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venerdì 21 dicembre 2012

Piazza dei Miracoli



Ancora una domenica all’insegna della ri-scoperta di luoghi dal fascino davvero unico .Un connubio tra sport  e turismo che mi ha fatto trascorrere un’altra giornata da incorniciare. L’occasione per questa nuova esperienza è venuta da un nuovo invito da parte dell’amico Federico per la maratona ( e mezza ) di Pisa . L’aspetto podistico  competitivo è stato la molla per costruire questa  frizzante e dinamica domenica, infatti lo spunto per prendere parte a questa gara era assolutamente agonistico  in quanto il gruppo che si è costituito per prendere parte alla mezza maratona aveva l’obbiettivo di portare al primato personale uno dei tre podisti in questione. Il gruppo era così composto : Federico ( top runner  del gruppo ) Salvatore ( atleta emergente ed in odore di P.P.)Paolo ( mio cugino a seguirli dietro senza velleità cronometriche)ed infine io quale accompagnatore , motivatore  e soprattutto amico. Anche in questa occasione per poter raggiungere con  un certo anticipo la località dell’evento la “ levataccia” che abbiamo dovuto effettuare è stata di quelle impegnative ma … ne è valsa assolutamente la pena . Quindi alle 5.30 io e Paolo siamo ad Ovada per completare il quartetto della giornata . Tutti puntuali come si conviene per gli appuntamenti importanti , “traslochiamo “sull’auto di Federico ,Salvatore prende le redini ( il volante )della situazione e diventa l’autista ufficiale .Viaggio tranquillo imbevuto di  argomenti podistici  soprattutto inerenti all’obbiettivo del giorno il possibile primato personale di Salvatore . A tutti sembra abbastanza probabile abbattere il muro dell’ora e 25’ da parte di Salvatore , in effetti visti i suoi ultimi allenamenti sono anche io molto propenso su un  suo miglioramento . Quindi gran parte del nostro viaggio è passato parlando di tempi , minuti al km , ritmi da tenere passaggi alle varie distanze intermedie ecc.. insomma una roba un po’ ( solo?) da malati , ma tant’è la cura non c’è!Dalla notte fonda della nostra provincia alle prime luci dell’alba liguri arriviamo  in terra toscana a giorno  anche se non sono ancora le 8 . Quando scendiamo dall’auto percepiamo l’aria leggera del mattino ed il suo tepore , è davvero un clima ideale per correre ma anche per fare i turisti , la parlata di chiaro accento toscano del podista a cui chiediamo informazioni ci mette di buon umore . C’è una  certa  musicalità  in questo linguaggio ed è un piacere sentirlo .  C’è fermento attorno alla piazza del ritrovo un via vai di podisti mi trasmette una gran voglia di correre , in effetti mi sono messo in tenuta e vorrei correre solo qualche km vediamo se ci riesco …Dopo il ritiro dei pettorali  varchiamo le mura della città ed entriamo in piazza dei miracoli dove è posto l’arrivo delle due competizioni . Non era la prima volta che entravo in quella piazza , ma lo stupore e la meraviglia che mi ha destato quello spettacolo  è stato pari a quello di tanti anni fa quando ancor bambino entrai in quella piazza; si è proprio con gli occhi del bimbo davanti ad un qualcosa che è talmente grande e bello che ne rimane rapito ,assorto , momenti unici…



Passato quest’attimo “miracoloso”dopo alcune foto di rito con i ragazzi li accompagno alla macchina per  la loro preparazione alla partenza in tenuta da gara con pettorale microchips, vorrei fare almeno il loro riscaldamento ,ma con la macchina fotografica in mano non mi riesce molto bene quindi capisco che è meglio seguirli con lo sguardo .La strategia di gara è chiara per Federico   dovrà” fare il passo” a Salvatore , sono carichi entrambi , mentre Paolo promette un crono tranquillo sotto l’ora e trenta . L’organizzazione sembra efficiente un largo viale è la cornice per la partenza delle due gare , oltre duemila partecipanti , un bel numero non grandissimo ma comunque un buon risultato . Dopo la partenza faccio rientro nel miracolo della piazza ed inizio il mio tour fotografico , i vari monumenti sono ancora chiusi al pubblico, ma mi “accontento “ dell’esterno, non sarò un gran fotografo , però queste macchine fanno miracoli ,   e qui siamo  nel posto giusto !è davvero entusiasmante cercare di inquadrare le varie prospettive che la piazza offre . Intanto scorrono i minuti ed io tengo d’occhio il mio cronometro e mentalmente seguo i miei compagni , ora dovrebbero essere al 5° km, ora al decimo e così via .  Il tempo scorre veloce quindi attorno all’ora di corsa mi metto in postazione d’arrivo perché è imminente l’arrivo dei  primi ,sono in una posizione davvero particolare perché assieme al’arrivo della gara ho davanti tutta la piazza . Con  tempi non esaltanti ma comunque di tutto rispetto inizia la lunga sequenza degli arrivi , provo un po’ di rammarico nel non  poter essere su quelle strade  e  gustare di corsa l’entrata in quella piazza , provo a pensare positivo  e ci spero ancora chissà…Scorrono i minuti e aspetto con ansia il duo “Fede-Salva”, mi sporgo per cercare di intravedere le loro sagome sul rettilineo finale , ci siamo … eccolo! solo Federico arriva nel tempo prefissato 1h 24’07’’, riesco a fotografarlo, ma dietro non vedo Salvatore . Recupero il “ nostro” top runner e gli chiedo  come è andata e mi dice subito che Salvatore ha avuto una crisi di fegato ed ha dovuto rallentare dopo il 10° km…. peccato . Dopo 1h  e 28’ arriva anche il nostro sfortunato protagonista  principale , qualcosa non ha funzionato , non so dice forse l’alimentazione eppure ho seguito gli stessi schemi delle vote precedenti in cui non ho avuto problemi simili .Succede nello sport come nella vita  a volte un traguardo sembra lì a portata di mano e poi ti sfugge per un piccolo particolare , comunque niente drammi in fondo è un divertimento ci saranno altre opportunità. E così dopo un primo momento di delusione il nostro amico pensa alle prossime occasioni , che grinta il ragazzo! è appena arrivato  e già vuol ripartire . Intanto Paolo fedele alle promesse ( come sempre) arriva in 1h29’, bella gara commenta con il suo solito fair play, non sembra neanche troppo affaticato forse è la sua filosofia di corsa che lo porta a non dare il massimo  e terminare sempre in “ scioltezza”. Dopo le impressioni a caldo invito i ragazzi a non raffreddarsi e quindi si vanno a fare una bella doccia nei locali messi disposizione dall’efficiente organizzazione . Quando rientriamo nella piazza dei miracoli assistiamo all’arrivo del vincitore della maratona , anche qui non tempi eccezionali , ma è pur sempre un gran bel correre oltre i 18 km/h per 42,195 km! Man mano vediamo arrivare    i vari partecipanti e capiamo ( una volta di più) che la fatica della maratona non è doppia di quella della mezza , provare per credere!!un occhio alla piazza ed uno all’arrivo dei maratoneti che spettacolo …Lo speaker annuncia anche l’arrivo delle prime donne assistiamo anche al loro arrivo.  E con grande entusiasmo accogliamo l’arrivo della quarta donna , che conosciamo bene : si tratta di Loretta Giarda un’atleta pavese che partecipa a molte gare del nostro circuito , ci sorprende ancora una volta perché “ stacca” un tempo di tutto rispetto 2h54’31’’ che la colloca tra le maratonete italiane più forti confermandosi su livelli molto alti già da diversi anni , brava Loretta! Concludiamo qui la parte sportiva della giornata ora facciamo un cambio d’abito interno  e diventiamo turisti e non per caso…

 
 
 
NOTA.
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martedì 11 dicembre 2012

