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mercoledì 12 settembre 2012

Titolo!! e titolo??

Fine settimana ricco di impegni agonistici per me ma anche per i miei più vicini compagni d’avventura. Paolo si è esibito in una tripletta: venerdì  sera StraTortona, sabato pomeriggio camminata di Pasturana  e domenica mattina trofeo 45° parallelo ad Oriolo (frazione di Voghera). Mentre gli altri 3 della compagnia (io , Fabrizio e Matteo) si sono “limitati” saltando la prova di mezzo!
Atmosfera particolare venerdì sera alla StraTortona. Tortona è la mia città di riferimento dove sono nato , ho studiato , ho lavorato , ho corso e quindi è stato davvero un piacere recarsi nella elegante  Piazza Malaspina e ritrovare tanti volti conosciuti nei diversi ambiti della mia vita . Il ritrovarsi lì ancora una volta in pantaloncini ha ribadito la mia voglia di esserci di partecipare di sfidare se stessi e gli altri cercando anche di comprendere ( cosa non facile) il continuo calo di prestazioni . Sono state davvero tante le persone che ho  salutato e con cui ho parlato ex colleghi di lavoro , ex compagni di società , atleti che hanno smesso per problemi fisici , davvero una calda accoglienza che mi ha fatto un immenso piacere . Mi trovavo a parlare con una persona e con la coda dell’occhio ne vedevo un’altra che da tanto non incontravo , un susseguirsi di strette di mano e di scambi di battute sul passato , e anche sul futuro podistico (si spera!). Buono l’allestimento della gara a cura della Croce Rossa di Tortona , il percorso che si snodava nelle vie della città era suggestivo con il passaggio in vie  e piazze caratteristiche , piuttosto nervoso con una bella salita da ripetere 2 volte , insomma c’erano davvero gli ingredienti per rendere particolare questa gara . Nonostante qualche problema alla partenza ( tutto è filato per il verso giusto visto l’elevato numero dei partecipanti ) sono rimasto un po’ “ imbottigliato” ed ho corso “ in rimonta” è stato molto stimolante correre per le vie della città in un circuito da ripetere 2 volte( per un totale di 5,75 km) , è particolare la città vista “ di corsa “.Per l’occasione ci ha raggiunti anche Federico ( webmaster)da Milano  a cui  avevo parlato di questa stracittadina .Prestazione  sugli standard attuali comunque buone sensazioni e 52° posto finale, buono il livello tecnico della gara dove l’atleta di casa ; il giovane Vincenzo Scuro  ha dovuto “accontentarsi” della seconda piazza dietro il dominatore della stagione podistica locale : Edmil Albertone .
In attesa delle premiazioni a Tortona
Chiusa la piacevole serata in un locale della città in compagnia del solito gruppo di amici c’è stato appena il tempo di recuperare un po’ di energie in vista della gara di domenica mattina. Qui i numeri erano diversi ed anche la dislocazione : una tranquilla frazione alle porte di Voghera  attraversata dal 45° parallelo( quello che divide il polo nord dall’equatore)percorso totalmente pianeggiante e asfaltato di 7,7 km . La gara era valida come prova unica del campionato provinciale di corsa su strada . Vista l’assenza di atleti più quotati , Paolo ha vinto la categoria MM45 quindi è stato premiato con la maglietta di “ campione provinciale” un piccolo riconoscimento che fa onore ad una carriera podistica meritevole e molto dinamica viste le 3 gare consecutive!Anche io comunque non posso lamentarmi perché sono giunto a poche decine di metri da Paolo evidenziando qualche sensibile miglioramento di condizione.
Incamerato un “titolo ora andiamo  alla ricerca di un altro titolo , ma qui non si tratta di un titolo per meriti sportivi , qui si tratta di scegliere un titolo al libro che stiamo preparando sull’esperienza Uniamo la Provincia infatti siamo in contatto da qualche tempo con un editore che sta approntando l’impaginazione delle cronache delle tappe arricchite da note storico – geografiche -culturali  delle varie zone .Diverse sono le ipotesi , ma non siamo ancora arrivati alla sua definizione finale.  Dopo il titolo di Paolo aspettiamo l’altro titolo e poi... l’uscita del libro.

lunedì 3 settembre 2012

PISTAAAAA!!!!!

