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lunedì 1 dicembre 2014

Spazzolando Valenza

Un’altra domenica all’insegna del podismo coniugato ad un messaggio sociale di grande importanza.
Domenica 23 Novembre sono riuscito  a partecipare ad una significativa iniziativa degli amici Spazzorunners, al secolo Gianfranco Gandino e Roberto Pasquinelli, che ho avuto il piacere di conoscere durante la tappa 56 de Uniamo la Provincia (Running ecologico).
Ormai sono più di tre anni che il simpatico duo propone iniziative intelligenti che partendo dalla passione per il podismo vogliono lanciare un messaggio di sensibilità e attenzione verso l’ambiente che ci circonda. Puliamo il mondo di corsa è il loro slogan. Quante volte nei nostri allenamenti e nelle gare che andiamo ad affrontare in giro per la provincia, e anche oltre, vediamo situazioni di degrado ambientale intollerabili per una società civile. Quindi dall’indignazione i nostri amici sono passati ai fatti creando questo gruppo che vuole lanciare un messaggio di civiltà e rispetto per l’ambiente attraverso la pratica del podismo. L’iniziativa di domenica 23 Novembre era denominata “Spazzolando Valenza”.
Ritrovo in piazza Benedetto Croce dove i nostri intraprendenti amici distribuiscono a tutti i partecipanti l’occorrente per mettere in pratica i loro scopi  di tutela e rispetto per l’ambiente: un sacchetto ed un paio di guanti per la raccolta dei rifiuti abbandonati ai bordi delle strade che andremo a percorrere.
Il gruppo è piuttosto variegato: ci sono famiglie con passeggino, signore con cane al seguito, mamme con figli, biker ed anche podisti veri e propri che arrivano al ritrovo dopo una prima sgambata.
Sempre brillanti e coinvolgenti i due amici ragguagliano il gruppo sul percorso che andremo ad affrontare  e sulle modalità di svolgimento: un giro ad anello di 13 km (oppure 10 km con ritorno sulla stessa strada percorsa all’andata al 5° km) uscendo dall’abitato di Valenza, nelle colline adiacenti alla città. Partiamo al piccolo trotto e appena fuori dall’abitato i due leader del gruppo ci danno l’ok per l’inizio della raccolta di rifiuti che abbandonati ai bordi delle strade. È davvero impressionante quanti segni di inciviltà vediamo ai bordi delle strade che stiamo percorrendo. Siamo strade tranquille immerse nel verde della campagna ma i segni di noncuranza e scarsa attenzione al suolo pubblico sono sotto gli occhi di tutti: bottiglie di plastica, pacchetti di sigarette, pezzi di plastica, cartacce, accessori di automobile (troveremo anche due copri cerchi per auto). Insomma ce n’è per tutti, e tutti si impegnano nella raccolta di questi oggetti dismessi. Si crea una bella atmosfera di gruppo, dove diverse persone che amano lo sport e l’ambiente si ritrovano per una finalità sociale a tutela e rispetto della natura che ci circonda.
Il percorso è davvero suggestivo, siamo in un ambiente dove è piacevole correre, le numerose ville attorno alla città rendono ancor più elegante il panorama che ammiriamo. Giunti al 5° km siamo sul punto più alto del percorso in corrispondenza del campo da golf, proprio spettacolare lo scenario che abbiamo davanti.
Io, i due organizzatori e altri podisti rientriamo in città, facendo il percorso a ritroso, mentre il resto del gruppo procederà in un giro ad anello. Durante il tragitto di ritorno corriamo con un pò più di continuità, l’operazione raccolta rifiuti è terminata al 5° km .
I due instancabili “spazzo” parlano delle difficoltà che incontrano nelle loro iniziative, “Puliamo il mondo di corsa” è un messaggio difficile da trasmettere, da far comprendere; loro lo stanno facendo con impegno e serietà ma senza far mancare quel pizzico di ironia che rende ancor più vivaci le loro iniziative.

Fonte: Facebook

Giunti nella piazza del ritrovo depositiamo il “bottino”, i nostri sacchi sono abbastanza pieni di rifiuti.
Un gradito ristoro predisposto  dagli organizzatori  e da alcuni partecipanti fa da corollario alla bella mattinata trascorsa  in compagnia. Un po’ di foto di gruppo per testimoniare la riuscita dell’iniziativa , un saluto a tutti e via si rientra  a casa.
 Un plauso a Gianfranco e Roberto ed a tutti i partecipanti, bravi avanti così!

lunedì 24 novembre 2014

Le 8 ore di Gianni

Il piacere e la passione per la corsa possono declinare in tante maniere diverse, ecco allora che un podista giunto a 50 anni trova motivazioni andando alla scoperta di nuove frontiere della fatica. Non parlo di me, ma di un amico, Gianni Novello, con cui ho condiviso numerosi allenamenti e gare in questi anni di attività sportiva. Domenica 16 novembre Gianni ha voluto cimentarsi in una sfida prima di tutto personale, e poi anche per dare un esempio di come  la determinazione e la forza di volontà possano spingere verso limiti impensati il corpo umano. Non nuovo ad esperienze estreme o quantomeno impegnative (ricordo la maratona in pista in solitaria, la Tortona monte Giarolo /50 km, nonché  gli oltre 50 km percorsi il 1°maggio 2013 nell’esperienza “Il cammino dei lavoratori”), Gianni in questa domenica di novembre ha programmato la sua 8 ore in pista. Atleta dalle buone potenzialità,in tanti anni di attività ha conseguito validi risultati su tutte le distanze del fondo e mezzofondo,ma quello che lo ha reso un atleta a 360° è stata la sua ecletticità,in quanto si è cimentato in varie discipline atletiche ottenendo buoni risultati nei salti e nei lanci , un vero e proprio decatleta. Il tutto in maniera molto naturale,senza sostegni tecnici ma con il solo supporto della propria volontà. Accanto alla carriera atletica, in tanti anni di attività Gianni ha saputo coniugare impegni sportivi e un percorso di vita che lo ha portato a costruirsi una bella famiglia ed un’attività di piccolo imprenditore molto apprezzata. Tenacia , volontà, doti fisiche questi gli ingredienti per una carriera sportiva che prosegue con rinnovato impegno. In estate Gianni mi aveva parlato di questo progetto,e come un galantuomo che mantiene le promesse è stato di parola. La pista di Tortona è stata il teatro di questa sfida personale, e come è nel suo stile ,Gianni non ha voluto molto clamore attorno a questo evento,tanto da autogestirsi in tutto e per tutto nella realizzazione  del progetto.
 
Domenica mattina verso le 7,30 mi trovo presso lo stadio “Fausto e Serse Coppi” di Tortona appena dopo arriva  Gianni con il suo borsone dove ha predisposto tutto l’occorrente per questa  impegnativa sfida. Semplice ed efficace il metodo per contare i giri percorsi; un piccolo marsupio contenente 200 stuzzicadenti; ad ogni giro ne viene buttato uno in un contenitore. Dopo aver predisposto un tavolino per i rifornimenti da assumere durante le 8 ore siamo pronti per partire. Il sole tenta di” bucare”la nebbia che avvolge la collina tortonese, gli auspici sono quelli di una bella giornata autunnale .Poco dopo le 8 Gianni è pronto per partire , io lo seguirò per la prima ora, con l’intento di tornare nel pomeriggio per la parte finale .  Pronti … via! entrambi facciamo scattare il cronometro, deciso e concentrato il “ragazzo” parte  ad un buon ritmo,forse un po’ troppo alto vista la lunghezza della corsa , e soprattutto vista la preparazione non proprio da ultramaratoneta. Infatti Gianni mi confida di  aver corso al massimo 3 ore, considerando che qui si andrà più che a doppiare  quel tempo sono un po’ preoccupato, anche se confido nelle capacità fisiche e soprattutto mentali dell’atleta. Corriamo a 5’40’’ al km un impegno facile per ora  ma vista la lunghezza della prova direi che è anche sin troppo forte. Il ruolo dell’accompagnatore è anche quello di rendere più sopportabile la fatica dell’atleta protagonista, rendere meno noioso il continuo giro di pista,ed ecco allora che i primi km sono una sorta di panoramica sul mondo podistico, commentando assieme le alterne vicende di questo piccolo cosmo che ci coinvolge ed appassiona da tanti anni. I km scorrono tranquillamente, con regolarità Gianni beve e assume integratori , un aspetto  importante da non sottovalutare. Trascorsa la prima ora lo saluto , e lo incito per la prosecuzione dell’impresa, e gli prometto di tornare nel pomeriggio per la parte finale, ora dovrebbero alternarsi altri amici ad accompagnarlo  GO GIANNI!!
Poco prima delle 15 faccio ritorno nella pista di Tortona, anche l’amico Matteo ha voluto essere presente all’epilogo di questa significativa prova di determinazione. Quando entriamo nell’impianto sportivo  vediamo Gianni impegnato nel suo ennesimo giro di pista, lo stile di corsa è ancora buono nonostante le tante ore trascorse. Mi accodo a Lui e gli dico : “ora andiamo in fondo”.Mi racconta della giornata ,  e degli accompagnatori che si sono avvicendati nelle ore precedenti. E’ ancora lucido e parla tranquillamente, chiaramente affaticato ed indolenzito, comunque in grado di portare a termine tutte le 8 ore di corsa. Oltre alla moglie una piccola folla di amici  si accalca  ai bordi della pista nell’ultima mezz’ora di corsa. Cerco di “trascinare” Gianni aumentando un po’ il ritmo, il mio effetto un pochino si fa sentire e Matteo lo sottolinea dandoci continuamente i ragguagli cronometrici. La piccola folla prende ad incitare il protagonista. Negli ultimi giri un tifo da stadio mette un po’ le ali ai piedi  di Gianni che  conclude con un ultimo 400 in un  un’azione di corsa  efficace. Riusciamo a concludere le 8 ore di corsa  proprio in corrispondenza della linea  d partenza.
Un applauso  e diversi abbracci per la riuscita della prova, un momento emozionante e coinvolgente.
Il risultato tecnico ( 73,2 km ) poco importa ai fini della riuscita della prova.
 Complimenti Gianni 8 ore di sport , passione e condivisione di valori.
 Grazie.