La più bella


Una fredda domenica di dicembre che concludeva una settimana intensa dove le ore di riposo sono state davvero poche, doveva essere nelle mie intenzioni una giornata  trascorsa in un  relax casalingo interrotto solamente  da  una  tranquilla pedalata nelle pianure circostanti la mia abitazione  . Come accade molte volte le  intenzioni ed i programmi sono fatti per essere modificati, infatti contrariamente a quanto avevo preventivato ho trascorso una domenica molto dinamica ed entusiasmante . Questo grazie all’invito che Erika e Federico ( gli amici ovadesi ormai protagonisti  e partecipi del mio blog) mi hanno fatto per seguirli nel trial di Santa Margherita Ligure denominato : “La più bella “In realtà abbinata alla gara vi era una camminata che si snodava sul medesimo percorso e questo è stato il motivo per cui ho accettato di partecipare , perché avere la possibilità di percorrere i “ sentieri della fraternità” in una impegnativa , ma piacevolissima camminata ( con qualche tratto di corsa leggera)è stata davvero un ‘occasione unica per scoprire degli angoli incantati di quella parte di Liguria.La giornata è iniziata piuttosto presto , alle 7.00 sono  già ad Ovada  dove  raggiungo i miei compagni di giornata , pronti e scattanti Erika e Federico mi “ caricano “ sulla loro auto e partiamo alla volta di Santa Margherita Ligure , il termometro fuori segna -8°, ma noi pregustiamo già il tepore del mare  che ci aspetta .Quando scendiamo dall’auto al nostro arrivo sentiamo la differenza di temperatura , anche se non è proprio mite come ci aspettavamo comunque tutta un’altra musica rispetto al freezer della nostra provincia ! Nel locale dedicato alle iscrizioni riassaporo un po’ l’atmosfera podistica , anche se qui siamo già sul versante trial .Dei tre sicuramente quello più preparato è Federico , quindi tocca a Lui il compito di portare lo zaino con qualche genere di conforto ed eventuali cambi .Si parte !! iniziamo la nostra avventura in coda al gruppo al piccolo trotto , sono davvero tante le persone che partecipano a questa manifestazione di tutte le età singole o a gruppi , diversi con l’amico fedele ( il cane ) è bello vedere questo tipo di partecipazione questo vuol dire che la passione per lo sport , o più semplicemente per l’attività fisica sono un momento importante per accrescere le proprie esperienze e il proprio benessere .Mentre  stiamo lasciando il centro abitato per addentrarci nei primi boschi noto una coppia davanti a Noi che mi ricorda qualcuno, non sono sicuro però … mi affianco e riconosco  i volti di Monica e Stefano con i loro bimbi( 3 mesi Riccardo e 2 anni Federico)i sulle spalle , che sorpresa questo incontro . Questa coppia è una delle tante e piacevoli amicizie che ho stretto durante i miei anni di attività podistica . Proseguiamo assieme a Loro per qualche centinaio di metri giusto il tempo per salutare  l’ultimo arrivato della famiglia  e complimentarci per la loro bella storia , arrivederci a presto… Man mano che si sale il panorama è sempre più vasto , questo contrasto tra il mare e le montagne che si inerpicano sopra di Noi è davvero particolare , io inizio  a scattare foto in maniera eccessiva e Federico mi riprende dicendomi che il percorso è lungo e sempre più bello : “ risparmia le batterie “ sarà … ma intanto scatto ….. Corriamo anche perché questi sentieri in mezzo ai boschi sono davvero un invito alla corsa ,leggera facile un fondersi e confondersi con la natura . Sentieri che a volte ( molte ) si  fanno impegnativi  , ma basta rallentare un poco il passo  e diventano ancor più belli .Giungiamo ad un punto di ristoro in località “ Valle dei  mulini”. Oltre a ristorarci riceviamo anche interessanti informazioni sulla storia di questa valle da parte di un partecipante alla camminata . Anche queste piccole delucidazioni sono un valore aggiunto alla manifestazione grazie mille!!Sentieri che si snodano all’interno del parco che si intersecano con altri percorsi naturalistici , infatti oltre ai partecipanti alla camminata incrociamo molte persone intente nel loro giro domenicale. Proseguiamo sempre assorti dal paesaggio fino al successivo punto di ristoro posto a “ pietre strette “ anche qui la particolarità del luogo e gli scorci che se ne possono gustare ci fanno “ perdere “ qualche minuto . Inoltre cerchiamo di capire quali saranno i prossimi punti del parco che andremo a toccare . Da qui scendiamo fino a S. Rocco di Camogli , entriamo proprio nel paese ed arriviamo nella piazzetta  della chiesa siamo sul mare di fronte a Noi tutta l’arcata ligure da Genova fino a Savona e oltre sino alla Francia , dietro le montagne innevate del cuneese ehhh….. Ristoro a base di focaccia genovese che gradiamo particolarmente , attraversiamo qualche caratteristica “ cruse”e  proseguiamo nel nostro cammino .Da qui risaliamo ancora per ritornare a “pietre strette” passando per località Toca , i sentieri sono davvero duri in alcuni punti ed Erika chiede un aiuto supplementare una piccola spinta , ma è forse solo un aiuto psicologico , comunque tiene bene il passo ed anche io reggo nonostante il mio ginocchio ogni tanto mi dia qualche fastidio proseguo tranquillamente .Quando raggiungiamo ancora “pietre strette” ci concediamo una pausa al ristoro che troviamo molto ben fornito c’è anche il vino !” beh no quello non è per i partecipanti” ci dice il gentile addetto . Ma dove non arriva una cortese domanda  può arrivare la grazia femminile e così di fronte alla richiesta di Erika il nostro interlocutore non sa dire di no , quindi  vino focaccia e via … grazie e si riparte .La più bella continua … Da qui scendiamo fino a S. Fruttuoso . Anche durante la discesa gli angoli caratteristici sono davvero tanti e meriterebbero di essere immortalati  ruscelli piccole cascate ponticelli vecchi ruderi testimoni di un tempo lontano che sa di fatiche contadine .Ed è emozionante arrivare alla baia di S. Fruttuoso vedere la torre dei “ Doria” e l’abazia appena al di sotto , da qui attraverso un ‘arcata si accede alla piccola e incantevole spiaggia . L’accoglienza ed il tepore di quel luogo inviterebbe a fermasi oltre , ma il nostro percorso non è ancora terminato , ci gustiamo con gli occhi questo piccolo paradiso …e proseguiamo . Sempre nel piccolo centro siamo accolti da un ulteriore ristoro ( questa volta  il vino non c’è ma c’è la cioccolata )anche qui due gentili signore ci parlano un po’ del luogo , del famoso “ Cristo degli abissi “ che si trova appena fuori da quella baia , un’altra  piacevole sosta che oltre a rinfrancarci ci fa apprezzare l’ospitalità e la disponibilità di questi volontari .Siamo di nuovo in salita ed è  davvero impegnativa, ci conforta e ci accompagna il ritmo lento dell’infrangersi delle onde del mare sulle scogliere sottostanti .Dopo questo tratto percorriamo un sentiero in” costa “ a strapiombo sul mare . Uno spettacolo mozzafiato si apre dinanzi a Noi un panorama vastissimo che ci porta a vedere l’estremità più a nord della Corsica .Siamo in località base 0. Proseguiamo sempre in questa stupenda cornice fino a ritrovarci sopra al golfo di Portofino e appena dopo a quello di Paraggi . La mia macchina fotografica comincia dare segni di cedimento e devo limitare al massimo gli scatti , aveva ragione Federico !! un motivo in più per tornare l’anno prossimo … Rientriamo  quindi verso Nozarego dove eravamo già passati  nei primi km , e attraversiamo un viale che ribattezziamo  viale dei corbezzoli vista la presenza di numerose piante cariche  di  frutti dolcissimi .Percorriamo sentieri  che ci fanno sentire odore di primavera : le margherite sono in fiore !!Siamo alle porte di Santa Margherita Ligure , ma ancora in mezzo agli ulivi , alle terrazze coltivate con caparbietà dagli abitanti del luogo , mi fa molto piacere vedere quanto sia forte l’attaccamento  al territorio . Ormai ci siamo imbocchiamo le prime strade in asfalto ed entriamo nel centro abitato , un tratto in discesa e poi il lungomare dove è posto il traguardo  è finita  ..tagliamo virtualmente ( anzi praticamente ) la linea d’arrivo . Ringraziamo i volontari che ci accolgono e ci offrono ancora un abbondante ristoro e ci complimentiamo con loro per aver allestito una manifestazione davvero unica : LA PIU’ BELLA

NOTA.
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domenica 9 dicembre 2012

FLASH: Lalli campione!

Ci sono volute 19 edizioni prima che un italiano riuscisse a vincere gli Europei di cross!
Il primo a riuscirci è stato il molisano Andrea Lalli che oggi sul terreno innevato di Budapest ha vinto il titolo assoluto (dopo aver già vinto il titolo Junior nel 2006 e quello Under23 nel 2008).
Sul podio anche Daniele Meucci, terzo al traguardo.

sabato 24 novembre 2012

Turin Marathon

Più di un mese senza stendere un post, un mese nel quale sono stato piuttosto impegnato, oltre al lavoro alcuni problemi famigliari mi hanno condizionato molto. Nel frattempo proseguo le terapie per il ginocchio, dopo un ulteriore consulto con un noto medico sportivo. Sto lavorando su più fronti: potenziamento del quadricipite in palestra, bicicletta, magnetoterapia, e integratori a base di acido ialuronico. Con le dovute precauzioni si può tornare a fare attività ed io mi sto impegnando seriamente per riuscirci.

Durante questo mese ho seguito da vicino la preparazione per la maratona di Torino dell’amico Federico Giunti, l’ho accompagnato nell’ultimo lungo e mi ha tenuto sempre aggiornato sui suoi allenamenti. Mi ha fatto molto piacere seguire la sua preparazione. Dopo il tentativo fallito di Berlino, il muro delle tre ore era diventato per lui quasi una questione di orgoglio. Il potenziale c’era (e c’è tutto), mancava davvero poco era solo questione di gestire correttamente gli allenamenti, e allora mi sono permesso di indicare a Federico la strada da seguire: un programma mirato steso da un bravo allenatore, e vista la mia ventennale amicizia e collaborazione con Orlando Pizzolato, l’ho convinto a seguire i suoi consigli. Anche per Federico la conoscenza di Orlando è stata una vera sorpresa: la competenza, la disponibilità e la passione con cui Orlando segue ogni podista è davvero unica. E così anche Federico sempre restio a seguire programmi tabelle, ritmi ha tenuto un po’ a bada la sua esuberanza agonistica e a seguito quasi alla lettera le indicazioni del “suo allenatore”. I test sugli allenamenti lo davano con una proiezione da 2.57/2.58, ma bisognava farlo davvero.

Domenica scorsa ho accettato molto volentieri l’invito di Federico e dei suoi amici per seguirli in bicicletta durante la maratona di Torino. Partenza all’alba (anche prima) per raggiungere i quattro maratoneti a Ovada. Ci comprimiamo molto per stare in cinque su una macchina ma ci riusciamo bene. I ragazzi sono carichi, Federico è quello più determinato perché per lui l’obiettivo è importante, gli altri non sono da primato personale e correranno senza l’assillo del cronometro. L’atmosfera è quella giusta, parliamo tutti la stessa lingua è un italiano strano, ”il podistichese“: tempi, ritmi, maratone, mezze maratone …. Viaggio perfetto con arrivo proprio nel sotterraneo della piazza dove è posto il traguardo. La temperatura è piuttosto bassa ma il sole si sta alzando e questo è un buon segno. Entriamo in un bar per il solito caffè e per usufruire dei servizi, ma vista l’eccessiva coda Federico preferisce cercare un altro locale, mentre io rimango e appena mi volto vedo entrare Orlando Pizzolato. Bella sorpresa! Ci salutiamo e dopo qualche scambio d’impressioni sulle nostre vicende personali spiego a Orlando che sono a Torino per seguire il suo “allievo” Federico Giunti. Era qui un attimo fa avrebbe voluto salutare il “suo allenatore“ ma perdiamo l’attimo, Orlando deve recarsi alla postazione della RAI per la telecronaca, mi saluta con un ”in bocca al lupo” che giro a Federico quando lo recupero.

