In occasione del decimo anniversario del Progetto podistico-turistico-culturale “Uniamo la Provincia”, avrà luogo l’incontro “Dieci anni di passi verso la legalità” promosso da Uisp e Libera volto a ricordare l’importante gesto civico avvenuto nel 2011.
La corsa che unisce
lunedì 21 giugno 2021
Dieci anni di passi verso la legalità
sabato 16 gennaio 2021
Dieci anni dopo
Bisognava cercare di dare visibilità a quanto si stava cercando di costruire, Federico mi spiegò l’importanza di “lanciare” il progetto attraverso il web e si rese disponibile a impostare e gestire il blog.
In quella domenica di dieci anni fa mi recai a casa di Federico con la mia cartellina già pieni di appunti: cartine, elenco dei comuni, note turistiche, elenco dei possibili collaboratori e tanti altri particolari per lo svolgimento dell’iniziativa. Demmo vita al blog ”La corsa che unisce” pubblicando il primo post dal titolo: Manifesto de Uniamo la provincia. Da lì in avanti fu un susseguirsi di pubblicazioni di nuovi post che andavano a definire le linee di sviluppo dell’esperienza.
Mesi impegnativi ed entusiasmanti, allenamenti intensificati per cercare di aumentare la resistenza fisica e accanto la stesura definitiva di tutte le parti del progetto. Il blog cominciava a funzionare visti i continui aggiornamenti del web master, divenuto nel frattempo il regista dell’operazione. Dopo tanto lavoro il 16 aprile iniziò la nostra corsa attraverso la provincia, con Paolo, cugino fraterno, a condividere con me chilometri e fatiche, ma anche tante soddisfazioni.
Il blog veniva costantemente aggiornato da Federico dopo ogni tappa con la pubblicazione della cronaca (riveduta, corretta ed anche arricchita di particolari) da me inviata, assieme ad alcune foto.
La nostra corsa terminò il 26 giugno, giorno del mio compleanno, e fu veramente un successo per tutti. Avevamo portato a termine con semplicità e impegno quello che abbiamo definito un progetto podistico- turistico-culturale ed anche solidale. Un pensiero di gratitudine a tutti coloro che hanno reso possibile in diverse forme la perfetta riuscita di questa particolare corsa chiamata come una sorta di incitamento ULP ULP ULP!!!
Dopo questa esaltante corsa attraverso la provincia che ci ha arricchiti molto a livello umano, nel corso degli anni il blog è rimasto attivo (seppur in maniera più limitata) per raccontare e testimoniare di alcune iniziative nate partendo dalla passione sportiva e dalla continua collaborazione con persone ed associazioni come LIBERA, UISP e ANPI.
Tra le varie esperienze vissute e narrate in questi anni voglio ricordare con particolare affetto il cammino da San Francesco a Francesco condiviso con gli amici spazzorunners. Un progetto di cui andiamo molto fieri per il grande risvolto sociale che ha saputo creare.
Lo scorrere degli anni mi ha visto anche affrontare alcuni problemi fisici che hanno limitato molto la mia attività sportiva, purtroppo bisogna accettare anche questo. Nel limite del possibile vorrei cercare di coniugare ancora qualche iniziativa sportiva a tematiche sociali ed ambientali.
Il tempo ci ha portato via anche tanti volti cari, dai famigliari ad amici molto importanti. Accanto a questa nota triste vorrei accostarne una lieta: l’arrivo di nuove vite. In questi anni le figlie e i figli delle tante coppie conosciute durante le nostre corse sono il segno della bellezza e della continuità della vita.
Grazie a tutti per l’attenzione
FIORENZO
giovedì 8 ottobre 2020
Ciao Carla
La scomparsa di Carla Nespolo ha suscitato nella società civile un grande sconforto. La perdita di una personalità che ha dato un esempio importante per la realizzazione di una comunità dove i valori di uguaglianza, giustizia e libertà siano pienamente rispettati è stata sottolineata da una lunga serie di lettere di cordoglio. Prima tra tutte quella del presidente della repubblica Sergio Mattarella che ne ha messo in evidenza l’alto profilo morale ed intellettuale. Qualità con le quali ha ricoperto importanti cariche politiche e pubbliche. La presidenza nazionale dell’ANPI è stata l’ultimo prestigioso riconoscimento per una vita spesa al servizio della collettività.