 FIORENZO

sabato 8 novembre 2014

New York 10 anni dopo

Si è disputata pochi giorni fa la 44^ Maratona di New York. Quest’anno l’ho seguita in modo particolare, e forse più sentito delle precedenti edizioni, in quanto questo era il decimo anniversario dalla mia prima ed unica partecipazione a questo importante evento, sportivo e non solo. Era nelle mie intenzioni, e in quelle dei miei compagni, ritornare a correre a New York in questa ricorrenza; così non è stato per una serie di motivi, primo tra tutti il problema al ginocchio che non mi ha consentito di prepararmi in modo adeguato ad una gara così impegnativa. Resta comunque l’aspirazione, il desiderio forse un po’ utopico di poter  ritornare a correre su quelle strade perché le emozioni che ho vissuto la prima volta sono state davvero uniche e ne conservo un prezioso ricordo.

Il gruppo che si era creato all’epoca per partecipare alla maratona di New York, mi aveva – per così dire  – incaricato di gestire le iscrizioni e l’organizzazione della trasferta, in quanto ero l’unico maratoneta esperto e conoscevo già l’ambiente e le agenzie specializzate. Forte del ruolo che mi era stato assegnato iniziai  a pianificare la trasferta. Chiesi consiglio ad Orlando Pizzolato, vincitore per due volte di questa importante maratona (’84 e ’85) e testimonial della manifestazione. Devo dire che Orlando è diventato un amico oltre che un validissimo supporto tecnico alle mie esperienze podistiche, ed anche in questo caso si è dimostrato disponibile e molto preciso nell’indicarmi le soluzioni migliori per le esigenze del nostro gruppo composto da nove persone. Alcuni erano presenti solo come accompagnatori  – mio cugino Gianni e il suo collega Massimo – mentre tutti gli altri erano intenzionati a correre la distanza. La coppia Elisa e Daniele erano neofiti della corsa ma avevano la determinazione forte di partecipare. Alessandro, Fabrizio e Maurizio avevano con una preparazione abbastanza approssimativa mentre mio cugino Paolo era già un podista a tutti gli effetti, anche se non partecipava alle gare.

Sono stati mesi intensi quelli  precedenti alla trasferta americana: era un susseguirsi di incontri, di passaggi all’agenzia di viaggi per verificare l’iscrizione e le modalità del viaggio, di ritrovi per parlare di come procedeva la preparazione. Con il passare dei mesi sentivo anche la mia condizione fisica crescere, e quasi magicamente arrivai al mese di ottobre  in forma splendida, considerando sempre il mio livello di atleta amatoriale  quarantenne, tanto da farmi pensare di riuscire a correre la maratona di N.Y. sotto le tre ore. Un obbiettivo ambizioso per un percorso così impegnativo, un rischio che proprio Orlando Pizzolato mi  prospettò il giorno prima della maratona durante la corsa di 5 km che si svolgeva dal palazzo delle Nazioni Unite a Central Park. Anche quella della vigilia fu un’emozione intensa, l’atmosfera che si respirava era di una grande festa, l’incontro di una moltitudine di podisti provenienti da ogni parte del mondo pronti a celebrare un evento che rappresenta l’essenza dell’attività podistica. Lo sport come momento di benessere psicofisico e di socializzazione, il tutto nella città più famosa del mondo diventa unico e irripetibile.

Non fummo soltanto podisti perché le attrattive che offre la grande mela sono davvero tante e così nei giorni precedenti ci stancammo abbastanza per cogliere le tante opportunità turistiche che avevamo li a portata di mano. Quindi arrivammo tutti al giorno della gara non proprio freschi e riposati ma andammo via così, sulle ali dell’entusiasmo. Essendo io l’unico maratoneta del gruppo, ebbi un pettorale con un numero piuttosto basso che mi permise di poter usufruire di una partenza dopo pochi secondi dal fatidico colpo di cannone. Furono momenti di forte impatto emotivo e non nascondo la lacrime di commozione che versai quando fu suonato l’inno americano. Ma palpitanti e coinvolgenti furono tutti i 42 km e oltre della maratona. Eravamo tutti quanti attori su questo palcoscenico e dall’altra parte un pubblico benevolo di applausi e di incitamenti. Innumerevoli le bande musicali che salutavano il nostro passaggio , i “cinque” che battevo ad ogni “Go Italia” ed ogni volta era una scarica di adrenalina che scorreva nelle mie vene.

Tutto questo mi portò quasi inconsapevolmente a correre troppo forte per le mie possibilità. Al 10° km capii che dovevo rallentare e così mi stabilizzai su un ritmo più tranquillo anche se l’avvio era stato davvero troppo irruento, soprattutto la discesa che conduceva al quartiere di Brooklyn. Comunque ero ancora fiducioso di poter raggiungere l’obbiettivo che mi ero prefissato. Il passaggio alla mezza maratona fu ancora troppo veloce (1:27’54’’) rispetto alla tabella stilata per chiudere appena sotto le tre ore, ma ovviamente risentiva dei primi 10 km corsi più velocemente. Ora il ritmo era giusto ed io mi sentivo ancora bene e in spinta.  Alla fine del ponte di Queensborough si entrava nella 1st Avenue, dove era concentrata una grandissima folla, un incitamento che mi diede un ulteriore scarica di adrenalina. Il percorso sicuramente impegnativo mi fece accusare i primi segni di cedimento dopo il 20° miglio: mancavano circa 10 km ma mi stavo spegnendo, inesorabilmente stava arrivando il conto da pagare per l’azzardo che avevo fatto in avvio. Rallentai vistosamente, anche la giornata sin troppo calda non favorì la mia prestazione. Dopo il 35° km si rientrava in Central Park, anche questa una parte ricca di saliscendi e le mie gambe erano veramente segnate dalla fatica e non riuscivo proprio a spingere. Andavo avanti solamente con la forza di volontà ormai i minuti scorrevano inesorabilmente  e il sogno era svanito. Restava sempre e comunque l’atmosfera magica dove tutti sono protagonisti, dagli atleti d’elite ai semplici camminatori. Al 40° km mi passò Paolo Zucca, amico acquese e maratoneta navigato. Lui fu più saggio di me nel distribuire meglio le forze.

Su è giù, stringendo i denti e cercando di arrivare, ormai contava solo quello. “Ci siamo, ultima salita  e l’arrivo”. Distrutto, veramente provato, i primi attimi sono di delusione per un obbiettivo mancato (3:19’14’’). Poi basta solo qualche minuto per capire che le emozioni vissute su quelle strade sono state un esperienza indimenticabile, aldilà del risultato cronometrico.