I ragazzi si lasciano trasportare dall’atmosfera e iniziano a girovagare per gli stand della maratona ed io li riprendo bonariamente dicendo loro che devono correre 42,195 km, forse sarebbe meglio non sprecare energie prima della gara.  Sono più concentrato sulla gara io di loro (!) comunque mi ascoltano e lentamente si preparano per la partenza. Il colpo d’occhio in piazza S. Carlo è davvero notevole, la festa sta per iniziare, fatico un po’ a destreggiarmi con la bicicletta e cerco di capire come poter fare per immettermi sul percorso ma visto l’elevato numero di ciclisti al seguito  dei maratoneti dopo lo sparo iniziale seguo la scia dei ciclisti ed entro sul percorso della maratona attorno al quinto chilometro.


Cerco di capire il passo dei maratoneti e mi è chiaro che devo andare avanti. Quando raggiungo i pace maker delle 3 ore, non vedo Federico, quindi proseguo ancora un po’ ma poi mi rendo conto che sono troppo avanti quindi attendo ancora il palloncino delle 3 ore, e un centinaio di metri dopo arriva Federico. Vano troppo forte mi dice e, in effetti, quando riesco a vedere un passaggio kilometrico (8° km) vedo che la lepre sta viaggiando a 4’10’’ un ritmo da 2.55 2.56, è un po’ rischioso e Federico è stato intelligente a non seguire quel gruppo. Corre molto bene, “facile”, il passo è giusto 4’13’’/ 4’14’’, mi passa il suo GPS perché non ama molto quell’oggetto, io lo sistemo sulla mia bicicletta e mentre mi fermo a sistemarlo, mi scorre davanti un volto conosciuto, si tratta di Paolo Zucca “super maratoneta“ di Acqui Terme onnipresente nelle gare locali e alle più importanti maratone italiane e straniere (ma come fa?). Lo saluto e gli dico che sto seguendo Federico che è appena più avanti, in pochi km Paolo raggiunge Federico gli si affianca e mi dice: “Così ci fai una foto assieme “. Quante energie, complimenti! Per la cronaca Paolo finirà la sua maratona (sono più di 50 ma non so esattamente quante) in 3h03’a 52 anni scusate se è poco…

Intanto s’iniziano a formare i primi gruppetti e nascono le amicizie di strada, ci si passa la bottiglia ai ristori, si parla del tempo che si vuole ottenere. Un maratoneta piuttosto attempato sembra avere il passo regolare e giusto, ma comincerà a staccarsi subito  dopo la mezza, ”cose che passano non ti voltare”. Certamente tra tutti i partecipanti che vedo, Federico mi sembra davvero quello che soffre di meno, me lo conferma anche lui quando gli chiedo come si sente. Anche l’atmosfera ai bordi delle strade è quella giusta, diverse bande musicali allietano il passaggio dei maratoneti e nei centri abitati la folla che applaude il passaggio dei corridori è davvero tanta. Forse sta crescendo anche in Italia la cultura sportiva. Cerco di essere utile a Federico agevolandolo nei rifornimenti. Per evitare la ressa ai ristori gli passo la borraccia a cadenze kilometriche regolari, e infine ci accordiamo per gli integratori (18° e 28° km).

Il passaggio alla mezza è perfetto 1h29’24’’, tutto sotto controllo, e adesso viene la parte più scorrevole. In effetti, la seconda parte tende a scendere, almeno nei primi km, ma non bisogna esagerare perché la strada da fare è ancora tanta. Lentamente con passo regolare Federico raggiunge il pace maker delle 3 ore, si accoda un po’ a loro, ma poi prosegue sul suo ritmo, molto meglio dei pace maker come regolarità di corsa. Al 30° km passiamo (ops... passa) in 2h07’00’’. Adesso devi sentire di avere ancora energie da spendere, molte energie, mentalmente pensa di correre così fino al 37° e poi negli ultimi cinque aumentare ancora, queste sono state le mie parole dopo il passaggio del 30°. In quei frangenti ero partecipe alle sensazioni di Federico, le sentivo quasi mie, ritornavo alle mie maratone e cercavo di trasmettere le sensazioni che dovevano essere positive come lo sono state per me (non molte volte, ma ci sono state) e che mi avrebbero portato a buone prestazioni.

Gli avversari davanti (che non definirei avversari perché non avversano nessuno, ognuno in maratona fa la sua gara, per pochissimi conta vincere, per molti conta il tempo, e per tanti arrivare alla fine) si avvicinano, la rimonta è inesorabile, questo sicuramente aiuta Federico che continua a rassicurarmi sulle sue condizioni. Inizio il conto alla rovescia degli ultimi 10 km, sono molti e devi essere concentrato gli dico, entrambi capiamo che “l’impresa” è lì a portata di mano, siamo in città nei lunghi viali che portano all’arrivo. I numerosi vigili mi intimano di uscire dal percorso, ma io faccio finta di non capire e proseguo appaiato a Federico. Ormai ho chiaro che il muro sarà abbattuto, siamo oltre il minuto di vantaggio sulle 3 ore, al 40° passiamo (ops, di nuovo…) passa in 2h49’30’’ci siamo è fatta, vai Fede!!! A questo punto è tifo da stadio. Appena dopo il 41° devo uscire dal percorso, ma capisco che è fatta davvero, mi spiace non vedere Federico tagliare il traguardo, ma non si poteva proprio. Risalgo lentamente tra la folla con la mia bicicletta e arrivo oltre il traguardo, dove tutti i finishers sono accolti dagli organizzatori. Pochi minuti e riesco a trovare il fresco maratoneta under 3h (2h58’46’’) con uno zio che è venuto ad attenderlo e a complimentarsi con lui per il brillante esito della gara.

L’abbraccio che ci unisce è sentito, carico di significato, siamo entrambi emozionati, un momento unico direi. Per un attimo ti estranei dal mondo e senti la felicità per un piccolo evento ma che per te in quel momento ha un grande significato. Negli istanti successivi questa gioia va comunicata alle persone più care, e allora Federico inizia un’infinita serie di telefonate, la prima è per la sua compagna Erika, che l’ha supportato, e sopportato durante la preparazione, certamente anche chi sta a fianco dell’atleta riveste una grande importanza e in questa situazione Erika ha dei grandi meriti. Poi le telefonate ai genitori e agli amici podisti che attendevano sue notizie, sono un momento in cui la soddisfazione personale va comunicata alle persone più care e a quelle che condividono la tua passione.


Dopo questi primi minuti entusiasmanti dal punto di vista emotivo, ritorniamo nel parcheggio per il cambio di abiti, e da come cammina Federico non mostra segni di sofferenza, anche questa è una bella soddisfazione. Dopo alcuni minuti cominciano ad arrivare anche gli altri compagni maratoneti. Il primo è Salvatore (3h15’ con pochissimo allenamento il ragazzo ha delle buone doti soprattutto in maratona), che è stato anche il più fedele compagno di allenamenti di Federico, ed anche qui l’abbraccio che li unisce per la gioia del risultato raggiunto è davvero unico, un piccolo quadretto di amicizia vera. Ancora qualche minuto e arriva anche Massimo altro compagno di allenamenti e gare del gruppo, la scena che si ripete è analoga a quella di qualche minuto prima. Il dottore termina in 3h37’ correndo sotto ritmo. Infine arriva anche Renato che vediamo molto sofferente e claudicante, un problema all’anca l’ha costretto dapprima a rallentare e poi addirittura a camminare, con molta caparbietà e determinazione è riuscito a giungere al traguardo, certamente il crono è stato molto alto rispetto ai suoi standard, ma la maratona riserva anche di queste sorprese bisogna saperle accettare e guardare ai prossimi obbiettivi.

Domenica scorsa sono ritornato maratoneta almeno nello spirito, ho condiviso con queste persone fatiche, gioie e sofferenze. Grazie ragazzi, ho trascorso una grande giornata ricca di emozioni!

FIORENZO

lunedì 15 ottobre 2012

Fermo per manutenzione

La timida ripresa che sembrava avviata nei mesi estivi è stata bruscamente e dolorosamente sospesa , nonostante le parziali buone sensazioni degli ultimi mesi , ho dovuto mio malgrado interrompere nuovamente gli allenamenti . Ho parlato infatti di parziali buone sensazioni , perché in effetti qualcosa che non andava c’era  e c’è tuttora , sicuramente la voglia di fare ed anche un reale iniziale miglioramento mi permettevano di correre pur con qualche dolorino , situazione che sembrava gestibile , ma che quasi sicuramente avrebbe creato maggiori problemi futuri . Questa è un po’ l’analisi di fondo che ha fatto l’ortopedico dopo avermi visitato e controllato attentamente la risonanza magnetica a cui mi sono sottoposto circa un mese fa . Una sentenza piuttosto amara perché dopo diversi mesi speravo di intraprendere  un definitivo  cammino di rientro all’attività podistica , invece  ho ricevuto un invito piuttosto  importante nel non proseguire oltre . Sentenza che dicevo fa male, è davvero un duro colpo al cuore , forse solo chi ha provato queste sensazioni può capire fino in fondo quale sia il senso di sconforto  e di amarezza  che si prova quando uno specialista ti “ vieta “ di compiere un’attività che ormai fa parte della tua vita , che è una valvola di sfogo delle tensioni quotidiane , un ‘importante momento di crescita personale , un momento di condivisione con altre persone , in definitiva una parte del “ tuo mondo “ . Tutto questo può sembrare eccessivo agli occhi di molti , e forse lo è ma il brusco impatto  a cui sono stato sottoposto ha suscitato in me queste spiacevoli sensazioni . Passata questa fase un po’ traumatica  ho provato a cercare  di capire se e come si possa fare qualcosa per riprendere l’attività , e qui lo specialista è stato più possibilista , ha parlato di uno stop per un paio di mesi nei quali mi ha consigliato una serie di terapie , quindi nuovi controlli e valutazione del nuovo stato del problema , nel frattempo le attività consigliate sono nuoto e bicicletta . Una prospettiva già meno amara della precedente anche se non riserva molte certezze, lascia comunque uno spiraglio  di speranza .Quindi armato di pazienza e buona volontà ho intrapreso questa nuova strada di cure da una parte ( già iniziate) e dall’altra mi sono munito di una cyclette per cercare di mantenere un minimo di attività aerobica .( che però devo ancora iniziare…)Il  mio legame con l’attività podistica rimane sempre costante nel seguire i tanti amici che si stanno battendo per raggiungere i loro obbiettivi personali , e così seguo con partecipazione la preparazione di Stefano Gatti ( amico vogherese che ha condiviso con Noi l’esperienza Ulp, ed è protagonista del blog “ nonsolodicorsa”) il duello di Paolo per la vittoria nel gran prix pavese , la tenacia con cui Federico  Giunti sta cercando di abbattere il fatidico muro delle tre ore in maratona , la determinazione di Matteo e l’entusiasmo che ha  dopo 40 anni di corse , La grinta  di Fabrizio che riprende sempre con grande impegno  dopo ogni infortunio . Potrei citarne ancora molti  altri, per ognuno di loro c’è  un desiderio ,una spinta per andare avanti per cercare nuovi traguardi  da tagliare , io mi sento un po’  al  loro fianco in questa infinita corsa terrena …