Doppia cronaca a cura di Fiorenzo & Matteo che si sono ritrovati sull'evocativa pista di Vigevano per un combattivo 5.000 metri. I due non si sono nemmeno messi d'accordo ma traspare una riflessione comune sul correre, l'età e il crono.

Il traguardo dei 30 anni di corse non ha certo placato il mio desiderio di proseguire nell’attività podistica. Il problema al ginocchio sinistro non è risolto e sarà di difficile soluzione; si tratterà di proseguire con le terapie già intraprese e vedere se le nuove cure offerte dalla medicina moderna potranno contribuire al miglioramento della situazione. Intanto fra un dolorino e l’altro (sopportati silenziosamente) sono riuscito a mettere assieme qualche allenamento che mi ha permesso di acquisire un minimo di condizione per affrontare le gare di fine estate.
L’atmosfera della gara mi mancava: la gara intesa come momento di verifica della propria condizione e come momento di ritrovo con gli amici podisti. Nella prima domenica di settembre era prevista una prova in pista del Gran Prix Fidal Amatori della provincia di Pavia: i 5.000 metri, una distanza classica del  mezzo fondo prolungato. Il mondo amatoriale sta un po’ perdendo contatto  con le distanze “classiche” dell’atletica leggera per spostarsi verso le lunghe distanze e le gare fuori strada. Per me  rimangono però un riferimento del valore di un atleta, per quanto basso sia il suo livello.
La gara si svolgeva a Vigevano nel mitico stadio “Dante Merlo”, e per questa occasione si è ricomposto il quartetto  che oltre a me conta  Paolo, Fabrizioe la nostra guida atletica Matteo, vero tempio vivente dell’atletica leggera. L’attesa prima della partenza – visto che la gara prevedeva cinque batterie – è trascorsa piacevolmente sugli spalti chiacchierando e tenendo sempre un occhio a chi correva in pista. Sugli spalti anche atleti con risultati passati che oggi farebbero impallidire i dominatori delle gare locali, come il bresciano Luca Selogni (15’12” sui 5.000 metri). Con lui ci siamo confrontati… verbalmente, perché in pista era impossibile!
La gara è andata esattamente secondo le mie previsioni. In base agli allenamenti effettuati e alla gara di Robbio Lomellina della settimana precedente, il mio ritmo gara poteva essere appena inferiore ai 4’/km: ritmi davvero blandi rispetto al passato, ma dopotutto è sempre bello essere lì a lottare ed impegnarsi. Questo significa che tutte le situazioni della vita che stiamo affrontando ci permettono ancora di poter fare queste cose, una vera fortuna. Abbastanza regolare la mia gara (chiusa in 19’45”) in cui, fin dalle prime battute,  ho seguito Paolo (anch’egli un po’ in ritardo di condizione dopo la caduta di fine luglio nella gara in montagna di Cegni) concedendogli solo pochi secondi sul finale. Il ginocchio sembra avere retto  alla prova quindi posso ritenermi soddisfatto della giornata sportiva. Ora con calma cerchiamo di proseguire con un po’ più di regolarità l’attività podistica, la StraTortona è alle porte.