Foto tratta da www.versiliatoday.it |
Dopo la spinta iniziale per avviare quel’indimenticabile esperienza, Carla è stata fondamentale per la stampa del libro che è diventato un po’ il diario di quel viaggio in provincia. Grazie alle suo appoggio abbiamo stabilito una collaborazione con il professor Vittorio Rapetti. stimato storico acquese, che ha completato il “nostro” diario di viaggio con molta chiarezza attraverso una serie di schede storico- geografiche delle varie zone della provincia.
La Prefazione che Carla ha voluto regalarmi è stata la
testimonianza della sua grande amicizia e stima nei miei confronti. Ricordo
con grande piacere la sua presenza ed i
suoi interventi in diverse presentazioni
del libro. Ed ancora i suoi suggerimenti per la realizzazione di altri progetti
che hanno legato la passione sportiva all’impegno civile e alla memoria. Voglio
ricordare le esperienze del 25 aprile 2012 Sulle strade della memoria e nel 2015 in occasione del 70° anniversario della
liberazione con Cammini di libertà.
In tutti questi anni Carla con la sua amicizia mi ha aiutato a rendermi più sicuro delle mie possibilità, più deciso nelle mie idee, ne ha rafforzato le convinzioni con i suoi insegnamenti. Ha saputo confortarmi nei momenti difficili come la perdita dei miei genitori. Un incontro ed un amicizia, quella con Carla di cui andare fieri, ed essere grati alla vita per quello che ci ha riservato.
Ora Carla ci ha lasciati e mancherà molto a me ed ai tanti che l’hanno amata e stimata, dovremo “farci bastare” quel tanto che ci ha dato.
GRAZIE CARLA
CIAO CARLA
lunedì 14 settembre 2020
In certezze
In un periodo di preoccupazione personale, dopo il problema cardiaco dello scorso agosto, mentre stavo proseguendo l’iter previsto per i vari controlli clinici del caso e cercando al contempo di riprendere con molta gradualità l’attività sportiva è comparsa questa pandemia, inaspettata e devastante.
Un evento così rilevante ha ulteriormente aumentato le mie ansie e preoccupazioni. Come non ero preparato ad affrontare questa mia nuova situazione personale, altrettanto è stato per la comparsa di del virus che ha sconvolto il pianeta negli ultimi sei mesi.
Una situazione che certamente mi accomuna con la maggior parte delle persone, ma vista la particolarità del momento, è diventata per me molto delicata.
In pochi mesi ho perso la mia personale sicurezza, passando nel giro di poche ore da “atleta” a cardiopatico. Poi la presenza di questo nemico invisibile ha imposto alla società un cambiamento radicale di abitudini di vita, di comportamenti a cui ci si doveva (e ci si deve) attenere.
Il conseguente blocco dei controlli medici a cui mi dovevo sottoporre ha reso la mia situazione in uno stato di incertezza ancor più grande. In relazione alla mia patologia sono stato dichiarato “soggetto fragile” quindi dovevo (e devo) prestare ancor più attenzione nel cercare di rispettare i protocolli da seguire per evitare il contagio.
Nel periodo centrale del lockdown è stata proibita anche l’attività fisica all’aria aperta, e quindi ho dovuto sospendere i miei piccoli (ma molto gratificanti) allenamenti. Fortunatamente le mie condizioni fisiche sono rimaste buone in questi mesi, rimaneva però l’incertezza per i mancati controlli cardiologici.
Quando lentamente alcuni divieti sono stati eliminati e si è potuto ritornare a fare attività fisica all’aperto, un piccolo ma importante passo in avanti verso una sorta di normalità è stato fatto. Da li ho cominciato a riprendere un pochino di fiducia sullo sviluppo della situazione sia personale sia collettiva.
