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domenica 6 novembre 2016

3. Passaggi particolari quasi inaspettati

Per il terzo giorno consecutivo avvertiamo una forte scossa di terremoto, la terra non ha ancora deciso di fermarsi e man mano che passano i giorni aumenta il numero delle vittime, un dato che lascia un fondo di tristezza nei nostri cuori.

Inizio la giornata fotografando il sorgere del sole dall’ampio terrazzo dell’albergo, un’emozione particolare veder sprigionare dai monti i primi raggi solari del nuovo giorno. Durante la colazione tracciamo il programma con il comandante che ci attenderà a Colleponte per la sosta, a metà giornata. Partiamo muniti di buone scorte d’acqua come recitano le guide del percorso. Infatti il tracciato odierno presenta inizialmente delle pendenze impegnative, senza possibilità di trovare punti di ristoro.

L’aria del mattino è fresca e leggera ed è veramente piacevole camminare in mezzo a questi boschi, certo, quando la strada comincia a salire si inizia a far fatica, ma sappiamo gestire bene lo sforzo, e poi siamo appagati dalla bellezza di questo spettacolo naturale. Ad un certo punto Fabio si ferma come se cercasse di percepire un suono, un rumore, anche noi ci arrestiamo per capire cosa cerchi e lui ci dice: “ascoltate… il silenzio del bosco”. Passaggi particolari quasi inaspettati, come quando il sentiero ci porta ad aprire un cancelletto al di la del quale si trova un piccolo gregge di pecore, siamo un pochino intimoriti nell’effettuare questa operazione, saranno pure animali docili ma in questo caso gli agnelli siamo noi! …timidi ed impauriti.

Altro attimo di esitazione, o più propriamente di disattenzione quando io e Roberto tiriamo dritti mentre la segnaletica ci porta a svoltare, l’ing. che è Savio di nome e di fatto ci riporta sulla retta via… E dopo una lunga ascesa ci aspetta una lunga discesa. Inizialmente in uno stretto sentiero tra le rocce, suggestivo e quasi da vertigini visti gli strapiombi che si presentano sotto di noi. In alcuni punti sembra quasi di poter spiccare il volo e librarsi nell’aria fino a scendere giu a valle dove vediamo le case punteggiare le distese verdi. Ancora scorci incantevoli durante la discesa, guadiamo un piccolo ruscello al di sopra del quale l’acqua zampilla tra le rocce formando una minuscola cascata davvero spettacolare.

Il sentiero sbuca su una strada asfaltata sempre in discesa, qui il passo diventa più sicuro mentre scendiamo sempre più a valle. Non c’è da annoiarsi abbiamo sempre attorno a noi angoli particolari: un vecchio mulino posto accanto ad un minuscolo gruppo di case ci parla di un tempo che fu. Immersi nella vegetazione piccoli gruppi di cavalli corrono liberi dando risalto della loro eleganza. Incontriamo e sorpassiamo due pellegrine munite di grandi zaini anch’esse dirette a  Roma, un augurio reciproco per la buona riuscita delle rispettive esperienze.

 Scendiamo fino ad Osteria di Ceselli e da qui seguiamo il corso del fiume Nera che nella sua discesa disegna anse caratteristiche rendendo più piacevole il nostro cammino. Arriviamo a Colleponte (piccolo borgo sulle sponde del fiume Nera) dove c’è Fulvio ad aspettarci, con la nostra casa viaggiante, è sempre un momento confortante quando vediamo la sagoma del camper profilarsi davanti a noi, questo vuol dire che la “squadra” sta girando bene, siamo sincronizzati e stiamo rispettando il programma. E poi c’è anche la piccola pausa, che ci fa tirare un po’ il fiato e reintegrare parte delle energie spese con un pasto essenziale, in realtà ci concediamo qualche piccolo extra(fortunatamente abbiamo delle scorte di cose buone preparate da alcuni volenterosi famigliari per questa settimana intensa).