   Fiorenzo



Difficile collocare un tempo come 22’47”5 a qualsiasi livello. Anche per me un tempo simile, solo un anno fa, sarebbe sembrato illogico su ogni distanza. Ma stamattina non è così. Stamattina è il mio tempo sui 5.000 metri fatto a Vigevano, sulla pista dello stadio Dante Merlo. Un tempo sofferto, ottenuto con impegno, cercando di non mollare ai 3.000 metri quando una crisi mi ha messo in difficoltà. Se un anno fa, quando sulla stessa distanza ancora riuscivo a fare 20'28", mi avessero detto che un anno dopo sarebbe stato questo il mio tempo avrei subito chiesto “ma cosa mi è successo?” Eppure sono contento, contento perché io il 5.000 l'ho corso. E anche questo modesto risultato, così fuori dai soliti schemi, mi da gratificazione. Sono soddisfatto perché io il 5000 l'ho corso, sudato, combattuto e vinto, anche se solo in questo limitato riscontro. Due mesi fa non immaginavo certo di arrivare ancora a correre i 5000 metri, anzi temevo di non poter più correre. Invece ce l'ho fatta e per quanto modesta sia la mia prestazione sono contento perché sono ancora un atleta.
La gara è finita, gli amici parlano dei loro risultati, delle ambizioni, delle prossime gare. Discorsi uguali ai miei di 12 mesi fa, quando ancora avevo traguardi e ambizioni pure io. Oggi invece il mio traguardo è molto diverso e altrimenti non si spiegherebbe il fatto che 22’47”5 è un tempo per me soddisfacente oggi. Anche se pure per un MM55 come me può essere definito molto modesto. Non so se riuscirò a far meglio, magari allenandomi un poco di più o almeno riuscendo a correre con più regolarità potrei farcela. Ma non mi importa più di tanto. Sottoscriverei lo stesso tempo tra 12 mesi, immediatamente, pur di poter ancora correre i 5.000 metri. È il pensiero che ho fatto, tornando a casa e lasciando le ultime case di Vigevano, sotto un cielo grigio e minaccioso di pioggia, in una domenica di fine estate, da modestissimo mezzofondista attempato.
Perché in questo anno di difficile attività, in cui più di un elemento sembrava farmi smettere di correre, anche definitivamente, una cosa l'ho imparata. Che quello che conta a un certo punto è correre e non a che velocità si va. Che alla fine 19 o 20 o 21 minuti sui 5.000 è relativamente importante. La cosa davvero significativa è essere lì, cambiarsi, scardarsi, prepararsi, ritrovarsi un altra volta coi pantaloncini e la maglietta e un bel numero attaccato con le spille, guardare lo starter aspettando lo sparo. Dopo alla fine non è cambiato poi molto, la gara è la gara, un altro mondo.
Posso essere scarso e fuori forma, posso perdere da un sacco di atleti ma io stamattina sono stato in gara. Da giovane, quando mi allenavo, forse anche io snobbavo un po’ gli atleti modesti. Valutavo il loro tempo come un biglietto da visita e se avevano un risultato migliore del mio aumentava la mia considerazione. Forse a 25 anni anche io guardavo i cinquantenni (allora molto rari) con meno considerazione di quanta meritassero e forse nel 1982 uno che avesse corso 5000 metri in 22’47”5 lo avrei considerato poco, anche se con più di 50 anni di età.
Ebbene correre mi ha insegnato molte cose e una è che ogni risultato è degno di rispetto, perché dietro c'è passione, impegno, voglia di sfidare avversari e cronometro. E che la sfida vale sempre la pena, anche quando vali solo 22'47"5 sui 5.000 metri. Perché quello che conta di più non è quanti ti sono davanti ma che tu sei li e gareggi, e quando leggi “ritrovo atleti” quel termine vale anche per te. Non sei uno spettatore, non sei uno al seguito, sei un atleta, uno chiamato dallo starter per partire. Ecco stamattina quello ero io, un atleta, e finché potrò ancora esserlo, anche facendo solo 22'47"5 sui 5000, sarà una cosa bella e importante, come è stata stamattina correre su quella pista rossa e blu a Vigevano.