Un organizzazione impeccabile ha fatto da cornice alla manifestazione, un’attenzione al partecipante davvero straordinaria, un vero e proprio “culto del podista”. Segue il lento ritorno in albergo dove ritrovo – ci vorrà qualche ora  –  i miei compagni di avventura: tutti raggianti per il traguardo raggiunto, mostrano con orgoglio la medaglia di partecipazione. Rimanevano ancora due giorni per fare i turisti, ed anche con le gambe indolenzite riuscimmo a morsicare ancora un po’ della grande mela. New York 10 anni dopo, un ricordo indelebile!

 FIORENZO

martedì 14 ottobre 2014

Maratonina d'Autunno

Torno ad affrontare un’altra mezza a distanza di tre settimane dalla difficile esperienza della “Green vai half marathon” Questa volta lo faccio su una delle gare più qualificate  e partecipate della provincia di Alessandria, si tratta della “Maratonina d’autunno “ di Novi Ligure, quest’anno giunta alla sua 29° edizione.
Sono alla mia 15° partecipazione questa gara, la prima volta fu nel 1989, quando giovane ed inesperto podista  affrontai in modo baldanzoso la distanza, pagando duramente l’esuberanza dei primi km nel tratto finale. Terminai comunque in un onorevole 1h 24’22’’ centrando l’obbiettivo minimo che mi ero prefissato ,cioè i 4’al km che rappresentano per me “ la decenza podistica”.
La partenza e l’arrivo sono fissati allo stadio “ Costante Girardengo”, e quella pista per me ha un valore particolare, in quanto mi ricorda le mie migliori prestazioni sulle classiche distanze del fondo ( 3000,5000,e 10000)è quindi sempre un emozione  ricalcare quelle corsie,che portano il segno degli anni , ma che hanno sempre un fascino unico .
Diverse volte ho “usato” questa gara come allenamento finalizzato alle maratone autunnali  che stavo preparando , altre volte ho accompagnato l’amico Federico nel tentativo  di fare il primato personale, ma anche per cercare di ottenere il mio primato personale come avvenne nel lontano 1992, quando forte degli allenamenti delle ultime settimane puntavo ad un tempo vicino all’ora e 15. Quel giorno non andò così, forse pretesi troppo dal mio fisico ed arrivai ormai scarico , fu comunque un’esperienza intensa ed appassionante di cui ancora oggi conservo un bel ricordo , anche se con una punta di rimpianto perché certi treni passano una sola volta nella vita. Nonostante la giornata “storta”di cui avvertii subito i segnali terminai in 1h17’25’’, un tempo normale per quegli anni .
Con gli anni si diventa di tutti i prezzi come dice il mio amico Matteo e quindi quei tempi li posso solo leggere, ora posso essere soddisfatto solamente per il fatto di riuscire a correre. Ed è già problematico riuscire a farlo viste le difficili condizioni fisiche, ho atteso ad iscrivermi fino all’ultimo momento perché ero titubante ed indeciso se affrontare una gara così impegnativa con un ginocchio non proprio messo bene. In settimana  parlando con Matteo gli avevo espresso le mie perplessità sull’eventuale partecipazione  a questa gara, e Lui mi ha dato la spinta  decisiva per farla.


La giornata sembra presentarsi con un clima favorevole,cielo coperto e assenza di vento, e mentre mi scaldo con Paolo ,Fabrizio e Matteo(“ la formazione base”)si commenta assieme questo evento podistico che è uno dei più apprezzati in provincia , molti i volti conosciuti con cui ci si saluta e si scambia qualche battuta. Il più richiesto è sicuramente Matteo che vista la sua lunga esperienza , sia da atleta , che da giudice ,giornalista,nonché allenatore  viene continuamente fermato da quanti lo incontrano per delucidazioni sul mondo del podismo alessandrino, un vero punto di riferimento per l’atletica provinciale. Cerco di scaldarmi bene perché il ginocchio ha bisogno di qualche km per trovare l’assetto giusto , i primi passi sono veramente difficili , poi lentamente riesco a trovare le cadenze giuste anche se non sono ancora proprio allineato. Molto bello il colpo d’occhio alla partenza, circa 800 persone rappresentano un buon successo di partecipazione. Un pò problematici i primi metri in pista poi lentamente trovo lo spazio per correre tranquillamente  il primo km risulta comunque molto lento , ma non mi preoccupo la gara è molto lunga e ci sarà il tempo per recuperare , oltre ai passaggi ai km segnati cerco di trovare le tensioni giuste , il ginocchio sembra aver trovato la posizione giusta , anche se ogni tanto mi manda qualche piccolo segnale. I km scorrono abbastanza bene , mi sento in buone condizioni , la prima parte poi più scorrevole facilita il tutto . Rispetto all’esperienza di tre settimane fa sto correndo leggermente più piano , ma è giusto così. Continuo in maniera regolare non mi sento stanco, sto correndo bene  e mi sto godendo la gara controllo il cronometro e  continuo a fare calcoli , penso di poter riuscire a stare l’ora e 40’. Dopo il 16° km si trova il tratto più impegnativo della gara , ma anche li riesco a superarlo abbastanza bene , è attorno al 18° km che avverto i primi segnali di difficoltà con un inizio di crampi al polpaccio sinistro.  Sento di avere ancora energie per aumentare ma  il problema muscolare  non mi permette di farlo , al 20° km devo ancora rallentare ora il problema si fa sentire in maniera più evidente , stringo i denti  e provo a decontrarre i muscoli induriti, all’ingresso dello stadio Matteo ( che ha terminato la gara di 13,5 km)è li ad incitarmi ed io cerco quasi di scusarmi per quel modo un goffo che ho di correre( non riesco proprio a distendere la gamba sinistra)entro nello stadio e bisogna ancora percorrere un giro e mezzo , ora quelli che ho passato negli ultimi km mi sorpassano a loro volta , e per finire in bellezza arriva anche una fitta al ginocchio ( che si era comportato bene fino ad allora)termino con  passettino corto e zoppicante, arrivo in 1h40’29’’, ultimo km fatale! , ma è andata molto meglio di tre settimane fa. Ora una bella doccia  e poi ghiaccio basterà?
FIORENZO

giovedì 25 settembre 2014

GreenWay Anno Zero

A distanza di tre anni torno a correre una mezza maratona ufficiale: questo deve essere un punto fondamentale da sottolineare, da cui partire per fare tutte le altre considerazioni. Anni difficili, sofferti, non solo dal punto di vista fisico ma anche sul piano umano. Dopo l’intervento del luglio 2013 e la lenta rieducazione attraverso esercizi di potenziamento e uscite ciclistiche, nel febbraio di quest’anno ho ripreso gli allenamenti podistici. Con  cautela e gradualità ho cercato di tornare a correre con continuità partendo da 5 km e andando lentamente a salire. Il ginocchio aveva ed ha ancora bisogno di attenzioni particolari, ossia di un adeguato riscaldamento e di percorsi non troppo accidentati. In primavera ho iniziato a “frequentare” alcune gare podistiche, un po’ per ritornare nell’ambiente e un po’ perché la gara, comunque, è molto stimolante  e ti aiuta a migliorarti.  In gara riuscivo e riesco a tenere ritmi che in allenamento non riesco a fare.
Durante il periodo estivo ho preso parte a diverse gare, soprattutto notturne di 5-6 km, che sono state molto piacevoli ed allenanti anche se i miglioramenti sono rimasti molto limitati. Ora iniziando il periodo autunnale le distanze delle competitive si allungano e sono sempre più numerose maratone e mezze. Ultima nata nel calendario pavese è stata la GreenWay Half Marathon di Rivanazzano Terme organizzata dall’atletica Iriense di Voghera a pochi km da dove abito (l'edizione zero è del 21 settembre 2014).  Paolo mi ha proposto di correrla qualche settimana fa: da una parte affascinato dall’idea, dall’altra un po’ timoroso visto che i miei allenamenti da tempo non superano i 12km, mi sono preso un po’ di tempo per decidere. Nelle ultime due settimane ho cercato di aumentare un po’ il kilometraggio ma senza esagerare. Con due uscite di 15 e 16 km ho pensato di poter riuscire a chiudere questa gara che aveva delle caratteristiche particolari e stimolanti. Quindi nell’ultima settimana ho sciolto le riserve e mi sono iscritto a questa mezza con un percorso immerso nel verde: partendo da Rivanazzano Terme si arriva a Voghera attraverso strade di campagna secondarie, quindi si sfiora piazza del duomo, per poi andare ad imboccare la ciclabile ricavata sull’ex passaggio del treno che da Voghera arrivava a Varzi. Un percorso davvero caratteristico e piacevole immerso per gran parte nella campagna e lontano dal traffico. 
GreenWay Half Marathon
Foto di Massimo Sartirana
Per l’occasione Paolo propone che tutto sia ecologico e quindi  il viaggio verso Rivanazzano Terme lo facciamo in bicicletta, proprio per rispettare il senso della giornata. Al nostro arrivo nel luogo di ritrovo l’organizzazione si dimostra molto efficiente e preparata , così oltre alle borse riusciamo a farci custodire anche le biciclette. Un po’ di riscaldamento, e poi si va verso il nastro di partenza dove con gli altri  amici podisti si fanno alcune considerazioni e gli immancabili pronostici; il mio è quello di finire anche se il ritmo da tenere l’ho già in mente (ma tra il dire ed  il fare, come poi vedremo, c’è di mezzo il mare!). La prima parte tende a scendere leggermente e quindi si guadagna qualcosa sul ritmo preventivato (4’40”al km), Paolo rallenta e si adegua al mio passo, un aiuto che si rivelerà molto importante negli ultimi km. Fino al 10° km riesco a correre abbastanza rilassato, poi quando la strada tende a risalire comincio ad accusare la fatica, comunque tengo ancora. Passata l’ora di corsa il calo si fa più vistoso, rallento decisamente e verso il 15° inizio a camminare: inizia il calvario! Ho ceduto anche psicologicamente, riparto e mi fermo in continuazione. Paolo non si è accorto che ho mollato ed è avanti . Dopo il 16° km anche una fitta la ginocchio mi fa zoppicare per alcune centinaia di metri, poi fortunatamente passa. Intanto Paolo torna indietro  e cerca di spronarmi per terminare la gara, in qualche modo riprendo a correre (lentamente) con continuità. Stringo i denti e proseguo anche se mi passano in molti, al 18° km sento i muscoli delle gambe indurirsi sempre di più, non sono ancora crampi ma quasi. Cerchiamo di arrivare, non pensavo di andare così in crisi, ma ci siamo e dobbiamo assecondarla, “ancora uno sforzo” mi dice Paolo. Ormai ci siamo scorgiamo le prime abitazioni del paese ed il cartello del 20° km, obbiettivo quasi raggiunto.
 