lunedì 1 ottobre 2012

Il muro di Berlino

Concludo il mese di settembre con una gara dopo tre settimane dall’ultima apparizione agonistica, non per mancanza di gare (anzi, non c’è che l’imbarazzo della scelta), ma per altri impegni domenicali (la vendemmia ormai è una passione come il podismo). La gara che ho affrontato nell’ultimo giorno del mese, ancora parzialmente estivo, è stata il 1° Trofeo Colli Tortonesi, valida come 10^ prova del Trofeo Dieci Comuni (alessandrini) e come 14^ tappa del Criterium UISP della provincia di Pavia. Una  prova di corsa in montagna che si è svolta a Villaromagnano (AL), un piccolo centro a pochi km da Tortona.
L’organizzazione della corsa è stata curata dal gruppo dei “tortonesi “ capitanati da Nicola Calia che oltre a sobbarcarsi l’impegno da organizzatore è pure riuscito a vincere nella sua categoria di età: un vero esempio di longevità atletica, passione  e buon senso. Il percorso della gara è stato modificato e accorciato vista la condizione di alcune strade sterrate, ed è risultato più filante e meno impegnativo ma ha comunque soddisfatto i partecipanti alla gara.
Percorso non duro dicevo, ma in realtà per me è stato piuttosto impegnativo: ero piuttosto pesante e contratto anche nei tratti pianeggianti ed in salita ho sofferto parecchio , solo in discesa sono riuscito (parzialmente ) a recuperare qualcosa. Negli ultimi allenamenti sentivo qualche timido  segnale di “risveglio” ma in gara non è stato così. Rimane la soddisfazione di aver concluso la gara senza particolari problemi al ginocchio e di aver trascorso una piacevole mattinata in un ambiente  sportivo molto amichevole. In ogni caso in queste ultime settimane sono riuscito ad incrementare leggermente il numero dei chilometri percorsi, anche se non riesco ancora ad impostare in maniera equilibrata un piano di allenamento con una corretta distribuzione degli allenamenti di qualità e quantità. Questo aspetto  è molto importante soprattutto per chi si prepara per gare come la maratona.
Fonte: bmw-berlin-marathon.com
 Proprio ieri era in programma la maratona di Berlino dove un caro amico, Federico Giunti, si giocava le sue possibilità di abbattere il muro delle 3 ore. Mentre ero in gara a Villaromagnano gli ero mentalmente molto vicino. Nei mesi scorsi io e Federico ci ci siamo confrontati cercando assieme di tracciare un piano di allenamento per raggiungere questo importante traguardo. Gli aspetti della vita quotidiana sono molto determinanti per affrontare la preparazione in vista di una maratona e la vita di un giovane e dinamico professionista fanno davvero fatica a conciliarsi con la metodicità di un piano di allenamento mirato. Federico è riuscito ugualmente a destreggiarsi tra impegni lavorativi allenamenti e diverse gare a cui ha generosamente partecipato, certo che questa “compressione” di impegni fatta di compromessi e alcune forzature non ha portato ad una preparazione  armoniosa. È stata comunque una stagione positiva dove si vedevano bene le potenzialità dell’atleta e quindi le possibilità di infrangere il fatidico muro c’erano tutte. Come sempre quando si gioca sul filo dei secondi tutto deve essere perfetto, nessuna sbavatura, nessun intoppo.
Quando sono rientrato a casa dopo la gara del mattino mi sono subito collegato “in rete” per controllare gli arrivi della maratona di Berlino. Mancavano pochi minuti a mezzogiorno e gli aggiornamenti erano in tempo reale: li vedevo man mano che arrivavano 2.50 . 255. 2.58, incrociavo le dita e speravo davvero apparisse il nome Federico Giunti, ormai eravamo sopra le tre ore ma c’è il real time, con tutta la gente che c’era, pensavo. Finalmente arriva 3h 04’ 15’’ real  time 3h 03’ 46’’, un’imprecazione che non posso scrivere! È mancato poco, non ce l’ha fatta. Sono un po’ deluso (chissà lui), però subito dopo penso e rifletto che è stata comunque una bella esperienza, il risultato atteso non c’è stato ma è stato veramente un periodo intenso vissuto con molto entusiasmo. Un’avventura che certo non finisce qui. Il muro, quello della discordia e della divisione è crollato a Berlino tanti anni fa, quello personale di Federico è rimasto su, ma ci sarà ancora la possibilità di farlo cadere. In bocca al lupo amico!

mercoledì 12 settembre 2012

Titolo!! e titolo??

Fine settimana ricco di impegni agonistici per me ma anche per i miei più vicini compagni d’avventura. Paolo si è esibito in una tripletta: venerdì  sera StraTortona, sabato pomeriggio camminata di Pasturana  e domenica mattina trofeo 45° parallelo ad Oriolo (frazione di Voghera). Mentre gli altri 3 della compagnia (io , Fabrizio e Matteo) si sono “limitati” saltando la prova di mezzo!
Atmosfera particolare venerdì sera alla StraTortona. Tortona è la mia città di riferimento dove sono nato , ho studiato , ho lavorato , ho corso e quindi è stato davvero un piacere recarsi nella elegante  Piazza Malaspina e ritrovare tanti volti conosciuti nei diversi ambiti della mia vita . Il ritrovarsi lì ancora una volta in pantaloncini ha ribadito la mia voglia di esserci di partecipare di sfidare se stessi e gli altri cercando anche di comprendere ( cosa non facile) il continuo calo di prestazioni . Sono state davvero tante le persone che ho  salutato e con cui ho parlato ex colleghi di lavoro , ex compagni di società , atleti che hanno smesso per problemi fisici , davvero una calda accoglienza che mi ha fatto un immenso piacere . Mi trovavo a parlare con una persona e con la coda dell’occhio ne vedevo un’altra che da tanto non incontravo , un susseguirsi di strette di mano e di scambi di battute sul passato , e anche sul futuro podistico (si spera!). Buono l’allestimento della gara a cura della Croce Rossa di Tortona , il percorso che si snodava nelle vie della città era suggestivo con il passaggio in vie  e piazze caratteristiche , piuttosto nervoso con una bella salita da ripetere 2 volte , insomma c’erano davvero gli ingredienti per rendere particolare questa gara . Nonostante qualche problema alla partenza ( tutto è filato per il verso giusto visto l’elevato numero dei partecipanti ) sono rimasto un po’ “ imbottigliato” ed ho corso “ in rimonta” è stato molto stimolante correre per le vie della città in un circuito da ripetere 2 volte( per un totale di 5,75 km) , è particolare la città vista “ di corsa “.Per l’occasione ci ha raggiunti anche Federico ( webmaster)da Milano  a cui  avevo parlato di questa stracittadina .Prestazione  sugli standard attuali comunque buone sensazioni e 52° posto finale, buono il livello tecnico della gara dove l’atleta di casa ; il giovane Vincenzo Scuro  ha dovuto “accontentarsi” della seconda piazza dietro il dominatore della stagione podistica locale : Edmil Albertone .
In attesa delle premiazioni a Tortona
Chiusa la piacevole serata in un locale della città in compagnia del solito gruppo di amici c’è stato appena il tempo di recuperare un po’ di energie in vista della gara di domenica mattina. Qui i numeri erano diversi ed anche la dislocazione : una tranquilla frazione alle porte di Voghera  attraversata dal 45° parallelo( quello che divide il polo nord dall’equatore)percorso totalmente pianeggiante e asfaltato di 7,7 km . La gara era valida come prova unica del campionato provinciale di corsa su strada . Vista l’assenza di atleti più quotati , Paolo ha vinto la categoria MM45 quindi è stato premiato con la maglietta di “ campione provinciale” un piccolo riconoscimento che fa onore ad una carriera podistica meritevole e molto dinamica viste le 3 gare consecutive!Anche io comunque non posso lamentarmi perché sono giunto a poche decine di metri da Paolo evidenziando qualche sensibile miglioramento di condizione.
Incamerato un “titolo ora andiamo  alla ricerca di un altro titolo , ma qui non si tratta di un titolo per meriti sportivi , qui si tratta di scegliere un titolo al libro che stiamo preparando sull’esperienza Uniamo la Provincia infatti siamo in contatto da qualche tempo con un editore che sta approntando l’impaginazione delle cronache delle tappe arricchite da note storico – geografiche -culturali  delle varie zone .Diverse sono le ipotesi , ma non siamo ancora arrivati alla sua definizione finale.  Dopo il titolo di Paolo aspettiamo l’altro titolo e poi... l’uscita del libro.

lunedì 3 settembre 2012

PISTAAAAA!!!!!