   Matteo

mercoledì 22 agosto 2012

20 agosto 1982-2012: 30 anni di corse

Dopo aver dato spazio all’amico Matteo che ha ricordato i suoi 40 anni di gare nel post precedente, anch’io voglio seguirlo ricordando i miei 30 anni di gare podistiche. Infatti fu proprio il 20 agosto 1982 il giorno in cui affrontai la mia prima gara podistica. Era l’anno dei mondiali di calcio con l’Italia campione del mondo, e il calcio era lo sport che sicuramente amavo di più: quello visto, ma soprattutto quello giocato. Ricordo le lunghe partite ogni sera al piccolo campo del paese, passione e divertimento puro accompagnati dall’entusiasmo dei miei 18 anni. Il talento non era pari all’entusiasmo, anzi diciamo che era inversamente proporzionale, ma comunque bastava per rendere davvero piacevoli quelle sfide calcistiche. La passione per lo sport in generale mi portò ad accettare l’invito a partecipare ad una corsa podistica notturna in quel di Volpedo (a 3 km da Castellar Guidobono) assieme ad altri tre amici del paese.
La nostra preparazione atletica era inesistente, contavamo però sul fatto che essendo dei ”volenterosi” e dinamici calciatori questo ci avrebbe aiutato nell’affrontare una gara podistica. Alla partenza si presentò anche un gruppo di ”atleti veri”, quelli del Derthona  Atletica, gente che correva in maniera seria. Di quel gruppo facevano parte l’amico Matteo e altri atleti che negli anni a seguire sarebbero diventati miei compagni di allenamento e anche di società. Complice uno strano regolamento, questi atleti non vennero ammessi alla gara perché secondo gli organizzatori la partecipazione era riservata agli abitanti di Volpedo e paesi limitrofi. Questi atleti corsero tutti assieme per l’intero percorso giungendo ampiamente prima del vincitore ufficiale – tale Danilo Lugano, valido calciatore locale. Ricordo una gara impegnativa con salite dure e relative discese. La mia preparazione calcistica non mi aiutò molto, feci una gran fatica a percorrere i 7 km del tracciato, comunque mi impegnai molto giungendo 13°. Una premiazione generosa vide premiati quasi tutti ed anche io ed i miei compaesani ne beneficiammo. Conservo ancora gelosamente la coppa che vinsi offerta da “Rovaretti Giacomino”, un piccolo riconoscimento che contribuì ad appassionarmi a questo sport.
Nei primi anni la passione podistica fu condivisa con quella calcistica, poi – dopo qualche anno e qualche travaglio fisico (problemi alle ginocchia) – divenne totale, tanto da portarmi a livelli di impegno assiduo e metodico regalandomi anche diverse gratificazioni sportive ed umane.
Il ricordo di quel venerdì 20 agosto 1982 mi ha dato la motivazione per ricordare e festeggiare  questi 30 anni di attività; così, consultando i vari calendari provinciali, ho notato una gara proprio nella data del 20 agosto. Una  fortunata coincidenza perché è davvero difficile trovare una gara di lunedì, anche la località poi era accessibile. Anzi direi che è interessante andare a scoprire una  piccola frazione del comune di Cassinelle come Bandita, incastonata nelle prime pendici degli Appennini ad una quindicina di km da Ovada. Per l’occasione mi ha raggiunto da Milano Federico Webmaster, e da  Ovada  Federico Giunti che ci ha fatto anche da guida per raggiungere la piccola frazione. Nonostante questa gara non rientrasse nei loro programmi hanno voluto entrambi essere presenti per ricordare con me questo piccolo traguardo, un bel gesto di amicizia, grazie ragazzi!
Certamente il percorso della gara non era molto consigliato per chi ha dei problemi come i miei ma non era certo lo spirito agonistico che mi ha spinto a partecipare alla gara. Una partenza cauta nella discesa iniziale poi un’impegnativa salita nel bosco quindi un tratto in “costa“ e per finire una discesa su asfalto (5 km in totale). L’obbiettivo era finire senza danni, anche se nella seconda parte mi sono impegnato abbastanza ed ho lottato con l’amico Federico (Webmaster, Giunti era molto molto avanti…) che mi ha battuto con un portentoso allungo finale al quale non ho avuto la forza di replicare. Avvincente anche questa piccola sfida!