Dopo aver attraversato il ponte del torrente Staffora vediamo il  sospirato traguardo, stavolta ci siamo: 1h 48’56’. Tempo penoso, 3P, ossia Peggior Prestazione Personale, 20’ in più dell’ultima  mezza corsa in quel di Pavia nel 2011, questo è stato il verdetto del campo. Ma se tutto questo è un dato di fatto bisogna partire dalla considerazione scritta in apertura per considerare l’esperienza odierna come positiva. Dopo la meritata doccia, ancora 7 km di defaticamento per arrivare casa… si ma in bicicletta! GREEN fino in fondo!

domenica 24 agosto 2014

La corsa dei 100 giorni


Da alcuni mesi sto seguendo con particolare interesse lo svolgimento della manifestazione: “La corsa dei 100 giorni”, una performance individuale di corsa in pista. L’autore di questa singolare ed imponente iniziativa è Lucio Bazzana, ultramaratoneta bergamasco che vanta un curriculum sportivo veramente importante sia per la quantità delle gare a cui ha preso parte sia per la qualità dei risultati da lui ottenuti (è stato anche nazionale di ultramaratona). Quando l’amico Federico mi ha informato di questa sua iniziativa ho iniziato a seguirlo costantemente sul sito della manifestazione stessa, seguendo passo passo l’evolversi della performance ed esultando ad ogni suo nuovo record durante lo svolgimento della corsa. Infatti nell’ambito della corsa dei 100 giorni Lucio stabilito una nuova serie di primati in pista davvero straordinari: 1.000 km in pista , 1.000 miglia in pista, 10 giorni in pista, 5.000 km in pista. Perché una sfida così estrema? Sicuramente Lucio è da sempre propenso alle prove di resistenza (seppure non disdegni nemmeno le prove di fondo veloce) ed è anche attento alla competizione con i record. Si tratta inoltre di una prova scientifica su quanto possa resistere il corpo umano a sollecitazioni protratte per lungo tempo, un po’ come andare oltre le “colonne d’Ercole” di un mondo conosciuto e inoltrarsi nello sconosciuto.


Un evento a cui è possibile partecipare liberamente, aperto a tutti quelli che vogliano correre con Lucio per alcuni giri di pista, ed è proprio in quest’ottica che con l’amico Federico ci siamo ripromessi di recarci negli impianti sportivi di Curno (BG) dove si sta svolgendo la manifestazione per correre e conoscere personalmente questo straordinario atleta. Così lo scorso 21 agosto ci siamo organizzati per partecipare alla corsa dei 100 giorni, anche solo per qualche ora. Anche Paolo ha voluto essere dei nostri e si è aggregato alla spedizione. Poco dopo le 10 arriviamo nel piazzale degli impianti sportivi di Curno, la giornata è bella limpida, siamo stati fortunati in un’estate così strana. Appena entrati nel campo scorgiamo subito la sagoma di Lucio mentre sta correndo affiancato da un altro podista. I cartelli, gli striscioni, e le bandiere che fanno da contorno alla manifestazione fanno risaltare chiaramente anche gli ideali di giustizia e libertà a cui Lucio si ispira. Veniamo accolti gentilmente da una collaboratrice della manifestazione che ci da alcuni ragguagli logistici, quindi ci cambiamo nell’apposito spazio preparato per gli ospiti e siamo pronti per partire.


Devo confessare che mi sento un po’ emozionato nell’affiancarmi a correre a questo monumento vivente del movimento podistico, anche perché si tratta anche di uno straordinario esempio di determinazione, di impegno su come la forza di volontà possa spingere l’uomo verso traguardi impensati. Federico inizia il suo reportage fotografico, mentre io e Paolo ci aggreghiamo timidamente a Lucio. Dopo il saluto iniziale gli facciamo i complimenti per questa performance, e lui minimizza dicendo che è sempre la testa che può portare a certi risultati. Certamente non ha doti fisiche comuni, una base genetica superiore è sicura, ma quello che lo fa grande è l’unire i due fattori, corpo e mente, e diventare protagonista di imprese così importanti. Sarebbero davvero tante le domande che vorremmo fare a Lucio, e lui giro dopo giro con molta disponibilità si “sottopone” ai nostri quesiti, alle nostre curiosità. Intanto ci racconta anche dei  suoi trascorsi podistici, delle sue vicende personali (come la sua frattura del femore a 8 anni), del suo lavoro  a cui ha dovuto rinunciare per questo periodo, ed essendo artigiano si capisce anche quanto possa costare in termini economici questo sacrificio.


Da questo colloquio emerge la sua umanità, la genuinità e la schiettezza delle sue idee. Gli chiediamo come sia nata l’idea di questa sfida, e Lucio ci racconta volentieri la genesi di questo evento e di come dietro alla costruzione di tutto ciò ci sia solamente lui e qualche volenteroso collaboratore, un’equipe ridotta al minimo a fronte di un impegno così grande. Rimaniamo stupiti dalla semplicità con cui ci racconta queste cose, dalla naturalezza con cui fa scorrere queste migliaia di km. E intanto corriamo… mancano 30 minuti a mezzogiorno, l’ora in cui cambia la giornata di corsa, e Lucio dice che deve accelerare per arrivare al numero di km previsto nella giornata. Io e Paolo rimaniamo stupiti di come si possa aumentare ritmo dopo tante ore (nove solo quella mattina) e tanti giorni (già 83) di corsa; anche mentalmente è un impegno forte, ma per Lucio non è un problema, in questo sta la sua grandezza. Arriviamo a mezzogiorno e puntualmente  viene raggiunto il traguardo della giornata, quindi assistiamo al cambio di pettorale: si va al day  84 con tanto di foto. Abbiamo corso più di un’ora e mezza con Lucio: è stata un esperienza emozionante e molto interessante. Ora lui si concederà qualche ora di riposo per poi riprendere verso le 15 e noi prima di salutarlo e ringraziarlo per la sua disponibilità  gli offriamo una copia del libro “La corsa che unisce” spiegandogli brevemente qual è stata la nostra esperienza e gli facciamo una battuta: “noi abbiamo unito una provincia tu puoi unirne 100!”.
ADELANTE COMANDANTE!
 FIORENZO

PS
Qui sono disponibili le fotografie e per saperne di più potete visitare il sito ufficiale de La corsa dei100 giorni.
Non perdete l'occasione, potete correre con Lucio fino al 7 setembre.

sabato 23 agosto 2014

Flash: La corsa dei 100 giorni

 
 
Giovedì 21 agosto siamo andati a correre con Lucio Bazzana che sta portando avanti un'impresa personale e podistica di assoluto rispetto: 100 giorni consecutivi di corsa cercando di percorrere più chilometri possibili (ha una media di oltre 80 km al giorno!).
 