Doppia cronaca a cura di Fiorenzo & Matteo che si sono ritrovati sull'evocativa pista di Vigevano per un combattivo 5.000 metri. I due non si sono nemmeno messi d'accordo ma traspare una riflessione comune sul correre, l'età e il crono.

Il traguardo dei 30 anni di corse non ha certo placato il mio desiderio di proseguire nell’attività podistica. Il problema al ginocchio sinistro non è risolto e sarà di difficile soluzione; si tratterà di proseguire con le terapie già intraprese e vedere se le nuove cure offerte dalla medicina moderna potranno contribuire al miglioramento della situazione. Intanto fra un dolorino e l’altro (sopportati silenziosamente) sono riuscito a mettere assieme qualche allenamento che mi ha permesso di acquisire un minimo di condizione per affrontare le gare di fine estate.
L’atmosfera della gara mi mancava: la gara intesa come momento di verifica della propria condizione e come momento di ritrovo con gli amici podisti. Nella prima domenica di settembre era prevista una prova in pista del Gran Prix Fidal Amatori della provincia di Pavia: i 5.000 metri, una distanza classica del  mezzo fondo prolungato. Il mondo amatoriale sta un po’ perdendo contatto  con le distanze “classiche” dell’atletica leggera per spostarsi verso le lunghe distanze e le gare fuori strada. Per me  rimangono però un riferimento del valore di un atleta, per quanto basso sia il suo livello.
La gara si svolgeva a Vigevano nel mitico stadio “Dante Merlo”, e per questa occasione si è ricomposto il quartetto  che oltre a me conta  Paolo, Fabrizioe la nostra guida atletica Matteo, vero tempio vivente dell’atletica leggera. L’attesa prima della partenza – visto che la gara prevedeva cinque batterie – è trascorsa piacevolmente sugli spalti chiacchierando e tenendo sempre un occhio a chi correva in pista. Sugli spalti anche atleti con risultati passati che oggi farebbero impallidire i dominatori delle gare locali, come il bresciano Luca Selogni (15’12” sui 5.000 metri). Con lui ci siamo confrontati… verbalmente, perché in pista era impossibile!
La gara è andata esattamente secondo le mie previsioni. In base agli allenamenti effettuati e alla gara di Robbio Lomellina della settimana precedente, il mio ritmo gara poteva essere appena inferiore ai 4’/km: ritmi davvero blandi rispetto al passato, ma dopotutto è sempre bello essere lì a lottare ed impegnarsi. Questo significa che tutte le situazioni della vita che stiamo affrontando ci permettono ancora di poter fare queste cose, una vera fortuna. Abbastanza regolare la mia gara (chiusa in 19’45”) in cui, fin dalle prime battute,  ho seguito Paolo (anch’egli un po’ in ritardo di condizione dopo la caduta di fine luglio nella gara in montagna di Cegni) concedendogli solo pochi secondi sul finale. Il ginocchio sembra avere retto  alla prova quindi posso ritenermi soddisfatto della giornata sportiva. Ora con calma cerchiamo di proseguire con un po’ più di regolarità l’attività podistica, la StraTortona è alle porte.

   Fiorenzo



Difficile collocare un tempo come 22’47”5 a qualsiasi livello. Anche per me un tempo simile, solo un anno fa, sarebbe sembrato illogico su ogni distanza. Ma stamattina non è così. Stamattina è il mio tempo sui 5.000 metri fatto a Vigevano, sulla pista dello stadio Dante Merlo. Un tempo sofferto, ottenuto con impegno, cercando di non mollare ai 3.000 metri quando una crisi mi ha messo in difficoltà. Se un anno fa, quando sulla stessa distanza ancora riuscivo a fare 20'28", mi avessero detto che un anno dopo sarebbe stato questo il mio tempo avrei subito chiesto “ma cosa mi è successo?” Eppure sono contento, contento perché io il 5.000 l'ho corso. E anche questo modesto risultato, così fuori dai soliti schemi, mi da gratificazione. Sono soddisfatto perché io il 5000 l'ho corso, sudato, combattuto e vinto, anche se solo in questo limitato riscontro. Due mesi fa non immaginavo certo di arrivare ancora a correre i 5000 metri, anzi temevo di non poter più correre. Invece ce l'ho fatta e per quanto modesta sia la mia prestazione sono contento perché sono ancora un atleta.
La gara è finita, gli amici parlano dei loro risultati, delle ambizioni, delle prossime gare. Discorsi uguali ai miei di 12 mesi fa, quando ancora avevo traguardi e ambizioni pure io. Oggi invece il mio traguardo è molto diverso e altrimenti non si spiegherebbe il fatto che 22’47”5 è un tempo per me soddisfacente oggi. Anche se pure per un MM55 come me può essere definito molto modesto. Non so se riuscirò a far meglio, magari allenandomi un poco di più o almeno riuscendo a correre con più regolarità potrei farcela. Ma non mi importa più di tanto. Sottoscriverei lo stesso tempo tra 12 mesi, immediatamente, pur di poter ancora correre i 5.000 metri. È il pensiero che ho fatto, tornando a casa e lasciando le ultime case di Vigevano, sotto un cielo grigio e minaccioso di pioggia, in una domenica di fine estate, da modestissimo mezzofondista attempato.
Perché in questo anno di difficile attività, in cui più di un elemento sembrava farmi smettere di correre, anche definitivamente, una cosa l'ho imparata. Che quello che conta a un certo punto è correre e non a che velocità si va. Che alla fine 19 o 20 o 21 minuti sui 5.000 è relativamente importante. La cosa davvero significativa è essere lì, cambiarsi, scardarsi, prepararsi, ritrovarsi un altra volta coi pantaloncini e la maglietta e un bel numero attaccato con le spille, guardare lo starter aspettando lo sparo. Dopo alla fine non è cambiato poi molto, la gara è la gara, un altro mondo.
Posso essere scarso e fuori forma, posso perdere da un sacco di atleti ma io stamattina sono stato in gara. Da giovane, quando mi allenavo, forse anche io snobbavo un po’ gli atleti modesti. Valutavo il loro tempo come un biglietto da visita e se avevano un risultato migliore del mio aumentava la mia considerazione. Forse a 25 anni anche io guardavo i cinquantenni (allora molto rari) con meno considerazione di quanta meritassero e forse nel 1982 uno che avesse corso 5000 metri in 22’47”5 lo avrei considerato poco, anche se con più di 50 anni di età.
Ebbene correre mi ha insegnato molte cose e una è che ogni risultato è degno di rispetto, perché dietro c'è passione, impegno, voglia di sfidare avversari e cronometro. E che la sfida vale sempre la pena, anche quando vali solo 22'47"5 sui 5.000 metri. Perché quello che conta di più non è quanti ti sono davanti ma che tu sei li e gareggi, e quando leggi “ritrovo atleti” quel termine vale anche per te. Non sei uno spettatore, non sei uno al seguito, sei un atleta, uno chiamato dallo starter per partire. Ecco stamattina quello ero io, un atleta, e finché potrò ancora esserlo, anche facendo solo 22'47"5 sui 5000, sarà una cosa bella e importante, come è stata stamattina correre su quella pista rossa e blu a Vigevano.

   Matteo

mercoledì 22 agosto 2012

20 agosto 1982-2012: 30 anni di corse

Dopo aver dato spazio all’amico Matteo che ha ricordato i suoi 40 anni di gare nel post precedente, anch’io voglio seguirlo ricordando i miei 30 anni di gare podistiche. Infatti fu proprio il 20 agosto 1982 il giorno in cui affrontai la mia prima gara podistica. Era l’anno dei mondiali di calcio con l’Italia campione del mondo, e il calcio era lo sport che sicuramente amavo di più: quello visto, ma soprattutto quello giocato. Ricordo le lunghe partite ogni sera al piccolo campo del paese, passione e divertimento puro accompagnati dall’entusiasmo dei miei 18 anni. Il talento non era pari all’entusiasmo, anzi diciamo che era inversamente proporzionale, ma comunque bastava per rendere davvero piacevoli quelle sfide calcistiche. La passione per lo sport in generale mi portò ad accettare l’invito a partecipare ad una corsa podistica notturna in quel di Volpedo (a 3 km da Castellar Guidobono) assieme ad altri tre amici del paese.
La nostra preparazione atletica era inesistente, contavamo però sul fatto che essendo dei ”volenterosi” e dinamici calciatori questo ci avrebbe aiutato nell’affrontare una gara podistica. Alla partenza si presentò anche un gruppo di ”atleti veri”, quelli del Derthona  Atletica, gente che correva in maniera seria. Di quel gruppo facevano parte l’amico Matteo e altri atleti che negli anni a seguire sarebbero diventati miei compagni di allenamento e anche di società. Complice uno strano regolamento, questi atleti non vennero ammessi alla gara perché secondo gli organizzatori la partecipazione era riservata agli abitanti di Volpedo e paesi limitrofi. Questi atleti corsero tutti assieme per l’intero percorso giungendo ampiamente prima del vincitore ufficiale – tale Danilo Lugano, valido calciatore locale. Ricordo una gara impegnativa con salite dure e relative discese. La mia preparazione calcistica non mi aiutò molto, feci una gran fatica a percorrere i 7 km del tracciato, comunque mi impegnai molto giungendo 13°. Una premiazione generosa vide premiati quasi tutti ed anche io ed i miei compaesani ne beneficiammo. Conservo ancora gelosamente la coppa che vinsi offerta da “Rovaretti Giacomino”, un piccolo riconoscimento che contribuì ad appassionarmi a questo sport.
Nei primi anni la passione podistica fu condivisa con quella calcistica, poi – dopo qualche anno e qualche travaglio fisico (problemi alle ginocchia) – divenne totale, tanto da portarmi a livelli di impegno assiduo e metodico regalandomi anche diverse gratificazioni sportive ed umane.
Il ricordo di quel venerdì 20 agosto 1982 mi ha dato la motivazione per ricordare e festeggiare  questi 30 anni di attività; così, consultando i vari calendari provinciali, ho notato una gara proprio nella data del 20 agosto. Una  fortunata coincidenza perché è davvero difficile trovare una gara di lunedì, anche la località poi era accessibile. Anzi direi che è interessante andare a scoprire una  piccola frazione del comune di Cassinelle come Bandita, incastonata nelle prime pendici degli Appennini ad una quindicina di km da Ovada. Per l’occasione mi ha raggiunto da Milano Federico Webmaster, e da  Ovada  Federico Giunti che ci ha fatto anche da guida per raggiungere la piccola frazione. Nonostante questa gara non rientrasse nei loro programmi hanno voluto entrambi essere presenti per ricordare con me questo piccolo traguardo, un bel gesto di amicizia, grazie ragazzi!
Certamente il percorso della gara non era molto consigliato per chi ha dei problemi come i miei ma non era certo lo spirito agonistico che mi ha spinto a partecipare alla gara. Una partenza cauta nella discesa iniziale poi un’impegnativa salita nel bosco quindi un tratto in “costa“ e per finire una discesa su asfalto (5 km in totale). L’obbiettivo era finire senza danni, anche se nella seconda parte mi sono impegnato abbastanza ed ho lottato con l’amico Federico (Webmaster, Giunti era molto molto avanti…) che mi ha battuto con un portentoso allungo finale al quale non ho avuto la forza di replicare. Avvincente anche questa piccola sfida!