 
La fresca serata ha reso ancor più piacevole il dopo gara arricchito dal pasta party offerto dagli organizzatori. Assieme agli amici ho ripercorso le emozioni ed i ricordi di quel 20 agosto 1982, in cui un ragazzo appena diciottenne intravedeva gli spazi per un‘avventura sportiva ed umana che gli si prospettavano davanti. Con le persone con cui ho parlato ho cercato di trasmettere la soddisfazione per aver fatto questo lungo percorso di sport e di vita. Una vera fortuna aver avuto la possibilità di vivere tutti questi anni accompagnato da tanto “amore sportivo”. Un amore che nonostante il trascorrere degli anni non passa, forse cambia aspetto. Come il podista master e di lungo corso rallenta il passo e dissipa il furore dei vent’anni, così questo amore non ha più lo slancio agonistico per la ricerca della prestazione, ma vive e si rafforza solo per il piacere del benessere fisico e di quel senso di libertà che si percepisce passo dopo passo ogni volta che si affronta una gara o un semplice allenamento.

domenica 5 agosto 2012

Quarant'anni di atletica

Venerdì sera sono andato a fare una corsa notturna, a Silvano Pietra, piccolo paese pavese. Una gara di 5 km, di modesto livello, senza grandi pretese e del resto io, vista l'attuale condizione fisica, pretese non ne avevo altre che finire senza problemi. Però era una gara particolare per me, perché 40 anni fa praticamente quasi nella stessa data, a Silvano d'Orba, piccolo paese alessandrino, facevo la mia prima corsa. 40 anni di atletica: davo importanza a questo traguardo, e l'ho sentito particolarmente.

Ho iniziato a correre nell'agosto del 1972, quasi per caso. Avevo all'epoca un amico di Voltri, Lorenzo, che vantava la sua attività sportiva, ed aveva grosse ambizioni tra cui partecipare addirittura alle olimpiadi di Montreal del 1976. E in quei giorni c'era un manifesto in paese che parlava di una corsa notturna a Silvano d'Orba in programma il sabato successivo, il 5 di agosto. C'erano già alcuni che avevano seguito questo progetto e ci eravamo organizzati per allenarci alla mattina, la settimana prima dell'evento. Il lunedì ci trovammo in sei sotto la casa di Lorenzo. Non era il massimo all'epoca essere in giro in pantaloncini corti, maglietta da calciatore e scarpe da ginnastica. La gente ti guardava male. Partimmo in direzione del paese vicino, 5 km andare e altrettanti a tornare. Il giorno dopo percorso diverso fino a un altro paese, ma stessa distanza. Intanto il gruppo si era ridotto, due avevano dato forfait ed eravamo rimasti in quattro, determinati a correre quella gara.
Venne la giornata fatidica ma io avevo promesso di andare alla festa di compleanno di una mia amica. Così, con un altro che doveva fare la corsa, andammo e verso le cinque lasciammo la festa per andare a casa a prendere la borsa per la gara. Io non avevo un tuta, me l'aveva prestata un amico, era verde e con il simbolo della scuola ITC Abba di Genova. Gli altri erano già partiti e dovevamo arrangiarci per il viaggio. Da Campo Ligure fino a Rossiglione la facemmo in autostop, trovando quasi subito un passaggio. Quindi prendemmo il treno fino a Ovada e qui, con un attesa un po’ più lunga, nuovo autostop per arrivare a Silvano d'Orba. Arrivammo sul far della sera, e entrammo in paese cercando dove si confermava l'iscrizione. Ci diedero il pettorale e le spille e ci indicarono il cinema dove potevamo cambiarci. Su rudi sedie di legno indossammo i vestiti di gara, per me la divisa biancorossa e pantaloncini blu della squadra di calcio dove giocavo e la tuta verde del mio amico. Fissai il numero e andammo in piazza per aspettare la partenza.
In due facevamo la gara più corta di un solo giro, 1.200 metri. Facemmo una breve corsa di riscaldamento, per vedere la parte iniziale del percorso, poi tornammo in piazza aspettando il via. Erano nel frattempo arrivati i miei e altri parenti di noi che correvamo. La piazza era piena di gente, tra concorrenti e pubblico. Mentre ero lì guardavo il cielo color celeste, ormai avviato al tramonto. Mi chiedevo come sarei andato, se avrei battuto pochi o tanti di quei concorrenti. Non avevo la minima idea di quel che mi aspettava, volevo solo provare una cosa per me nuova. Improvvisamente venne dato il via, e vidi la massa muoversi. Seguii quel fiume di gente cercando di superare chi andava più piano di me. Ma non volevo strafare. Appena fuori dal centro del paese la strada saliva per una rampa. Lì cominciai a sorpassare molti, e man mano che ne passavo, e vedevo quelli davanti in crisi, cercavo di raggiungerli. La salita finì e svoltammo a destra tra le case. Una discesa e poi nuova breve salita, continuavo a superare gente che pagava la partenza troppo veloce. Mi sentivo bene e non avevo problemi. Non conoscevo nessuno e ogni volta che vedevo un avversario cercavo di superarlo. Dopo essere passati davanti a una chiesa svoltammo ancora a destra e cominciò a diradarsi il numero di corridori davanti. Nuova discesa e mi trovai sulla strada che portava alla piazza da cui eravamo partiti. Vedere là in fondo la fine della corsa mi diede nuove energie e voglia di aumentare. Passai due avversari di slancio e quando stavo per imboccare la piazza vidi davanti uno in piena crisi. Lo inquadrai e lo passai senza esitare raggiungendo la riga bianca del traguardo. Non sapevo come ero arrivato, mi tolsero subito il numero e andai a bere qualcosa e a cambiarmi.
Tornai sul luogo di arrivo e scoprii che ero settimo, e quindi tra i premiati. Mi toccarono due bottiglie di vino Dolcetto. L'altro del mio gruppo era arrivato tredicesimo ed era anche lui molto soddisfatto. Partiva la seconda gara su due giri, a cui partecipavano due di noi, Lorenzo arrivò secondo mentre l'altro si ritirò. Verso le dieci ci fu la premiazione e poi, in macchina coi miei, tornai al paese.
In piazza c'erano gli amici che mi aspettavano per sapere come era andata. Mi fecero i complimenti. Ero molto contento del mio settimo posto ma soprattutto delle emozioni di quella corsa, dell'atmosfera, delle sensazioni provate in corsa. Mi era piaciuto tutto. La mia passione cominciò quella notte d'agosto e dura ancora.