Presto posteremo la cronaca di questa bella giornata. Intanto sono già disponibili le fotografie e per saperne di più potete visitare il sito ufficiale. Non perdete l'occasione, potete correre con Lucio fino al 7 setembre.

lunedì 14 luglio 2014

Dalle lanterne alle stelle

Nel fitto calendario di gare estive in quest’ultima settima ho preso parte a due notturne in provincia di Alessandria. Mercoledì sera era in programma a Cuccaro Monferrato la 3^ Corsa delle Lanterne. Davvero suggestivo il percorso che nella prima parte portava i partecipanti fino alle porte di Lu Monferrato su un crinale molto caratteristico, uno scenario altamente panoramico reso ancor più affascinante dalle numerose lanterne disposte su due lati della strada dagli organizzatori della manifestazione. Invitante e non pericolosa  la successiva discesa che portava a fondo valle. Da qui una risalita di circa due km per ritornare al punto di partenza, una salita continua non eccessiva, di quelle che piacciono a Paolo che si è distinto per una brillante rimonta in quest’ultimo tratto.
Da parte mia ho cercato di distribuire bene le forze per non andare troppo in crisi nell’ascesa finale. Il passo è sempre piuttosto lento, ma le sensazioni sono state buone, il ginocchio non mi ha dato problemi (neanche in discesa) quindi devo valutare positivamente la mia prestazione.
Molto efficiente l’organizzazione che ha allestito il pasta party del dopo gara in maniera davvero ottimale. Oltre all’immancabile piatto di pasta sono state offerte diverse altre prelibatezze ai partecipanti che hanno decisamente gradito la generosità degli organizzatori, complimenti e grazie per l’impegno.

Un ricordo della tappa 40 ULP nel Monferrato
Un giorno per riposare e si replica il venerdì sera a Pontecurone per Ponte Corre Sotto le Stelle - Memorial Maestro Giuseppe Colla il maestro che per tanti anni è stato uno dei coordinatori dell’AICS alessandrina, un punto di riferimento fondamentale alle centinaia di gare da lui gestite, un vero maestro di sport e di vita. Il ricordo e l’apprezzamento per quanto ha dato è ancora molto forte nell’ambiente podistico. Quindi per celebrare e ricordare una figura così importante è stato organizzato un memorial che porta il suo nome.
Pontecurone suscita in me diversi ricordi delle numerose gare disputate nel corso della mia attività podistica, ricordi piacevoli dove le gambe “giravano a mille”, ora non è più quel tempo ma è sempre gratificante trovarsi ancora in “pista” dopo tanti anni. Scorrevole il percorso che prevedeva anche qualche tratto su strade sterrate in buono stato. Un po’ pesante la mia corsa, forse la gara di due giorni prima, forse la partenza un po’ troppo veloce, non ho provato le sensazioni piacevoli della competizione precedente, ho comunque chiuso soddisfatto la mia gara. Esserci è già positivo, finire è già un successo, per il resto bisogna accontentarsi cercando comunque di dare il massimo. L’atmosfera del dopo gara diventa poi un momento di socializzazione davvero molto intenso,  tanti i volti conosciuti e le impressioni scambiate con molti di loro, un’appendice che rende particolarmente gratificanti queste serate. Sensazioni ed emozioni che spero di poter sentire in questa estate podistica.

mercoledì 2 luglio 2014

50 anni

Un post dopo mesi di silenzio, dove la stanchezza e la pigrizia hanno preso il sopravvento sulla mia voglia di scrivere e di descrivere le situazioni che sto vivendo. Situazioni che lentamente mi stanno riportando verso una ripresa piena dell’attività podistica.

Montecastello
Dall’inizio della  primavera c’è stato un progressivo miglioramento della tenuta del ginocchio che mi ha permesso di iniziare anche ad affrontare le prime gare. Dapprima le gare domenicali, tra cui Vivicittà a Casale Monferrato, poi anche nelle notturne di fine primavera ed inizio estate. Chiaramente devo cercare di affrontare gare con percorsi piuttosto regolari e accontentarmi di “viaggiare” a ritmi piuttosto lenti rispetto agli ultimi anni di attività. È comunque molto gratificante ritrovarsi nell’ambiente podistico, riassaporare l’aria della competizione e di quello che ne consegue. È uno stimolo per cercare di migliorare lentamente e per trascorrere in compagnia anche delle piacevoli serate dove la  corsa diventa un momento aggregante davvero straordinario.

Accanto a queste piacevoli situazioni devo riconoscere però le difficoltà sia fisiche che mentali nella ripresa degli allenamenti: non è stato, e non è attualmente, facile per me riuscire ad allenarmi con una certa regolarità ed una certa intensità. In molte situazioni sento proprio le difficoltà del fisico ad assorbire anche piccoli carichi di allenamento, per questo devo adeguarmi alle situazioni  che vivo di giorno in giorno senza cercare di forzare oltremodo. Per garantire una migliore tenuta del ginocchio dovrei completare la mia preparazione con uscite ciclistiche ed esercizi di potenziamento, pratiche che ultimamente ho un po’ trascurato, una lacuna  che mi riprometto di colmare almeno parzialmente nelle prossime settimane.

A completare questo quadro generale sullo stato della mia ripresa dell’attività podistica ci sarebbe da fare un ulteriore constatazione e cioè il tempo. Innanzi tutto il tempo che è passato da quando è iniziato il mio lungo calvario di infortuni: dalla pubalgia di fine 2011 e successivamente con l’inizio dei problemi al ginocchio nella primavera del 2012, fino all’intervento al ginocchio del luglio del 2013. Poi  il tempo inteso come scorrere di anni di vita personale. Questo scorrere di tempo mi ha portato a festeggiare il mio cinquantesimo compleanno il 26 giugno scorso. Una cifra tonda, importante, uno spartiacque tra la fine della giovinezza ed il passaggio ad un’età matura, un momento per guardarsi indietro, ma anche per guardare avanti come nella vita anche nello sport, con obbiettivi ed ambizioni che cambiano, ma non cambiano l’impegno e le motivazioni per proseguire questa corsa terrena.

Partenza a Mandrogne
Ho voluto festeggiare questo importante traguardo il giorno successivo al mio compleanno con una bella notturna in quel di Mandrogne, una frazione di Alessandria a pochi km dal capoluogo. Una gara ideale sia come percorso (pianeggiante) che come distanza (5,6 km). Contornato da un bel gruppo di amici podisti ho terminato onorevolmente (anche se lentamente) la mia gara “scortato” dall’amico Federico Giunti. Una bella compagnia che si è poi spostata presso il circolo Artinsieme di Alessandria per brindare assieme ad altri amici che si sono aggiunti, al mio cinquantesimo compleanno. Una serata piacevole in cui ho sentito  l’affetto e l’amicizia di tante persone, un riconoscimento ed una testimonianza di stima nei miei confronti che mi ha riempito di gioia.

Cinquant’anni, un traguardo ed una partenza, mi sto (ri)preparando…

FIORENZO

sabato 31 maggio 2014

Ritorno a Pontecurone

Dopo la tappa ULP (Uniamo La Provincia) ritorniamo a Pontecurone per una nuova presentazione del libro "La corsa che unisce".

Appuntamento per sabato 7 giugno alle ore 17,30 presso la sede municipale.


mercoledì 26 marzo 2014

Le loro idee corrono sulle nostre gambe

Ancora una volta una a fianco di LIBERA in occasione della “giornata della memoria e del  ricordo di tutte le vittime delle mafie”.Un giorno particolare che sancisce l’inizio della primavera e  idealmente un inizio verso un percorso di consapevolezza e di impegno nella lotta alla mafia.
Una staffetta podistica organizzata in collaborazione con la UISP , il FAI ( fondo ambiente italiano)e le società podistiche  alessandrine. Questa manifestazione andava ad aprire le giornate di primavera del FAI  che si sono celebrate nei giorni successivi.
Quindi un percorso che voleva unire diversi ideali , da una parte la valorizzazione e la riscoperta del grande patrimonio naturale e artistico della provincia  e dall’altra luoghi simbolo nella lotta alla mafia  proprio in provincia di Alessandria.La partenza  da Bosco Marengo dove vi è il primo bene confiscato alla mafia in provincia  voleva appunto sottolineare questo aspetto. La partenza è stata  fissata nel complesso monumentale di Santa Croce,e l’arrivo presso la Cittadella di Alessandria, importante fortezza militare sabauda costruita nel ‘700.
Un percorso di circa 17 km da percorrere totalmente o parzialmente  a seconda delle esigenze e delle disponibilità dei podisti . Io seppur a corto di preparazione sono comunque partito con l’intenzione di completare l’intero tragitto. Molto attivo il gruppo sportivo SAI  FRECCE BIANCHE che ha messo a disposizione due pulmini per il trasporto dei partecipanti dal luogo di ritrovo alla partenza ,e che successivamente hanno scortato i podisti lungo il percorso.

