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martedì 4 febbraio 2014

Le due perle

 Inverno pioggia neve freddo ed una condizione fisica sempre difficile, sono il quadro della situazione attuale. Non rimango comunque fermo e grazie ai rulli che ho montato sulla mia bicicletta riesco a pedalare con una certa frequenza settimanale (3-4 volte), inoltre proseguo con gli esercizi di potenziamento con gli elastici. Il ginocchio mi da delle sensazioni alterne: a volte lo sento piuttosto bene e tonico, ma ogni tanto, quando faccio movimenti particolari, si fa sentire e mi da parecchio fastidio. È una situazione difficile da gestire, non mi resta che proseguire con impegno la strada intrapresa.
 
I motivi  per ritrovare  un po’ di luce e di speranza verso un futuro meno incerto li ho vissuti in questa prima domenica di febbraio. Come ormai è consuetudine sono stato invitato dagli amici ovadesi alla mezza maratona delle due perle che si svolgeva nello scenario spettacolare tra Santa Margherita Ligure e Portofino. È stata l’occasione per riprovare dopo oltre un mese a muovere qualche passo di corsa. Mentre gli “agonisti” Federico, Massimo e Salvatore prendono parte alla gara ufficiale io ed Erika ci accodiamo al gruppo e proviamo a correre il primo dei due giri previsti. Durante il viaggio di andata  chiacchieriamo con Massimo, un altro amico che è venuto solo per fare l’accompagnatore in quanto non può correre per problemi fisici e di questo ne è molto dispiaciuto. Parliamo delle nostre vicende sfortunate e ci ripromettiamo di ritrovarci entrambi con il pettorale ufficiale di una gara. Intanto io provo a fare qualche passo oggi, speranzoso ma anche dubbioso sull’esito del tentativo.
La pioggia che ci ha accompagnati per tutto il viaggio svanisce alle porte di Santa Margherita ed il cielo sembra timidamente aprirsi, un regalo sperato ed inatteso. L’atmosfera di una gara di livello si percepisce, e la conferma viene quando lo speaker cita i nomi degli atleti presenti. È comunque la grande partecipazione che rende questa gara importante, oltre 1800 gli iscritti. Faccio partire il cronometro allo sparo del via perché voglio “controllare” i  passaggi degli atleti quando li incroceremo.
 
I primi  passi sono sempre i più difficili, faccio fatica e mi sembra quasi di zoppicare, poi lentamente riesco a trovare il giusto assetto. Corro con la macchina fotografica perché un palcoscenico del genere merita davvero una serie infinita di scatti. Dopo 25 minuti di corsa cominciamo ad incrociare gli atleti di ritorno da Portofino, un gruppetto di atleti africani con un paio di italiani  che tentano di contrastare la loro superiorità, poi via via tutti gli altri; la prima donna è l’alessandrina Valeria Straneo sempre in ottima forma dopo i grandissimi risultati ottenuti negli ultimi anni. Cerco di individuare gli amici ovadesi, e per primo sbuca Salvatore. Guardo il cronometro, cerco di capire a che km si trova e vedo che sta viaggiando bene “va a 4’/km” dico con Erika, sono stupito non pensavo fosse così in forma. Quindi riesco a vedere Federico che è staccato di circa un minuto, comunque ad un buon passo, gli avevo pronosticato una prestazione sotto l’ora e trenta ed è ampiamente in media. Il passaggio nella piazzetta di Portofino è uno degli scorci più caratteristici  ed emozionanti della gara, una sensazione particolare. Certo che il  percorso non è dei più veloci e la risalita dalla piazzetta è davvero impegnativa e visto che gli atleti la dovranno percorrere due volte il valore della prestazione aumenta. A destra vedo lo sfondo marino, le insenature , le rocce, il blu del mare, le costruzioni eleganti che si fanno notare, mi stupisco sempre di fronte a questo spettacolo. Ma se volgo lo sguardo alla mia sinistra vedo l’altro spettacolo, quello umano: lo sforzo e la tensione fisica degli atleti, il loro gesto atletico. Eleganti e raffinati gli africani che sembrano volare verso il successo finale, ma è anche encomiabile la passione e l’impegno della miriade di amatori che mi scorrono a fianco, li guardo con una punta di malinconia, riuscirò ancora ad essere uno di loro?  Incrociamo Salvatore e poi Federico attorno al loro 14° km  e vedo che stanno proseguendo bene, soprattutto Salvatore mi sembra in spinta. Alle porte di Santa Margherita veniamo sorpassati dal gruppetto di testa.

Terminiamo la nostra corsa all’inizio dei giardini pubblici, io mi posiziono a pochi metri dal traguardo per aspettare i  nostri amici e cercare di fotografarli. Una buona cornice di pubblico applaude l’arrivo degli atleti  al termine della loro fatica. Anche io mi unisco volentieri a questa forma di riconoscimento. Ed ora… “arrivano i nostri”. Salvatore sbuca nel rettilineo finale con una gran falcata che riesco ad immortalare con la mia macchina fotografica e vola verso un 1h24’28’’ che rappresenta il suo nuovo personale, grande prestazione! Anche Federico non mi delude e con una preparazione davvero molto limitata taglia il traguardo in 1h27’54’’, come da mia previsione. Li raggiungo oltre la linea d’arrivo e mi complimento con loro. Chiaramente è Salvatore quello più raggiante, anche per lui  è stata quasi una sorpresa perché non si aspettava di essere così in forma. Dopo questi momenti di grande entusiasmo e soddisfazione ci rechiamo verso il palazzetto dello sport per la meritata doccia. Buona l’organizzazione che riesce a  soddisfare ed accogliere un numero così elevato di atleti. Terminata questa piacevole pratica attendiamo ancora l’arrivo dell’altro amico ovadese in gara, è troppo in ritardo e i ragazzi sono u po’ preoccupati, l’avevamo incrociato e doveva già essere arrivato, come mai?  Mentre salgono questi dubbi lo vediamo arrivare tranquillamente verso gli spogliatoi, ha deciso di allungare un po’ il kilometraggio giornaliero aggiungendo ancora 5 km! Tutto a posto, allarme rientrato.

La giornata termina allegramente al tavolo di un locale  che soddisfa pienamente le nostre aspettative. L’argomento principale di cui si parla è chiaramente quello podistico, ma vengono fuori anche piacevoli temi che rendono l’atmosfera davvero molto gradevole. Un’altra domenica da incorniciare tra due perle!