Ho fatto l'atleta prima da agonista juniores e seniores per dieci stagioni, praticando il mezzofondo (800 e 1.500 m). Poi a circa trent'anni ho fatto l'amatore, e stavolta facendo anche distanze maggiori, perché la velocità l'avevo un po’ persa. A 40 anni, da master, ho ridotto l'impegno, considerando che "tutto ciò che ancora veniva era sempre di più". E così ho continuato.

Non ho fatto solo l'atleta però, dal 1977 sono dirigente, prima in alcune società poi nel comitato provinciale Fidal. Dal 1982 sono allenatore, soprattutto di mezzofondo. E dal 1988 sono anche giudice. Non mi sono fatto mancare niente.
Ed ho ancora voglia di correre, per quanto con necessari limiti sia di impegno sia di distanze. Sperando la mia voglia possa continuare ancora per un po’.

Matteo Piombo

sabato 21 luglio 2012

Silenzio informatico

È trascorso più di un mese e non è stato ancora pubblicato un nuovo post. Il motivo principale è lo stato comatoso del computer di Fiorenzo, un coma ormai classificato come irreversibile. Fortuna che la memoria di un computer può essere copiata in un nuovo apparecchio, e quindi appena sarà finita la gestazione e il nuovo avrà sostituito il vecchio, le parole torneranno su questi schermi. Per noi umani invece la rigenerazione ha qualche vincolo in più, ed è così che l’infortunio di Fiorenzo tarda a risolversi.