Al ritrovo fissato alle 14 presso la Cittadella vedo già un bel gruppetto di podisti pronti per questa giornata di sport e impegno civile, quasi tutti volti conosciuti . Durante il trasferimento verso Bosco Marengo si parla tranquillamente della manifestazione odierna e delle varie vicende podistiche della provincia. Una volta giunti  al complesso monumentale di Santa Croce , anche qui troviamo altri podisti pronti ad unirsi a noi in questa staffetta. Tra di loro uno dei tanti volti incontrati durante l’esperienza ULP, Beppe Cuccuru, al quale consegno con piacere ( e scusandomi per il ritardo) la medaglia di partecipazione  alla suddetta  manifestazione. Prima della partenza ufficiale abbiamo il tempo di fare una breve visita guidata al complesso monumentale fatto costruire nel 1566 da Papa Pio V, nativo di Bosco Marengo. Tra  le varie  opere ci vengono fatti notare  alcuni dipinti di Giorgio Vasari, ed il prezioso coro ligneo.
 Terminata questa significativa e doverosa visita ( viste le finalità della manifestazione stessa) siamo pronti per la partenza. Un gruppetto di circa 15 podisti(e) inizia questa staffetta  che attraverso le tranquille campagne alessandrine ci porterà fino al capoluogo .Ritmo tranquillo visto il tempo a disposizione , clima piacevole e scortati da due pulmini la nostra allegra brigata va .Prima sosta per un breve ristoro  a Casal Cermelli , intanto il gruppo si fraziona, un primo gruppetto fatica ad andare così piano ( li capisco , ma non posso seguirli , devo dosare le mie forze)e aumenta leggermente l’andatura , io con altri rimango più dietro .Non è un problema ai successivi punti di ristoro ci aspettano per ripartire assieme. Una volta giunti in città troviamo ad attenderci un gruppo di volontari di LIBERA che ci offrono le  loro bandiere  da sventolare durante il nostro passaggio in città. Tutto si colora ed il nostro passaggio è accolto benevolmente dalla cittadinanza, siamo gratificati da queste dimostrazioni di adesione.  Varchiamo l’ingresso dell’imponente fortezza militare e terminiamo la nostra fatica davanti ad una folla che ci accoglie applaudendo soprattutto al senso della nostra corsa. Sono doppiamente soddisfatto, sia per la riuscita stessa della manifestazione , e sia per essere riuscito a correre per tutti i 17 km del percorso, non era così scontato per me …
La giornata non è terminata  con l’arrivo della  staffetta , ma è proseguita con la celebrazione ufficiale della giornata della memoria e del ricordo di tutte le vittime delle mafie. Diverse autorità civili e religiose hanno  ricordato l’importanza del lavoro svolto da Libera e l’importanza del sacrificio di tutte queste vittime . L a lettura di tutti  i nomi di queste vittime ha voluto essere un atto dovuto per ricordare con forza  una ad una tutte le persone  che si sono sacrificate per un ideale di giustizia e libertà. Lunghissimo l’elenco e la lettura è stata fatta da molti : giovani studenti ,uomini in uniforme,amministratori, volontari, politici … come a voler dimostrare la gratitudine dell’intera società civile verso questi eroi.
 Le loro idee hanno corso sulle nostre gambe.
FIORENZO

lunedì 17 marzo 2014

21 Marzo 2014

Venerdì 21 marzo, primo giorno di primavera ma anche XIX Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie, si terrà una manifestazione podistica di sensibilizzazione e commemorazione: LE LORO IDEE CORRONO SULLE NOSTRE GAMBE.

Uniamo la Provincia sarà al fianco di Libera: anche una semplice manifestazione
sportiva può rafforzare il valore della legalità come punto di partenza fondamentale per lo sviluppo della società.
Il percorso unisce due luoghi di grande interesse e sarà lo spunto per la riscoperta del patrimonio storico artistico della nostra provincia.


Programma 21 marzo

ore 15,00 Partenza dei podisti dal Complesso Monumentale di Santa Croce a Bosco Marengo (AL)

ore 17,00 Arrivo previsto alla Cittadella di Alessandria

ore 17,30 Cerimonia in ricordo delle vittime


Evento facebook

sabato 8 marzo 2014

29° Trofeo AVIS a Casale Monferrato

La determinazione e l’impegno sono caratteristiche dei podisti ed anche io non mi discosto da questi aspetti, quindi nonostante le difficili condizioni fisiche ho preso parte ad una manifestazione podistica  domenica 2 marzo. Il 29° Trofeo AVIS a Casale Monferrato è diventato l’occasione per ritrovarmi ancora una volta ai nastri di partenza di una gara podistica. Anche in questa occasione a spronarmi verso questa nuova partecipazione è stato Paolo che ha insistito affinché prosegua attraverso la partecipazione alle gare il mio ritorno verso l’attività podistica.

Rituffarsi nell’ambiente delle gare ti porta ad una dimensione più vera della passione per la corsa, è il momento per misurarsi e confrontarsi con gli altri, non solo dal punto di vista agonistico. È anche molto importante e gratificante incontrare tante persone già conosciute, o a volte fare nuove conoscenze. Partendo semplicemente dal viaggio per arrivare al ritrovo della corsa, quando dopo davvero tanto tempo abbiamo ricomposto il quartetto che per anni è stato una costante che ci vedeva arrivare sempre assieme alle varie gare in programma. Un viaggio verso Casale Monferrato che a me e a Paolo ha fatto ritornare alla mente i numerosi spostamenti verso quella città e la zona circostante in occasione dell’indimenticabile esperienza UNIAMO LA PROVINCIA così mentre ci avvicinavamo alla città abbiamo ricordato  con “emozione e nostalgia” quei giorni così intensi. Una volta giunti nel piazzale del ritrovo  e terminate le iscrizioni, è stato un susseguirsi di saluti e di scambi di impressioni con i tanti volti conosciuti. Un’affluenza  piuttosto elevata e variegata, con podisti che arrivavano da diverse zone della regione ed anche dalla vicina Lombardia.

Giunto il momento del riscaldamento inizio timidamente questa importante pratica, ma mi ritrovo a zoppicare abbastanza vistosamente, non riesco proprio ad avere una corsa lineare ed il ginocchio mi fa male. Mi fermo e provo a ripartire più volte, e intanto manifesto ai miei compagni il mio disappunto per questo fastidioso problema.  Insisto in questa “ricerca del passo giusto”, intanto mi affianco ad un podista  che conosco da tanti anni e con il quale abbiamo “combattuto” molte volte , e vedendomi così, un po’ in difficoltà mi chiede cosa mi stia succedendo, ed io cerco di spiegargli tutte le traversie di questi ultimi due anni. Mentre cerco di correre al suo fianco ad un certo punto sento quasi come per incanto la mia corsa diventare fluida, normale, non zoppico più. Anche il mio compagno di riscaldamento se ne accorge e si congratula con me, bene forse ci siamo!

Raggiungo Paolo, Matteo e Fabrizio –  i miei compagni di viaggio – e comunico loro che prenderò parte alla gara. Riesco a correre e sono molto soddisfatto! Mi sono iscritto alla non competitiva, ma partirò nelle retrovie allo sparo ufficiale del via. Voglio comunque misurarmi con i tanti podisti in gara, ed avere soprattutto un riscontro cronometrico; mi rendo conto che è una malattia… Quindi allo sparo del via seguo la lunga scia dei partecipanti e cerco di impostare il ritmo che attualmente penso di poter tenere.