Fisicamente vedevo che riuscivo abbastanza tranquillamente a gestire il lavoro, l’hobby della campagna, e la passione per la corsa (seppur in termini molto ridotti). Mi mancavano solamente delle certezze mediche che confermassero le mie sensazioni.
Certezze che si sono concretizzate tra il mese di giugno e luglio grazie ai controlli a cui mi sono sottoposto e che hanno dato esito ampiamente positivo.
Ora sembra ci sia la prospettiva di poter gestire con un po’ più di serenità tutta la situazione, resta la considerazione sulla precarietà della nostra esistenza.
La corsa rimane per me un momento molto gratificante della vita.
“del doman non v’è certezza…”
FIORENZO
sabato 28 dicembre 2019
Regalo di Natale
Per festeggiare questo “scampato pericolo” io ed i miei amici spazzorunners, ci siamo fatti un piccolo regalo. A distanza di tre anni abbiamo realizzato un piccolo libro sull’esperienza da San Francesco a Francesco.
Certo il materiale con tutti i racconti era in gran parte disponibile in rete; ma a noi ragazzi degli anni ’60 è piaciuto dare una forma materiale ai vari scritti inerenti a quell’esperienza.
Roberto (il dottore, come viene chiamato dal gruppo) ha pazientemente riposizionato tutti i tasselli dell’avventura che abbiamo affrontato assieme.Dalle origini fino al raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Il tutto corredato dalle foto di alcuni momenti particolari e significativi.
Un piccolo lavoro che vuol racchiudere emozioni vissute appassionatamente in gruppo.
Attraverso questo libro vorremmo trasmettere a chi avrà la pazienza di leggerci la passione per l’attività fisica e l’amore per la vita.
Buone feste a tutti Voi
FIORENZO
sabato 12 ottobre 2019
Un colpo al cuore
Al di la dell’aspetto emotivo, con tutte le sue sfumature, c’è quello strettamente fisico. Un organo così importante va tenuto sotto controllo, specialmente per chi come me pratica un attività sportiva. Quindi, come prevede la legge, ogni atleta deve sostenere una visita di idoneità presso un centro autorizzato. Nel corso degli anni ho effettuato con regolarità questo tipo di visite e dopo alcuni controlli più approfonditi, anche grazie all’evoluzione tecnologica degli apparecchi, sono emerse alcune problematiche a livello cardiaco. Una calcificazione (congenita?) alla valvola aortica che comunque è ben tollerata dal cuore e che secondo i medici non controindica la pratica sportiva. Una situazione da monitorare annualmente con una serie di esami diagnostici. Ho seguito scrupolosamente le indicazioni dei vari medici sportivi e cardiologi dello sport che ho consultato negli ultimi anni. Nonostante la mia attività sportiva nelle recenti stagioni si sia ridotta notevolmente, ho voluto mantenere l’idoneità agonistica e proseguire con i controlli che mi sono stati prescritti.
Come ben sappiamo il rischio zero non esiste, ne sono conferma i diversi incidenti avvenuti ad atleti professionisti costantemente monitorati e seguiti da staff medici di prim’ordine. Nonostante queste considerazioni mi sentivo abbastanza tranquillo riguardo alle mie (piccole) problematiche cardiologiche che, come recitava una delle tante diagnosi mediche, erano ampiamente sotto il limite di significatività.
Tranquillità che ha cominciato a vacillare nella notte tra il 25 e il 26 agosto, quando un mal di stomaco, che io imputavo ad un problema di digestione, nascondeva una situazione ben più grave. Solo grazie all’intuito ed all’insistenza di chi mi era vicino mi sono recato al pronto soccorso dell’ospedale di Varzi, dove sono stato immediatamente visitato e sottoposto ad alcuni accertamenti. Nel giro di un paio d’ore questi esami hanno evidenziato un ischemia cardiaca. Stavolta era toccato a me subire questa “ribellione del corpo”, quando qualcosa si inceppa nel meraviglioso meccanismo con cui funziona la “macchina umana”. È stato un momento particolare quando mi è stato dato l’esito degli esami svolti. Lì ho sentito tutta la fragilità dell’essere umano: stavo rientrando proprio quel mattino da un periodo di ferie, una nuova stagione di lavoro e di impegni, passioni, interessi era all’orizzonte dei mesi successivi. Niente, quell’orizzonte cambiava improvvisamente: ora ero lì, su un letto del pronto soccorso ad attendere di essere trasferito all’ospedale di Voghera.