 
La fresca serata ha reso ancor più piacevole il dopo gara arricchito dal pasta party offerto dagli organizzatori. Assieme agli amici ho ripercorso le emozioni ed i ricordi di quel 20 agosto 1982, in cui un ragazzo appena diciottenne intravedeva gli spazi per un‘avventura sportiva ed umana che gli si prospettavano davanti. Con le persone con cui ho parlato ho cercato di trasmettere la soddisfazione per aver fatto questo lungo percorso di sport e di vita. Una vera fortuna aver avuto la possibilità di vivere tutti questi anni accompagnato da tanto “amore sportivo”. Un amore che nonostante il trascorrere degli anni non passa, forse cambia aspetto. Come il podista master e di lungo corso rallenta il passo e dissipa il furore dei vent’anni, così questo amore non ha più lo slancio agonistico per la ricerca della prestazione, ma vive e si rafforza solo per il piacere del benessere fisico e di quel senso di libertà che si percepisce passo dopo passo ogni volta che si affronta una gara o un semplice allenamento.

domenica 5 agosto 2012

Quarant'anni di atletica

Venerdì sera sono andato a fare una corsa notturna, a Silvano Pietra, piccolo paese pavese. Una gara di 5 km, di modesto livello, senza grandi pretese e del resto io, vista l'attuale condizione fisica, pretese non ne avevo altre che finire senza problemi. Però era una gara particolare per me, perché 40 anni fa praticamente quasi nella stessa data, a Silvano d'Orba, piccolo paese alessandrino, facevo la mia prima corsa. 40 anni di atletica: davo importanza a questo traguardo, e l'ho sentito particolarmente.

Ho iniziato a correre nell'agosto del 1972, quasi per caso. Avevo all'epoca un amico di Voltri, Lorenzo, che vantava la sua attività sportiva, ed aveva grosse ambizioni tra cui partecipare addirittura alle olimpiadi di Montreal del 1976. E in quei giorni c'era un manifesto in paese che parlava di una corsa notturna a Silvano d'Orba in programma il sabato successivo, il 5 di agosto. C'erano già alcuni che avevano seguito questo progetto e ci eravamo organizzati per allenarci alla mattina, la settimana prima dell'evento. Il lunedì ci trovammo in sei sotto la casa di Lorenzo. Non era il massimo all'epoca essere in giro in pantaloncini corti, maglietta da calciatore e scarpe da ginnastica. La gente ti guardava male. Partimmo in direzione del paese vicino, 5 km andare e altrettanti a tornare. Il giorno dopo percorso diverso fino a un altro paese, ma stessa distanza. Intanto il gruppo si era ridotto, due avevano dato forfait ed eravamo rimasti in quattro, determinati a correre quella gara.
Venne la giornata fatidica ma io avevo promesso di andare alla festa di compleanno di una mia amica. Così, con un altro che doveva fare la corsa, andammo e verso le cinque lasciammo la festa per andare a casa a prendere la borsa per la gara. Io non avevo un tuta, me l'aveva prestata un amico, era verde e con il simbolo della scuola ITC Abba di Genova. Gli altri erano già partiti e dovevamo arrangiarci per il viaggio. Da Campo Ligure fino a Rossiglione la facemmo in autostop, trovando quasi subito un passaggio. Quindi prendemmo il treno fino a Ovada e qui, con un attesa un po’ più lunga, nuovo autostop per arrivare a Silvano d'Orba. Arrivammo sul far della sera, e entrammo in paese cercando dove si confermava l'iscrizione. Ci diedero il pettorale e le spille e ci indicarono il cinema dove potevamo cambiarci. Su rudi sedie di legno indossammo i vestiti di gara, per me la divisa biancorossa e pantaloncini blu della squadra di calcio dove giocavo e la tuta verde del mio amico. Fissai il numero e andammo in piazza per aspettare la partenza.
In due facevamo la gara più corta di un solo giro, 1.200 metri. Facemmo una breve corsa di riscaldamento, per vedere la parte iniziale del percorso, poi tornammo in piazza aspettando il via. Erano nel frattempo arrivati i miei e altri parenti di noi che correvamo. La piazza era piena di gente, tra concorrenti e pubblico. Mentre ero lì guardavo il cielo color celeste, ormai avviato al tramonto. Mi chiedevo come sarei andato, se avrei battuto pochi o tanti di quei concorrenti. Non avevo la minima idea di quel che mi aspettava, volevo solo provare una cosa per me nuova. Improvvisamente venne dato il via, e vidi la massa muoversi. Seguii quel fiume di gente cercando di superare chi andava più piano di me. Ma non volevo strafare. Appena fuori dal centro del paese la strada saliva per una rampa. Lì cominciai a sorpassare molti, e man mano che ne passavo, e vedevo quelli davanti in crisi, cercavo di raggiungerli. La salita finì e svoltammo a destra tra le case. Una discesa e poi nuova breve salita, continuavo a superare gente che pagava la partenza troppo veloce. Mi sentivo bene e non avevo problemi. Non conoscevo nessuno e ogni volta che vedevo un avversario cercavo di superarlo. Dopo essere passati davanti a una chiesa svoltammo ancora a destra e cominciò a diradarsi il numero di corridori davanti. Nuova discesa e mi trovai sulla strada che portava alla piazza da cui eravamo partiti. Vedere là in fondo la fine della corsa mi diede nuove energie e voglia di aumentare. Passai due avversari di slancio e quando stavo per imboccare la piazza vidi davanti uno in piena crisi. Lo inquadrai e lo passai senza esitare raggiungendo la riga bianca del traguardo. Non sapevo come ero arrivato, mi tolsero subito il numero e andai a bere qualcosa e a cambiarmi.
Tornai sul luogo di arrivo e scoprii che ero settimo, e quindi tra i premiati. Mi toccarono due bottiglie di vino Dolcetto. L'altro del mio gruppo era arrivato tredicesimo ed era anche lui molto soddisfatto. Partiva la seconda gara su due giri, a cui partecipavano due di noi, Lorenzo arrivò secondo mentre l'altro si ritirò. Verso le dieci ci fu la premiazione e poi, in macchina coi miei, tornai al paese.
In piazza c'erano gli amici che mi aspettavano per sapere come era andata. Mi fecero i complimenti. Ero molto contento del mio settimo posto ma soprattutto delle emozioni di quella corsa, dell'atmosfera, delle sensazioni provate in corsa. Mi era piaciuto tutto. La mia passione cominciò quella notte d'agosto e dura ancora.

Ho fatto l'atleta prima da agonista juniores e seniores per dieci stagioni, praticando il mezzofondo (800 e 1.500 m). Poi a circa trent'anni ho fatto l'amatore, e stavolta facendo anche distanze maggiori, perché la velocità l'avevo un po’ persa. A 40 anni, da master, ho ridotto l'impegno, considerando che "tutto ciò che ancora veniva era sempre di più". E così ho continuato.

Non ho fatto solo l'atleta però, dal 1977 sono dirigente, prima in alcune società poi nel comitato provinciale Fidal. Dal 1982 sono allenatore, soprattutto di mezzofondo. E dal 1988 sono anche giudice. Non mi sono fatto mancare niente.
Ed ho ancora voglia di correre, per quanto con necessari limiti sia di impegno sia di distanze. Sperando la mia voglia possa continuare ancora per un po’.

Matteo Piombo

sabato 21 luglio 2012

Silenzio informatico

È trascorso più di un mese e non è stato ancora pubblicato un nuovo post. Il motivo principale è lo stato comatoso del computer di Fiorenzo, un coma ormai classificato come irreversibile. Fortuna che la memoria di un computer può essere copiata in un nuovo apparecchio, e quindi appena sarà finita la gestazione e il nuovo avrà sostituito il vecchio, le parole torneranno su questi schermi. Per noi umani invece la rigenerazione ha qualche vincolo in più, ed è così che l’infortunio di Fiorenzo tarda a risolversi.