Terminata questa piacevole sosta, mentre ci stiamo preparando per la seconda parte del cammino odierno, facciamo conoscenza di un simpatico abitante del luogo. Incuriosito dalle nostre tenute ci chiede delucidazioni sull’ esperienza che stiamo vivendo,  si informa della nostra provenienza e, quando diciamo Alessandria, subito ricollega il capoluogo a Gianni Rivera emblema calcistico ed orgoglio per l’Italia sportiva. Forse perché anche lui ha vissuto quegli anni giovanili con grande passione, essendo “un ragazzo del ’39”, come ci dice con un eloquio coinvolgente ed incalzante. Sembra quasi che abbia dentro di se un desiderio di comunicare di socializzare: Silvano Massimi si presenta così,e oltre al suo anno di nascita ci da anche alcune date di nascita di politici suoi coetanei, dimostrandosi molto preparato sul tema. Non si ferma e vorrebbe ancora raccontarci tante cose, ma noi cortesemente lo salutiamo dicendogli che dobbiamo andare, il nostro cammino sarà ancora lungo (ed in effetti lo sarà davvero), però c’è Fulvio il comandante, lui non ha fretta, auguri…

La ripresa del cammino nelle ore pomeridiane è sempre piuttosto traumatica, il caldo intenso e la digestione in corso sono uno scoglio difficile da superare, ma si va si va. Fortunatamente camminiamo su strade di fondo valle praticamente pianeggianti e man mano che scorrono i chilometri ci assestiamo su buone cadenze. In questo aiuta molto l’essere attratti dal panorama e  dai luoghi che lentamente ma  inesorabilmente sfioriamo e passiamo. Tutto è nuovo ci si sente come esploratori alla ricerca dello sconosciuto. In realtà sappiamo bene quale sia la nostra meta finale e quali le relative tappe intermedie, ma il contatto vero con i luoghi ci fa vivere momenti di grande soddisfazione personale. Ci si sente come dei conquistatori, conquistatori pacifici della bellezza e della unicità di questi luoghi. Piccoli borghi sembrano aggrapparsi con tenacia alle rocce, eremi abbandonati testimoniano secoli di spiritualità passata.


Proseguendo sempre costeggiando il fiume Nera giungiamo ad Arrone, un centro che conserva  alcune costruzioni di  valore artistico. Facciamo quasi una doccia nella piccola fontanella che troviamo all’uscita del paese, ci voleva, ci voleva proprio. Ripartiamo decisi con passo sempre più veloce perché vogliamo arrivare alla cascata delle Marmore prima dell’orario di chiusura. Già a distanza di qualche km vediamo la nuvola di vapor acqueo che si sprigiona dalla caduta di questa grande massa d’acqua, sembrano molto vicine , ma in realtà non è proprio così e dobbiamo aumentare l’andatura in maniera considerevole per poter arrivare in tempo. Infatti questo grandioso spettacolo naturale trae origine da alcune opere dell’uomo che rendono possibile la regolazione del flusso d’acqua. Arriviamo proprio in extremis, riusciamo anche ad entrare dall’accesso dei visitatori,  visto l’orario e la nostra tenuta una gentile addetta al controllo ci fa passare anche perché tecnicamente non è più possibile fare il biglietto d’ingresso. Bene! Spettacolo: tre salti d’acqua imponenti per un totale di 165 metri fanno di questo luogo,una meta di numerosi turisti. Cerchiamo di immortalare sotto vari profili questa dirompente massa d’acqua che scende impetuosamente a valle. Molto piacevole poi, vista anche la temperatura, è farsi dolcemente ricoprire da un manto sottile di vapor acqueo, sensazioni uniche. Come sempre ci capita in questi giorni le nostre escursioni turistiche devono essere estremamente brevi, non possiamo fare diversamente, ora dobbiamo rientrare sul percorso (abbiamo dovuto  e voluto fare una piccola deviazione per ammirare questo spettacolo), la nostra meta odierna non è proprio dietro l’angolo… Anche il nostro comandante ha voluto approfittare dell’occasione e anche lui è venuto a far visita alla cascata delle Marmore, quindi sostiamo sul camper per un piccolo ristoro a base di frutta secca e via verso il lago di Piediluco.