Un primo tratto in pianura seguito da una salita continua fino a circa metà percorso quando entriamo nel comune di San Giorgio Monferrato. Siamo sulle prime alture delle colline che circondano la città di Casale Monferrato, la visuale è davvero molto panoramica, il sole illumina l’arco alpino sullo sfondo, è davvero piacevole correre su questo crinale. La discesa rende meno faticosa la corsa, sento la fatica “giusta” e mi impegno a fondo, in pratica sto gareggiando. L’ultimo tratto prevede una discesa piuttosto ripida e devo fare attenzione, non è un tipo di percorso adatto ai miei problemi. Rientrati in città cerco di allungare un po’ ma non ho molto margine e vado a chiudere in 47’57’’. Modestissimo risultato, ma è il mio valore attuale, i miei compagni hanno già tagliato il traguardo da diversi minuti, si congratulano comunque con me perché l’aspetto principale è quello di riuscire a correre, concordo con loro. Commenti post gara positivi da parte dei partecipanti: bello il percorso e molto efficiente l’organizzazione. Un altro piccolo tassello verso un ritorno in forma stabile all’attività podistica è stato messo, cerchiamo di proseguire con la passione e l’impegno che nutro  per questo sport.

sabato 1 marzo 2014

Aria di primavera

Nelle ultime settimane si percepisce qualche timido segnale della primavera in arrivo, alcune giornate sono caratterizzate da un sole che fa presagire i primi segni di risveglio della natura. Questi primi segnali di una ripresa li sto sentendo anche io attraverso una lenta e graduale ripresa degli allenamenti podistici.
Dalla prima settimana del mese di febbraio ho iniziato ad inserire alcune sedute podistiche accanto a quelle ciclistiche sui rulli. La situazione fisica resta comunque delicata,perché il dolore al ginocchio è sempre presente soprattutto nella parte iniziale dell’allenamento, inoltre lunghi mesi di inattività rendono la mia corsa piuttosto “pesante”. L’aumento del peso corporeo incide sia sulla velocità che sulla meccanica di corsa, quindi  è come se debba muovermi con dei freni: da una parte il problema al ginocchio, e dall’altra le “rigidità” dovute al fermo prolungato. Non mi perdo comunque d’animo e affronto queste difficoltà sperando di ”limare” lentamente le asperità di questo cammino. Così ho preso parte anche ad alcune manifestazioni podistiche.
Grazie all’invito di Paolo ho partecipato domenica 9 febbraio a Voghera ad una non competitiva di 7 km (mentre gli agonisti erano impegnati nel cross) e successivamente domenica 23 febbraio alla prima prova del campionato provinciale pavese su strada a Pavia (14° Palio del Quartiere Pavia Est). In questa occasione ho completato il percorso di gara, ma senza iscrivermi alla gara competitiva. Volevo solo verificare la mia capacità di riuscire a correre 10 km. Diciamo che il risultato è stato abbastanza positivo perché attualmente ritengo sia un grosso successo per me riuscire a correre per 10 km. Probabilmente anche l’ambiente podistico  ha reso più facile l’approccio alla corsa, quindi penso che sia un aspetto da tenere in considerazione per il riavvicinamento all’attività.
Come succede in questo periodo quando a giornate praticamente primaverili seguono giornate che fanno ripiombare in inverno, succede così anche a me. Dopo prove confortanti come quella di domenica seguono allenamenti difficili in cui sembra che non ci siano segni di miglioramento e tutto sia ancora lontano dalla soluzione. Sono momenti in cui la pazienza e la fiducia vengono meno e si viene presi dallo sconforto. Non mi rassegno, in ogni caso so che non è semplice, affronto questi giorni difficili sapendo che dopo l’inverno arriva la primavera.
I primi passi li sto muovendo e questo è già un aspetto positivo, convivere con le problematiche e cercare nel contempo di superarle è questo il mio obbiettivo primaverile.

martedì 4 febbraio 2014

Le due perle

 Inverno pioggia neve freddo ed una condizione fisica sempre difficile, sono il quadro della situazione attuale. Non rimango comunque fermo e grazie ai rulli che ho montato sulla mia bicicletta riesco a pedalare con una certa frequenza settimanale (3-4 volte), inoltre proseguo con gli esercizi di potenziamento con gli elastici. Il ginocchio mi da delle sensazioni alterne: a volte lo sento piuttosto bene e tonico, ma ogni tanto, quando faccio movimenti particolari, si fa sentire e mi da parecchio fastidio. È una situazione difficile da gestire, non mi resta che proseguire con impegno la strada intrapresa.
 
I motivi  per ritrovare  un po’ di luce e di speranza verso un futuro meno incerto li ho vissuti in questa prima domenica di febbraio. Come ormai è consuetudine sono stato invitato dagli amici ovadesi alla mezza maratona delle due perle che si svolgeva nello scenario spettacolare tra Santa Margherita Ligure e Portofino. È stata l’occasione per riprovare dopo oltre un mese a muovere qualche passo di corsa. Mentre gli “agonisti” Federico, Massimo e Salvatore prendono parte alla gara ufficiale io ed Erika ci accodiamo al gruppo e proviamo a correre il primo dei due giri previsti. Durante il viaggio di andata  chiacchieriamo con Massimo, un altro amico che è venuto solo per fare l’accompagnatore in quanto non può correre per problemi fisici e di questo ne è molto dispiaciuto. Parliamo delle nostre vicende sfortunate e ci ripromettiamo di ritrovarci entrambi con il pettorale ufficiale di una gara. Intanto io provo a fare qualche passo oggi, speranzoso ma anche dubbioso sull’esito del tentativo.
La pioggia che ci ha accompagnati per tutto il viaggio svanisce alle porte di Santa Margherita ed il cielo sembra timidamente aprirsi, un regalo sperato ed inatteso. L’atmosfera di una gara di livello si percepisce, e la conferma viene quando lo speaker cita i nomi degli atleti presenti. È comunque la grande partecipazione che rende questa gara importante, oltre 1800 gli iscritti. Faccio partire il cronometro allo sparo del via perché voglio “controllare” i  passaggi degli atleti quando li incroceremo.
 
I primi  passi sono sempre i più difficili, faccio fatica e mi sembra quasi di zoppicare, poi lentamente riesco a trovare il giusto assetto. Corro con la macchina fotografica perché un palcoscenico del genere merita davvero una serie infinita di scatti. Dopo 25 minuti di corsa cominciamo ad incrociare gli atleti di ritorno da Portofino, un gruppetto di atleti africani con un paio di italiani  che tentano di contrastare la loro superiorità, poi via via tutti gli altri; la prima donna è l’alessandrina Valeria Straneo sempre in ottima forma dopo i grandissimi risultati ottenuti negli ultimi anni. Cerco di individuare gli amici ovadesi, e per primo sbuca Salvatore. Guardo il cronometro, cerco di capire a che km si trova e vedo che sta viaggiando bene “va a 4’/km” dico con Erika, sono stupito non pensavo fosse così in forma. Quindi riesco a vedere Federico che è staccato di circa un minuto, comunque ad un buon passo, gli avevo pronosticato una prestazione sotto l’ora e trenta ed è ampiamente in media. Il passaggio nella piazzetta di Portofino è uno degli scorci più caratteristici  ed emozionanti della gara, una sensazione particolare. Certo che il  percorso non è dei più veloci e la risalita dalla piazzetta è davvero impegnativa e visto che gli atleti la dovranno percorrere due volte il valore della prestazione aumenta. A destra vedo lo sfondo marino, le insenature , le rocce, il blu del mare, le costruzioni eleganti che si fanno notare, mi stupisco sempre di fronte a questo spettacolo. Ma se volgo lo sguardo alla mia sinistra vedo l’altro spettacolo, quello umano: lo sforzo e la tensione fisica degli atleti, il loro gesto atletico. Eleganti e raffinati gli africani che sembrano volare verso il successo finale, ma è anche encomiabile la passione e l’impegno della miriade di amatori che mi scorrono a fianco, li guardo con una punta di malinconia, riuscirò ancora ad essere uno di loro?  Incrociamo Salvatore e poi Federico attorno al loro 14° km  e vedo che stanno proseguendo bene, soprattutto Salvatore mi sembra in spinta. Alle porte di Santa Margherita veniamo sorpassati dal gruppetto di testa.