Nel frattempo comunque c’è stato uno scambio sulla rotta Castellar Guidobono-Milano. All’andata, Fiorenzo e Federico ULP Giunti sono saliti a Milano per partecipare alla 38^ Missione dei Podisti da Marte. Era la sera del 21 giugno e faceva caldo, ma correre nel centro di Milano in compagnia e per una buona causa ricompensa di tutto. Federico era alla prima missione ed è rimasto affascinato dalle bellezze locali! Una volta messe le gambe sotto un tavolo, si è parlato anche di corse future. Riuscirà Federico a scendere sotto le 3 ore in una maratona autunnale? Finora i tentativi sono stati frustrati dalla troppa voglia di gareggiare in ogni occasione senza risparmiarsi in vista dell’evento clou o dalla voglia di unire maratona e turismo. Il crono richiede dei sacrifici…
Al ritorno, quasi una decina di gironi dopo, Federico Webmaster (ai comandi della tastiera in questa occasione) e Marco ULTRA Marchese hanno raggiunto Fiorenzo a Castellar Guidobono per un allenamento serale in collina. Ne è uscito un giro tutto su e giù tra asfalto e sterrato di 17km. Fiorenzo come al solito non si tira indietro quando c’è da correre anche se il buonsenso inviterebbe a stare più accorti. Alla fine ha retto meglio del previsto e senza gravi conseguenze. La collina ci ha regalato un’ottima temperatura e dei bei paesaggi.
Ora Marco volerà alla maratona di San Francisco e da queste parti sono in calendario la 19^ Marcia delle Pesche di Pozzol Groppo (6km serali il 27 luglio) e il 29° Trofeo San Zaccaria a Rocca Susella (tapa-trail di 15-25 km e gara competitiva di 7km che si svolgerà il 5 agosto). Due belle occasioni di incontro.
Silenzio, si corre.

lunedì 11 giugno 2012

Rientro agonistico

Domenica  scorsa   c’è stato il mio rientro podistico , mentre questa domenica c’è stato il mio rientro “agonistico” in occasione della 2^ StraViguzzolo, egregiamente organizzata dalla proloco e coadiuvata dagli attivissimi Nicola Calia  ed Enrico Pertusi.
In realtà la mia voleva essere solo una presenza per una corsa quasi “ di casa “vista la vicinanza dal” mio “paese( Castellar Guidobono)a Viguzzolo. La decisione di indossare il pettorale  è stata dettata dal desiderio di dare il mio piccolo contributo in termini di punteggio alla mia società nel campionato provinciale UISP . Chiaramente non è cambiato il mio approccio mentale alla gara, e quindi ho cercato di dosare le forze  non  forzando al massimo, cercando e sperando di percepire buone sensazioni dal ginocchio in fase di guarigione. Le 3 uscite della settimana ( 6 km lunedì , 8 km mercoledì e 8 km venerdì) mi avevano dato già un pochino di fiducia , ancora qualche piccolo fastidio , ma situazione sempre in miglioramento .
Il percorso scorrevole nelle campagne viguzzolesi  andava a ricalcare( per un tratto) uno dei miei “ giri”  di allenamento . L’impegno è stato controllato ma non blando e devo dire che ho faticato abbastanza  nonostante la velocità( parlare di velocità fa un po’ sorridere , meglio dire andatura ) ridotta. In definitiva un piccolo passo in avanti verso l’attività podistica , che non vuol dire solo gare , ma anche allenamenti , corse in libertà che mi fanno sentire attivo creando una sorta di benessere psico-fisico che migliora la qualità della mia vita.
Per la cronaca la gara è stata  vinta da Vincenzo Scuro ,giovane talento tortonese e atleta di livello nazionale davanti all’acquese Angelo Panucci che “regala” al vincitore oltre 20 anni , ma  dimostra ancora margini di miglioramento..complimenti anche a Lui. In campo femminile la vittoria è andata a Daniela Bertocchi .
Per concludere vorrei aggiungere una nota cronologica che riguarda la data di oggi  10 giugno che ricorda l’inizio di un tragico evento per la nostra nazione ,ma personalmente mi riporta al 10 giugno 1992 quando nella pista di Novi  Ligure stabilii il mio primato personale sui 10000 metri , una serata indimenticabile di una stagione indimenticabile . Una gara perfetta  con sensazioni di benessere e facilità di corsa sorprendenti. Ricordo perfettamente gli incitamenti dell’amico Matteo ,  e quando al 7° km mi disse che era il momento di soffrire la mia risposta mentale fu immediata “ non sto soffrendo sono in perfetto equilibrio”, ricordi e sensazioni  che sono per me uniche …

lunedì 4 giugno 2012

Profumo di corsa e di ginestra

Dopo diversi mesi, oggi ho vissuto una giornata sportiva intensa. L’appuntamento con il 32° Trofeo “Le 7 cascine” è stato l’occasione per un formale rientro alle competizioni, ma soprattutto per il rientro in un ambiente che davvero mi trasforma e mi rende felice attraverso una semplice pratica sportiva. Ho voluto essere presente  per il significato che gli organizzatori hanno impresso a questa manifestazione: celebrare la festa della Repubblica consegnando ai rappresentanti dell’associazione Libera la bandiera Italiana. Questa festa che  sancisce l’inizio dell’era democratica e repubblicana  nella nostra nazione che, a mio parere, trova un’applicazione pratica dei suoi principi costituzionali  nell’operato di LIBERA. 

Fonte: il leone & la gazzella
È  stato molto gratificante per me riprendere un po’ le vecchie abitudini domenicali: il ritrovo con Paolo e Fabrizio per la partenza da casa, e poi l’ambiente delle competizioni dove ho ritrovato tante persone che hanno condiviso con noi il progetto ULP (a proposito qui il link per la tappa di Tagliolo Monferrato), ma anche amici e podisti che conosco da anni. Lo definirei un rientro podistico, perché di agonismo non si può parlare. Ho corso e questo è stato davvero un motivo di grande soddisfazione personale.


Assieme agli amici milanesi Federico e  Simone mi sono iscritto alla “non competitiva” che si svolgeva in contemporanea e sullo stesso percorso della gara competitiva (inserita nel campionato regionale UISP): 9,3 km collinari assolutamente sconsigliabili ad un podista con i miei problemi, ma si sa un pizzico (o forse qualcosa in più)  di incoscienza pervade molti podisti, quindi… Ho cercato comunque di correre con calma facendo attenzione soprattutto alle discese più difficili dove il ginocchio era più a rischio. Le sensazioni sono state buone, il ginocchio sembra aver retto bene la prova. Un percorso davvero stimolante e panoramico con tratti caratteristici come l’attraversamento dei ruscelli all’interno del bosco o i passaggi impreziositi dal giallo profumo della ginestra. E come non parlare dell’accoglienza che gli abitanti delle cascine attraversate hanno voluto riservarci? Banchetto acqua e zucchero e doccia rinfrescante con la canna!

Dopo questo esito confortante della mia prova podistica, l’attenzione si è spostata al momento delle premiazioni e della celebrazione della festa della Repubblica. La consegna della bandiera italiana da parte di Franca Repetto, sindaco di Tagliolo Monferrato, a Paola Sultana, rappresentante dell’associazione Libera, ha concluso la parte commemorativa della giornata. Un ringraziamento a loro, ai rappresentanti provinciali e regionali della UISP, per aver organizzato questa giornata di sport ed impegno civile.

Infine le premiazioni. La gara è stata vinta da GianLuca Atzori  in campo maschile, e da Vera Mazzarello in campo femminile. Al termine della premiazione gli infaticabili organizzatori di questa bella iniziativa hanno dato la possibilità di pranzare all’interno del centro sportivo allestendo un menù che abbiamo gradito molto, un momento di aggregazione davvero piacevole!

Con la pancia piena e i cuori lieti, abbiamo completato la giornata visitando la corte e la cantina del magnifico castello del paese (l’interno è stato oggetto di una visita guidata per gli accompagnatori durante la gara) ed il borgo medievale adiacente. Un ulteriore riscoperta delle bellezze della provincia.

Qui tutte le foto

lunedì 28 maggio 2012

Con Libera e UISP a Tagliolo

Ancora un evento podistico che vuol legare passione sportiva e passione civile.
A Tagliolo Monferrato (AL) domenica  3 giugno si svolgerà il 32° Trofeo 7 Casine, una corsa ormai classica nella zona dell'ovadese. Quest’anno la prova è inserita nel campionato regionale UISP. Un importante riconoscimento per questa gara che il comitato provinciale della UISP, presieduto da Franco Galliani, ha voluto dedicare all’associazione LIBERA per ribadire i concetti di legalità, di giustizia e di lealtà attraverso la pratica sportiva.

La giornata assumerà anche valore di commemorazione della festa della Repubblica. Pertanto interverranno alla manifestazione: la banda del Comune di Tagliolo Monferrato e il sindaco Franca Repetto che donerà la bandiera italiana all'Associazione LIBERA; Franco Galliani, Presidente Comitato Provinciale UISP di Alessandria; Francesco Aceti, Presidente Regionale UISP; Paola Sultana, Presidente Associazione "Libera" di Ovada.
Per chi vuole vivere la giornata a 360° gradi, oltre alla corsa podistica (circa 9 km collinari), sono previste visit eguidate al castello Pinelli Gentile, al museo Ornitologico e alla Corte del Vino. Inoltre pranzo e intrattenimento musicale.
Io sono ancora alle prese con l'infortunio ma ci sarò e naturalmente proverò a correre!
Clicca qui per scaricare il volantino