Dopotutto non stavo neanche male, il dolore allo stomaco era quasi passato (grazie ad una flebo che mi era stata praticata), respiravo tranquillamente senza affanno, non sentivo nessun calo delle mie forze. Se non altro questo fatto mi faceva pensare che il problema non poteva essere troppo grande o forse lo pensavo per darmi coraggio, non so…
Così sperimento in prima persona l’efficienza del servizio della Croce Rossa di Voghera: molto professionali e sensibili verso il paziente, mi tranquillizzano e cercano quasi di distrarmi dalla tensione dl momento. Giunti all’ospedale di Voghera in pochi minuti vengo sottoposto ad una coronografia. Anche qui c’è grande attenzione e cordialità da parte di tutto il personale, quasi a voler minimizzare il problema cardiaco. Nel giro di mezz’ora l’operazione è completata, la diagnosi parla di un’occlusione alla coronaria destra, che è stata rimossa e messo uno stent (una sorta di rinforzo) al ramo in questione. Questo l’aspetto tecnico dell’intervento eseguito. Ora bisognava seguire il decorso post operatorio con le cure del caso.
Sono rimasto tre giorni sotto stretta osservazione nel centro di unità coronarica sempre monitorato e seguito scrupolosamente dai medici e dal personale infermieristico, per poi essere trasferito in reparto e completare la degenza ospedaliera. Ed è qui in reparto che entri in contatto con gli altri degenti, dai compagni di stanza con i quali ti confronti più da vicino, ma anche con quelli delle altre stanze da dove nella notte giungono lamenti che ti fanno sentire più da vicino le sofferenze altrui. Questa prima notte in reparto mi fa ricordare una grande canzone di Giorgio Gaber, Gildo: “Allora salti il piano se lo sai saltare e entri in altro reparto dell’amore”.
Dopo sette giorni di permanenza, effettuati gli ultimi controlli, sono stato dimesso. Nel ringraziare tutto il personale del reparto per la professionalità e la disponibilità dimostrata mi rendo conto di come il nostro tanto bistrattato servizio sanitario nazionale mostri delle vere e proprie punte di grande eccellenza, degne di una nazione civile. Grazie ancora
A livello fisico non ho praticamente avvertito alcuna sofferenza, c’è stato però un grande shock emotivo. In poche ore era cambiata una situazione di vita, la libertà d’azione derivata dall’integrità fisica non era più tale. Lo sconforto è stato grande: amarezza,delusione, tristezza e poi ti interroghi sui perché di un evento così inaspettato. Fattori congeniti (familiarità) e altri quali lo stress e l’impegno verso le varie attività e passioni che muovevano le mie giornate. Forse troppe, suggerivano alcuni, può essere; io comunque mi sentivo di poter gestire il tutto, con qualche affanno sì, ma anche con soddisfazione. I medici mi rassicurano abbastanza, senza sottovalutare il problema che è stato risolto in tempo utile, e mi confermano che potrò tornare alle mie attività normali con calma e qualche cautela in più. Al di là del rammarico, c’è ben presente in me la consapevolezza che i problemi di salute seri siano ben diversi, basta guardarsi attorno, quindi mi rendo conto che non devo essere troppo vittimista. Un conforto particolare in quei difficili giorni mi è giunto dalle tantissime visite, telefonate, messaggi che ho ricevuto. Davvero un ottima medicina per il mio cuore: dai miei famigliari, agli amici del paese ed a quelli conosciuti nel corso della mia vita, ai colleghi di lavoro attuali ed a quelli passati. Mi sento di dover ringraziare tutti per il loro sostegno.
Muovo i primi passi verso un periodo di convalescenza, è stato un vero e proprio “colpo al cuore”.
FIORENZO