Terminiamo la nostra corsa all’inizio dei giardini pubblici, io mi posiziono a pochi metri dal traguardo per aspettare i  nostri amici e cercare di fotografarli. Una buona cornice di pubblico applaude l’arrivo degli atleti  al termine della loro fatica. Anche io mi unisco volentieri a questa forma di riconoscimento. Ed ora… “arrivano i nostri”. Salvatore sbuca nel rettilineo finale con una gran falcata che riesco ad immortalare con la mia macchina fotografica e vola verso un 1h24’28’’ che rappresenta il suo nuovo personale, grande prestazione! Anche Federico non mi delude e con una preparazione davvero molto limitata taglia il traguardo in 1h27’54’’, come da mia previsione. Li raggiungo oltre la linea d’arrivo e mi complimento con loro. Chiaramente è Salvatore quello più raggiante, anche per lui  è stata quasi una sorpresa perché non si aspettava di essere così in forma. Dopo questi momenti di grande entusiasmo e soddisfazione ci rechiamo verso il palazzetto dello sport per la meritata doccia. Buona l’organizzazione che riesce a  soddisfare ed accogliere un numero così elevato di atleti. Terminata questa piacevole pratica attendiamo ancora l’arrivo dell’altro amico ovadese in gara, è troppo in ritardo e i ragazzi sono u po’ preoccupati, l’avevamo incrociato e doveva già essere arrivato, come mai?  Mentre salgono questi dubbi lo vediamo arrivare tranquillamente verso gli spogliatoi, ha deciso di allungare un po’ il kilometraggio giornaliero aggiungendo ancora 5 km! Tutto a posto, allarme rientrato.

La giornata termina allegramente al tavolo di un locale  che soddisfa pienamente le nostre aspettative. L’argomento principale di cui si parla è chiaramente quello podistico, ma vengono fuori anche piacevoli temi che rendono l’atmosfera davvero molto gradevole. Un’altra domenica da incorniciare tra due perle!

martedì 21 gennaio 2014

Calendari

La mia attività podistica è in una situazione di stasi nella quale sto cercando di trovare un varco, uno spiraglio per poter fare ancora dei tentativi che mi portino a muovere qualche passo di corsa. Dopo i due  timidi  approcci di fine anno i consigli dello specialista a cui mi sto affidando sono stati quelli di continuare con il lavoro di potenziamento ed attendere ancora fino al mese di febbraio per riprovare ancora a correre per qualche km. Ancora attese, speranze ed impegno per un futuro incerto. Mentre cerco nuove energie per  proseguire il mio cammino in questa nuova stagione podistica che sta iniziando, il mio sguardo  è volto ai calendari delle manifestazioni in programma nel corso dell’anno.
Sembra quasi un fiorire di nuove (e vecchie) manifestazioni nei vari calendari FIDAL, UISP, AICS, Enti promozione sportiva. Un proliferare di gare di ogni tipo: dalla pista alla strada, la montagna, i trial, e poi le tante gare “classiche” che hanno un certo  fascino per la loro storia. Le innumerevoli notturne estive che sono come dei piccoli dolci da gustare, in quanto uno se ne può permettere qualcuno in più! Una dinamicità ed un fermento  dell’attività  podistica  che sono sintomo di un movimento sano e vitale.

Scorrendo questi calendari si viene presi quasi da un desiderio  di essere in quei paesi il tal giorno, la mente immagina già gli scenari, le atmosfere che si respireranno in quei momenti. E’ davvero come correre mentalmente in quei luoghi per me. Sfogliando le pagine di questi calendari  è come trovare nuove sorprese (in alcuni casi) e piacevoli conferme (in altri casi) ed in alcuni altri casi anche qualche defezione, un po’ come lo scorrere della vita che continua in una interminabile staffetta.

Con la speranza di non essere solo uno spettatore  di queste innumerevoli gare in programma auguro a tutti gli appassionati una stagione ricca di soddisfazioni che possono già pregustare consultando  i nuovi calendari.

domenica 5 gennaio 2014

Dalla StraMoncucco alla Pinacoteca di Brera

L’impegno e la passione con cui sto cercando di uscire da questo lungo e difficile periodo di  inattività meriterebbe, forse, qualche risultato ma, si sa, non è così automatico. Per un grande sforzo  a volte si ottengono piccoli risultati , quindi non mi faccio molte illusioni e persisto nel mio cammino cercando di seguire al meglio le indicazioni dei migliori specialisti in circolazione. Anche l’attaccamento al mondo podistico delle gare, all’ambiente in generale è un momento di socializzazione molto importante al quale sto cercando di riaffacciarmi in queste ultime settimane approfittando anche delle vacanze natalizie. Dopo il piacevole rientro di domenica 22 a Voghera, ho replicato la domenica successiva per una gara ormai classica del fine anno: la StraMoncucco a Moncucco di Vernate, un piccolo centro che si trova alle porte di Milano. Non proprio vicinissimo ma comunque facile da raggiungere vista la comodità con la quale ci si arriva percorrendo la A7 ed uscendo a Binasco.
Un luogo ideale per ritrovare anche il gruppo di amici milanesi; non tutti erano presenti comunque si è ricomposto un buon gruppo grazie anche all’arrivo di Federico Giunti e della sua compagna Erika da Ovada. Oltre al terzetto composto da me, Paolo e Fabrizio, si sono aggiunti Federico (mitico webmaster) e Francesco Caffi, neomaratoneta dopo il suo brillante esordio in quel di Firenze lo scorso 24 Novembre. Essendo una gara “di confine” erano presenti anche molti podisti del pavese ed anche la nostra società era rappresentata in maniera massiccia classificandosi tra i primi gruppi per numero di presenze.

Ottima l’organizzazione della manifestazione, dove in una palestra molto ampia era posto il ritrovo, gli spogliatoi ed il ristoro, tutto molto ben curato, complimenti agli organizzatori. Due i percorsi a disposizione dei partecipanti uno di 12 km e l’altro di 6 km. Viste le mie condizioni di “non corridore” posso al massimo aspirare a fare 6 km ad un passo blando , quindi visto anche il “non allenamento” di Erika decidiamo  di fare assieme questo percorso, mentre agli atleti più seri lasciamo il compito di partecipare alla 12 km competitiva e non. Davvero un “fiume di persone“ sul percorso che si snodava nelle tranquille campagne circostanti, il freddo non eccessivo ha reso ancor più piacevole  la corsa. Inizialmente ho qualche problema al ginocchio poi lentamente riesco a correre più tranquillamente anche se il fastidio permane … E’ stato davvero piacevole correre su un percorso che costeggiava le numerose rogge della zona su strade prima asfaltate e poi sterrate e infine ancora asfaltate . E’stato come correre in mezzo ad un fiume di persone , gruppi , singoli ,ognuno al proprio passo , quindi era un continuo vedere  nuovi volti che ti passavano e che passavi (alcuni camminavano) un percorso molto animato. Anche Erika apprezza questi aspetti del percorso nonostante la fatica che sta facendo, troviamo modo di  commentare alcuni aspetti del panorama che ci circonda, dapprima un campo “ coltivato “  a pannelli solari (ma non era meglio riso  o mais? propongo io), poi un vecchio mulino abbandonato dove l’acqua che passa potrebbe produrre energia (ripropongo io) al termine di queste considerazioni ci ritroviamo alle porte del piccolo centro ed andiamo a tagliare il traguardo. Erika dopo alcuni mesi ha corso per tutti i quasi 7 km del tracciato , anche per Lei una piccola soddisfazione .

 
Visto il tempo che abbiamo impiegato  capisco che è prossimo l’arrivo dei primi concorrenti alla 12 km , quindi rimango in zona arrivo per vedere la conclusione della gara ed aspettare gli altri compagni della giornata . Poco più di 42’ sono sufficienti al primo classificato ( non riesco a sapere il suo nome )  e poi via via tutti gli altri ,atleti di buon valore del milanese , ma anche volti conosciuti del pavese. Primo del nostro gruppo è Federico Giunti  che allunga nel finale staccando Paolo e Fabrizio che arrivano appaiati , quindi anche l’altro Federico e Francesco , ognuno a seconda del proprio livello di efficienza è  soddisfatto della prestazione .Il tempo di ricomporsi  e ci si ritrova con tutti gli altri partecipanti per i saluti e gli auguri  di fine anno.

La giornata non termina qui e prosegue in modo gradito, prima a casa di Federico (webmaster) per un aperitivo in compagnia.  Quindi visto che siamo praticamente alle porte di Milano accetto volentieri l’invito di Federico Giunti e di Erika per fare una visita alla pinacoteca di Brera. Questa possibilità non l’avevo presa in considerazione ma colgo volentieri l’occasione per far visita a questo importante museo. Nonostante sia totalmente inesperto di arte riesco ad apprezzare la grandiosità delle opere esposte grazie all’aiuto dell’audio guida e dei miei accompagnatori. Davvero un appendice della giornata molto intensa e particolarmente interessante.
Una testimonianza in più che la corsa sa unire aspetti molto lontani tra loro dell’agire umano, rendendo l’esperienza podistica un mezzo per crescere dal punto di vista personale.

BUON  2014  A TUTTI!
 FIORENZO