Nel frattempo comunque c’è stato uno scambio sulla rotta Castellar Guidobono-Milano. All’andata, Fiorenzo e Federico ULP Giunti sono saliti a Milano per partecipare alla 38^ Missione dei Podisti da Marte. Era la sera del 21 giugno e faceva caldo, ma correre nel centro di Milano in compagnia e per una buona causa ricompensa di tutto. Federico era alla prima missione ed è rimasto affascinato dalle bellezze locali! Una volta messe le gambe sotto un tavolo, si è parlato anche di corse future. Riuscirà Federico a scendere sotto le 3 ore in una maratona autunnale? Finora i tentativi sono stati frustrati dalla troppa voglia di gareggiare in ogni occasione senza risparmiarsi in vista dell’evento clou o dalla voglia di unire maratona e turismo. Il crono richiede dei sacrifici…
Al ritorno, quasi una decina di gironi dopo, Federico Webmaster (ai comandi della tastiera in questa occasione) e Marco ULTRA Marchese hanno raggiunto Fiorenzo a Castellar Guidobono per un allenamento serale in collina. Ne è uscito un giro tutto su e giù tra asfalto e sterrato di 17km. Fiorenzo come al solito non si tira indietro quando c’è da correre anche se il buonsenso inviterebbe a stare più accorti. Alla fine ha retto meglio del previsto e senza gravi conseguenze. La collina ci ha regalato un’ottima temperatura e dei bei paesaggi.
Ora Marco volerà alla maratona di San Francisco e da queste parti sono in calendario la 19^ Marcia delle Pesche di Pozzol Groppo (6km serali il 27 luglio) e il 29° Trofeo San Zaccaria a Rocca Susella (tapa-trail di 15-25 km e gara competitiva di 7km che si svolgerà il 5 agosto). Due belle occasioni di incontro.
Silenzio, si corre.

lunedì 11 giugno 2012

Rientro agonistico

Domenica  scorsa   c’è stato il mio rientro podistico , mentre questa domenica c’è stato il mio rientro “agonistico” in occasione della 2^ StraViguzzolo, egregiamente organizzata dalla proloco e coadiuvata dagli attivissimi Nicola Calia  ed Enrico Pertusi.
In realtà la mia voleva essere solo una presenza per una corsa quasi “ di casa “vista la vicinanza dal” mio “paese( Castellar Guidobono)a Viguzzolo. La decisione di indossare il pettorale  è stata dettata dal desiderio di dare il mio piccolo contributo in termini di punteggio alla mia società nel campionato provinciale UISP . Chiaramente non è cambiato il mio approccio mentale alla gara, e quindi ho cercato di dosare le forze  non  forzando al massimo, cercando e sperando di percepire buone sensazioni dal ginocchio in fase di guarigione. Le 3 uscite della settimana ( 6 km lunedì , 8 km mercoledì e 8 km venerdì) mi avevano dato già un pochino di fiducia , ancora qualche piccolo fastidio , ma situazione sempre in miglioramento .
Il percorso scorrevole nelle campagne viguzzolesi  andava a ricalcare( per un tratto) uno dei miei “ giri”  di allenamento . L’impegno è stato controllato ma non blando e devo dire che ho faticato abbastanza  nonostante la velocità( parlare di velocità fa un po’ sorridere , meglio dire andatura ) ridotta. In definitiva un piccolo passo in avanti verso l’attività podistica , che non vuol dire solo gare , ma anche allenamenti , corse in libertà che mi fanno sentire attivo creando una sorta di benessere psico-fisico che migliora la qualità della mia vita.
Per la cronaca la gara è stata  vinta da Vincenzo Scuro ,giovane talento tortonese e atleta di livello nazionale davanti all’acquese Angelo Panucci che “regala” al vincitore oltre 20 anni , ma  dimostra ancora margini di miglioramento..complimenti anche a Lui. In campo femminile la vittoria è andata a Daniela Bertocchi .
Per concludere vorrei aggiungere una nota cronologica che riguarda la data di oggi  10 giugno che ricorda l’inizio di un tragico evento per la nostra nazione ,ma personalmente mi riporta al 10 giugno 1992 quando nella pista di Novi  Ligure stabilii il mio primato personale sui 10000 metri , una serata indimenticabile di una stagione indimenticabile . Una gara perfetta  con sensazioni di benessere e facilità di corsa sorprendenti. Ricordo perfettamente gli incitamenti dell’amico Matteo ,  e quando al 7° km mi disse che era il momento di soffrire la mia risposta mentale fu immediata “ non sto soffrendo sono in perfetto equilibrio”, ricordi e sensazioni  che sono per me uniche …