Rientriamo sul percorso indicato con segni giallo-blu e si presenta davanti a noi una salita davvero impegnativa che ci porta fino alla frazione Marmore con annesso il parco tecnologico dove sono presenti  le varie tipologie di sistemi per la produzione di energia  elettrica. Una bella area verde, una vera  oasi di pace, notiamo anche il monumento al campione di motociclismo Libero Liberati. Abbiamo superato la parte più difficile e siamo piuttosto sollevati, sentiamo l’arrivo abbastanza vicino, ma dopo tanti km il mio incedere non è proprio stilisticamente perfetto, il ginocchio sinistro viste le problematiche degli ultimi anni è un po’ in sofferenza. Emblematico e ironico (in realtà vero) il commento in madrelingua che sentiamo da un abitante del luogo mentre transitiamo davanti ad un gruppo di case: “Aooo!! Quello davanti stà a zoppicà”. Punto così nell’orgoglio cerco di darmi un assetto migliore, provo a correre su un morbido sterrato che stiamo percorrendo a fianco del fiume Velino, la leggera discesa che ci accompagna favorisce questo gesto atletico (si atletico diciamo gesto..) e mi rimette quasi in sesto. Ormai siamo in vista del lago di Piediluco, lo intravediamo  tra la vegetazione che stiamo attraversando, ha un aspetto molto gradevole romantico e rilassante, pregustiamo la meta della giornata ci sembra di essere in dirittura d’arrivo, ma ad un certo punto il sentiero devia ci porta ad attraversare la statale e risalire sulle pendici in riva al lago, sarà una piccola deviazione pensiamo,intanto i km vanno su abbiamo passato la distanza mitica della maratona risaliamo pericolosamente e transitiamo a fianco di cascinali dove sentiamo alcuni cani ringhiare in maniera preoccupante, a questo punto corriamo carichi più di paura che di energia. Finalmente dopo questo zigzagare entriamo nel paese in riva al lago, ed anche qui sembra quasi che il tracciato si prenda beffa di noi facendoci girare tra le vie,portandoci sui pontili in riva al lago sembra davvero non finire più. Finalmente vediamo l’insegna dell’hotel Mirage, non è un miraggio siamo arrivati: 46,7 km è praticamente buio, stanchi ma soddisfatti,anche oggi obiettivo raggiunto.

Il comandante c’è, è li ad aspettarci anche lui ha dovuto fare qualche peripezia con il camper ma è arrivato a destinazione. Scarichiamo i nostri effetti personali ,io con  i miei “minuscoli” tre borsoni suscito la curiosità e vena umoristica di Fulvio: ma cosa avrà mai li dentro?. Conquistate le rispettive stanze ci prepariamo per la cena in riva al lago.. non capita tutti i giorni!


È veramente suggestivo lo scenario che abbiamo di fronte a noi, l’atmosfera rilassata ed il clima gradevole rendono la serata veramente confortevole. La buona tavola aiuta sicuramente ed essendo in riva al lago scelgo specialità locali: strangozzi al sapore di lago e trota salmonata. Anche per i vini ci indirizziamo su tipicità locali ed individuiamo un bianco rinomato, la”Passerina”, ma dopo una breve consultazione con chi ci sta servendo ci viene consigliato un altro bianco tipico della zona, il “Pecorino”. La “Passerina” è un po’ fuori moda ci dicono, sarà pensiamo noi, mentre ci guardiamo con un sorriso malizioso.

Ottima la scelta comunque ed ottima anche la cena, mentre siamo ancora a tavola giungono come sempre messaggi , telefonate di apprezzamento ed incitamento per la buona riuscita del nostro progetto. Roberto ci legge il messaggio di Fulvio Massa, amico personale degli spazzo e noto per le sue molteplici attività di masso fisioterapista, giornalista,scrittore, personal trainer, ed anche lui stesso ultra trailer, quindi  una fonte molto attendibile. Visto che siamo quasi a metà del nostro viaggio nel suo messaggio Fulvio ci sprona a tener duro in questa fase centrale, perché poi “paradossalmente” negli ultimi giorni si va quasi in automatico superando la soglia del dolore e della stanchezza. Dopo questa sferzata di ottimismo, almeno noi lo interpretiamo così, ci concediamo un po’ di relax in riva al lago e su una comodo sdraio sotto la volta celeste e la placida distesa del lago raggiungo una sublimazione psicofisica davvero unica.

 FIORENZO

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