sabato 19 maggio 2012

Coinvolgimento totale

L’esperienza del 25 aprile  ha rinnovato lo spirito di unione e di amicizia con le tante persone che hanno condiviso con noi una giornata davvero speciale  e soprattutto ci ha visti partecipi di una manifestazione  sulla memoria che mi ha coinvolto in maniera profonda .Ancora una volta il mio , il nostro grazie va a tutte le persone , gli enti e le autorità che hanno collaborato e  reso possibile questo evento , sono emozioni e ricordi che rimarranno impresse nella mia mente. Questo coinvolgimento così totale mi ha permesso di correre oltre 30 km lungo le magnifiche strade della nostra  provincia quasi per magia i problemi muscolari che avvertivo e avverto ancora sono scomparsi e ho vissuto intensamente anche la parte podistica della manifestazione.
Nei giorni successivi nonostante l’enorme numero di km percorsi  con un allenamento davvero esiguo non avvertivo particolari dolori e pensavo di aver superato il momento più difficile ed essere avviato verso un lento recupero , purtroppo dopo circa una settimana i problemi al ginocchio sinistro si sono fatti sentire in maniera davvero notevole  , tali da non consentirmi il minimo approccio alla corsa , anzi , anche la mia camminata era piuttosto claudicante . Un’altra sosta forzata , senza sapere bene cosa fare per risolvere il problema . Il fisioterapista che mi sta seguendo da diversi mesi mi ha suggerito una visita ortopedica per verificare ciò che Lui sospettava , ossia un danno alla cartilagine del ginocchio in questione .L’ipotesi si è verificata giusta e anche il dottore che mi ha visitato ha confermato quel sospetto , problema dovuto all’asportazione del menisco mediale  a cui sono stato sottoposto nel lontano 1985 , questa mancanza di ammortizzamento ha creato un sovraccarico sulle cartilagini del ginocchio che ora ( dopo tanti anni e tanti km ) risultano piuttosto usurate .Questo trattamento ha lo scopo di rigenerare in parte i tessuti delle cartilagini usurate . Bisognerà attendere qualche settimana per sentire(si spera )  i benefici di questa terapia . Intanto osservo tanti amici correre lungo le strade e le piste di tutta l’Italia ( e non solo)sperando di unirmi a loro tra qualche  tempo. Aspetto fiducioso…

lunedì 14 maggio 2012

Tutto ULP


Questo post è una sorta di sommario per navigare nel progetto e nelle cronache de UNIAMO LA PROVINCIA. Un viaggio in provincia fatto di immagini, parole e sapori alla riscoperta del territorio.



Il libro nasce da una esperienza persona e collettiva. E’ la realizzazione di un sogno divenuto progetto, in cui i protagonisti hanno saputo unire passione sportiva e impegno civile, solidarietà e affetto per la nostra terra, memoria storica e interesse per l’ambiente, iniziativa individuale e lavoro collettivo: persone, associazioni e istituzioni. Così il libro racconta, in modo diretto, la cronaca di un viaggio che ha toccato tutti i 190 comuni della provincia di Alessandria, in ben sessanta tappe percorse a piedi da Fiorenzo e Paolo, insieme a tanti altri amici e collaboratori, attraverso le zone dell’Alessandrino e del Monferrato.  L’avventura podistica si è intrecciata all’impegno per costruire consapevolezza e responsabilità intorno a temi importanti e in certi casi “scomodi”. E mentre scalavano i 1106 chilometri del percorso, riscoprendo le bellezze del territorio e le tracce della sua storia, consegnavano  ai sindaci il messaggio di legalità di LIBERA, contribuendo anche alla raccolta di fondi per la ristrutturazione del primo bene confiscato alla mafia in provincia:  la Cascina “Saetta” a Bosco Marengo, intitolata al magistrato siciliano Antonino (che per qualche anno prestò servizio ad Acqui Terme) ed al figlio Stefano uccisi insieme in Sicilia da Cosa Nostra.
Un libro in cui testi e immagini narrano ed insieme suggeriscono  al lettore di mettersi anch’egli in cammino.

Dalla quarta di copertina


Cronache delle tappe (in fondo ad ognuna c'è il link per vedere le fotografie).
Eventuali altri post potranno essere ricercati facendo uso dei menù nella colonna destra del blog.

1. Buona la prima!!


 

lunedì 30 aprile 2012

Ultra ULP per il 25 aprile

Non mi era mai capitato di festeggiare la ricorrenza della Liberazione come è avvenuto quest'anno. Al valore innegabilmente patriottico che riveste il 25 aprile si è aggiunto quello affettivo che da un anno mi lega alla provincia di Alessandria grazie all'ULP di Fiorenzo e Paolo. Per non parlare della possibilità di utilizzare la corsa come mezzo per testimoniare l'impegno sociale (grazie anche a Libera e alle iniziative dei Podisti da Marte) e onorare il ricordo dei caduti per quella libertà che possiamo dare per scontata ai giorni nostri.
Alla partenza
La giornata ha inizio come molte delle tappe all'ULP: arrivo a Castellar Guidobono verso le 8:30 e trovo Fiorenzo e Paolo ad aspettarmi nel cortile di Paolo. Parcheggio l'auto e ci avviamo in compagnia di Francesco verso Serravalle Scrivia, dove abbiamo appuntamento con Fabrizio, sua moglie Anna e il figlio Matteo (che sono i cameraman ufficiali del gruppo), Maurizio (che avrebbe voglia di correre ma fa da accompagnatore), Federico (il webmaster dell'ULP e compagno di squadra che mi ha fatto conoscere Fiorenzo), e tutti gli amici dei Podisti da Marte direttamente da Milano, capitanati dall'ideatore dell'iniziativa, Fabrizio Cosi.
La carovana de SULLE STRADE DELLA MEMORIA si sposta quindi verso il Sacrario dei Martiri della Benedicta nel comune di Bosio, percorrendo all'inverso gran parte del tragitto che di lì a poco ci troveremo ad affrontare: salite e discese lungo un percorso naturalistico che davvero toglie il fiato (e che lo farà anche dal punto di vista podistico).
Prima di arrivare al Sacrario, veniamo raggiunti da Maura col marito Gian Paolo (che verrà 'costretto' a correre qualche frazione) e da Federico, altro assiduo frequentatore dell'ULP, e dall'amico Salvatore, con i quali ho corso una 30 km a Piacenza quasi due mesi fa, gara che ricordo come una delle più divertenti che mi sia mai capitato di affrontare, grazie alla compagnia gradita e gradevole.
Il gruppo alla Benedicta
Arrivati alla Benedicta, veniamo accolti dal sindaco di Bosio e dai rappresentanti della comunità montana e del parco naturale, oltreché da Carlo Piccini, coordinatore provinciale di Libera, e da Franco Galliani, presidente provinciale della UISP. Al saluto delle autorità segue il ricordo dei Martiri Partigiani e del valore della Resistenza, principi che contribuiranno a ispirare la nostra corsa verso la Stele ai Caduti della Pinan Cichero a Cantalupo Ligure.
Sì, perché la strada del ricordo non è solo una viaggio nella memoria, ma anche un viaggio fisico, podistico, che unisce questi due luoghi simbolo del 25 Aprile all'interno della provincia di Alessandria. Oltre 48 km che non ci spaventano certo, da percorrere a staffetta con punti di cambio ogni 5/6 km oppure tutti d'un fiato, obiettivo che ci poniamo sin dalla partenza io, Paolo e Fabrizio Cosi.
Dal Sacrario dei Martiri della Benedicta (Capanne di Marcarolo - Bosio) alla Stele ai Caduti della Pinan Cichero (Pertuso - Cantalupo Ligure)
Terminate le foto di rito, siamo pronti per l'impresa: si parte in discesa ma dopo un paio di km ci troviamo ad affrontare la salita più o meno costante fino al km 12. Il tempo è variabile: in queste prime fasi il sole lascia spazio ad alcune nubi e per qualche attimo sembra quasi che possa piovere. Ma il leitmotif della giornata è decisamente il vento, a tratti davvero fastidioso, che ci accompagnerà fino all'arrivo, quasi a non volerci far arrivare al traguardo, ma noi... siamo più forti!
Dopo una mia sosta fisiologica non rimandabile, devo accelerare in discesa per un paio di km per raggiungere il gruppo. Raggiungiamo prima Bosio e successivamente Gavi, e mentre molti staffettisti si danno il cambio, io, Paolo e Fabrizio rimaniamo le costanti. Percorriamo ora strade statali, ma c'è spazio ancora per strappi in salita come la Crenna, deviazione in pendenza di un paio di km che operiamo per evitare una galleria. Raggiungiamo quindi Vignole e successivamente Borghetto, in Val Borbera, e in questo tratto rimaniamo proprio noi tre. Il paese con le sue frazioni sembra non finire mai, ma finalmente torniamo sulla statale e ci fermiamo un minuto per l'ultima sosta: il mio GPS segnala esattamente 42 km 200 metri, per cui siamo arrivati alla distanza della maratona, in poco meno di 4 ore. Da lì in poi per me, sia dal punto di vista della distanza che del tempo, è territorio vergine.

Ultimi Km: Marco è sempre con Paolo
Ripartiamo per gli ultimi 7 km (di leggera salita) e si aggiungono Fiorenzo, Fabrizio e i due Federico. Ci dividiamo in due gruppetti e il primo accumula un centinaio di metri di vantaggio, per cui a un certo punto decido di testare me stesso e vedere se dopo 45 km sono ancora in grado di operare una progressione per andare a recuperare i primi, Paolo e Fabrizio. La risposta è decisamente affermativa e ci dirigiamo verso gli ultimi km della nostra impresa.
A poche centinaia di metri dall'obiettivo ci ricompattiamo e raggiungiamo assieme la Stele ai Caduti della Battaglia di Pertuso, nel comune di Cantalupo Ligure. Sull'onda dell'entusiasmo affrontiamo i gradini che ci separano dal monumento e dalle celebrazioni, ma io e Paolo durante il discorso delle autorità non possiamo far a meno di sederci per allentare i muscoli.
La commemorazione di Pertuso
Per la cronaca sono stati percorsi 48,5 km quasi spaccati in poco più di 4 ore e mezza (4h 32' al mio orologio), non considerando le pur brevi soste, per una media di 5:37 al km, decisamente niente male come prima 'ultra' seppur autogestita.
Altimetria de "Sulle strade della memoria"
Al valore del ricordo e alla 'gioiosa' fatica della prestazione podistica segue la merenda senoira, una selezione delle delizie locali consumate in una vicina locanda: il modo migliore per concludere tra amici questa splendida giornata.
ULP! ULP! ULP!
  
     Marco