che descrive così bene San Francesco.
E’ anche questo uno degli aspetti del nostro cammino,immersione nel territorio conoscenza di luoghi lontani dalle mete tradizionali , con il passo lento ma continuo del pellegrino immergersi nella quotidianità degli abitanti del luogo.
Scendiamo costeggiando le imponenti mura del castello di Campello una fortificazione davvero notevole , le cui mura risaltano in lontananza.
A proposito di pellegrini finalmente ne incontriamo due ad una fontanella dove ci stiamo dissetando , si tratta di un italiano , ed un giovane americano , carichi e con zaini importanti faranno il cammino sino a Roma in autosufficienza ,complimenti! Noi abbiamo il comandante che ci aspetta … e comunque faremo anche più in fretta!
Ancora un incontro particolare e divertente che ci fa sorridere quando due tranquille signore ( una badante e l’altra badata , ma non si sa quale sia una e quale sia l’altra!) ci chiedono quanto disti Assisi , un’ora? chiede una , forse in macchina rispondiamo , perché a piedi ci sembra un po’ impossibile ( senza il po). In più aggiunge il dottore ( Roberto) con un sorriso ironico eviterei le infradito, che le due signore calzano tranquillamente. Salutiamo cortesemente augurando buon cammino ….
La discesa continua e siamo al punto prestabilito per la pausa con il nostro comandante : Poreta piccolo centro alle porte di Spoleto.Un piatto di pasta , qualche piccola sorpresa che i famigliari ci hanno preparato , e be non si può dire , ma ce lo siamo concesso anche nella pausa pranzo un goccio di vino! .
Pochi minuti per ripassare il tracciato del pomeriggio , facciamo il pieno d’acqua e siamo pronti per ripartire.
Il primo tratto è in salita e ci porta sino ai ruderi dell’antico castello di Poreta , saliamo ancora su piccoli sentieri sino a Bazzano Superiore dove dinanzi alla chiesa troviamo una provvidenziale fontanella .
Da qui scendiamo verso Bazzano Inferiore , attraversando questi piccoli centri notiamo con piacere la tranquillità e la serenità di questi luoghi, piccoli gruppi di anziani(?) che giocano a carte sotto l’ombra di un pergolato , due signore sedute dinanzi alla porta di casa a chiacchierare. Tutto questo ci da un senso di calma, di pace, di ritmi più lenti che apprezziamo particolarmente.
Scendiamo ancora sino al piccolo centro di Eggi, ammiriamo la chiesa di San Michele Arcangelo , ed io mi soffermo un attimo a fotografare la lapide che commemora i caduti della prima guerra mondiale, una costante che troviamo davvero in tutti i centri in cui transitiamo e non solo direi in tutta Italia migliaia di uomini che hanno dato la vita per un futuro di libertà alle nuove generazioni. Non lo voglio dimenticare.
Ancora pochi km e abbiamo davanti a noi Spoleto , da lontano ne notiamo il centro storico, arrivati ai piedi della lunga scalinata prendiamo fiato e risaliamo sino alla piazza del duomo dove veniamo letteralmente abbagliati dallo splendore di questa piazza. Si rimane a bocca aperta di fronte a questo gioiello d’arte , vorrei immortalare tutto con la mia piccola macchina fotografica, ma inevitabilmente ne taglio qualche angolo. Uno scenario unico che rapiamo con gli occhi della memoria e risaliamo ancora , la tappa non finisce qui …
Verso l’acquedotto romano, altra meraviglia della città, testimonianza della grandezza e dell’ingegnosità del l’impero.
Mentre lo percorriamo siamo rapiti, quasi impauriti dagli spazi immensi che si aprono dinanzi a noi. Ora ci attendono gli ultimi 3 km della tappa odierna , non ci spaventano anche se sappiamo che si salirà in maniera decisa.
Effettivamente si tratta di sentieri molto impegnativi che affrontiamo con determinazione anche se ad un certo punto Roberto (il dottore) se ne esce con un “ma se io avessi previsto tutto questo…”. Era previsto, era previsto. La salita è addolcita dalla presenza di piccole edicole, chiesette che richiedono uno scatto fotografico (non so cosa verrà fuori ma ci io ci provo!). Saliamo saliamo sino al limitar del bosco e quando usciamo siamo su una strada asfaltata in corrispondenza dell’abitato di Monteluco, ossia l’arrivo della tappa. Bene anche la seconda è andata km31,75, affaticati e soddisfatti conquistiamo le nostre stanze d’albergo. Una doccia ristoratrice e siamo pronti per la cena. Tranquilla, all’aria aperta e fresca della montagna (o quasi), scorre la serata, tra un piatto di strangozzi e tutte le nostre considerazioni sul cammino della giornata.
Domani è un altro giorno e si camminerà…
Ciao, scusami, ma non trovo una tua mail e non sapevo dove scrivere quindi ti lascio messaggio nei commenti. Volevo dirti che ho usato una tua foto per un articolo: http://www.runningcharlotte.org/2017/02/22/corri-la-mezza-del-monferrato-monfer-run/
RispondiEliminaMi oaceva anche se non c'entra con Canelli. Ho lasciato logo e ho messo credits in fondo ad articolo. Se ritieni la elimino e ne metto una dell'organizzazione, che tuttavia non ne ha di belle essendo la prima edizione.
Scusa il disturbo e complimenti per ciò che fai perchè è di ispirazione. Forza LIBERA!