lunedì 4 giugno 2012

Profumo di corsa e di ginestra

Dopo diversi mesi, oggi ho vissuto una giornata sportiva intensa. L’appuntamento con il 32° Trofeo “Le 7 cascine” è stato l’occasione per un formale rientro alle competizioni, ma soprattutto per il rientro in un ambiente che davvero mi trasforma e mi rende felice attraverso una semplice pratica sportiva. Ho voluto essere presente  per il significato che gli organizzatori hanno impresso a questa manifestazione: celebrare la festa della Repubblica consegnando ai rappresentanti dell’associazione Libera la bandiera Italiana. Questa festa che  sancisce l’inizio dell’era democratica e repubblicana  nella nostra nazione che, a mio parere, trova un’applicazione pratica dei suoi principi costituzionali  nell’operato di LIBERA. 

Fonte: il leone & la gazzella
È  stato molto gratificante per me riprendere un po’ le vecchie abitudini domenicali: il ritrovo con Paolo e Fabrizio per la partenza da casa, e poi l’ambiente delle competizioni dove ho ritrovato tante persone che hanno condiviso con noi il progetto ULP (a proposito qui il link per la tappa di Tagliolo Monferrato), ma anche amici e podisti che conosco da anni. Lo definirei un rientro podistico, perché di agonismo non si può parlare. Ho corso e questo è stato davvero un motivo di grande soddisfazione personale.


Assieme agli amici milanesi Federico e  Simone mi sono iscritto alla “non competitiva” che si svolgeva in contemporanea e sullo stesso percorso della gara competitiva (inserita nel campionato regionale UISP): 9,3 km collinari assolutamente sconsigliabili ad un podista con i miei problemi, ma si sa un pizzico (o forse qualcosa in più)  di incoscienza pervade molti podisti, quindi… Ho cercato comunque di correre con calma facendo attenzione soprattutto alle discese più difficili dove il ginocchio era più a rischio. Le sensazioni sono state buone, il ginocchio sembra aver retto bene la prova. Un percorso davvero stimolante e panoramico con tratti caratteristici come l’attraversamento dei ruscelli all’interno del bosco o i passaggi impreziositi dal giallo profumo della ginestra. E come non parlare dell’accoglienza che gli abitanti delle cascine attraversate hanno voluto riservarci? Banchetto acqua e zucchero e doccia rinfrescante con la canna!

Dopo questo esito confortante della mia prova podistica, l’attenzione si è spostata al momento delle premiazioni e della celebrazione della festa della Repubblica. La consegna della bandiera italiana da parte di Franca Repetto, sindaco di Tagliolo Monferrato, a Paola Sultana, rappresentante dell’associazione Libera, ha concluso la parte commemorativa della giornata. Un ringraziamento a loro, ai rappresentanti provinciali e regionali della UISP, per aver organizzato questa giornata di sport ed impegno civile.

Infine le premiazioni. La gara è stata vinta da GianLuca Atzori  in campo maschile, e da Vera Mazzarello in campo femminile. Al termine della premiazione gli infaticabili organizzatori di questa bella iniziativa hanno dato la possibilità di pranzare all’interno del centro sportivo allestendo un menù che abbiamo gradito molto, un momento di aggregazione davvero piacevole!

Con la pancia piena e i cuori lieti, abbiamo completato la giornata visitando la corte e la cantina del magnifico castello del paese (l’interno è stato oggetto di una visita guidata per gli accompagnatori durante la gara) ed il borgo medievale adiacente. Un ulteriore riscoperta delle bellezze della provincia.

Qui tutte le foto