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domenica 23 ottobre 2016

2. Spazi immensi

Ancora una scossa di terremoto prima dell’alba ci desta dal sonno, lo sciame sismico peggiora ulteriormente le condizioni dei centri più  colpiti. Purtroppo sarà ancora così per giorni, noi comunque manteniamo fede ai nostri impegni, cercheremo  di non dimenticare le popolazioni colpite con qualche azione concreta. Un abbondante colazione ci serve per caricarci prima di un'altra giornata impegnativa.
Risaliamo sino alle porte di Trevi al monastero della Madonna delle Lacrime, da qui inizia il percorso odierno. Dopo alcune foto con il comandante che poi ci lascia per portarsi verso il punto prestabilito per la pausa,siamo pronti a partire. Momento bucolico quando l’Ing. (Fabio) ripone fra i rami di un albero un nido caduto a terra , è veramente un cammino francescano il nostro: lode e rispetto per il creato.
Camminiamo su strade bianche tra distese di ulivi mentre ci lasciamo alle spalle  il colle su cui svetta Trevi.
Attraversiamo piccoli centri e dove troviamo una fontanella facciamo rifornimento di acqua , sono delle piccole oasi nel nostro cammino, un premio alle nostre fatiche di pellegrini ancora lontani dalla meta, un momento di ristoro e refrigerio “chiare e fresche dolci acque...”.

Trevi
Risaliamo in mezzo ad un bosco sino ad un antico monastero, ne ammiriamo l’imponenza e la maestosità immersi nel silenzio della natura.
Costeggiamo le  arcigne mura di cinta e scendiamo tra uliveti coltivati con delle piccole terrazze a forma di lunetta. Vere e proprie opere d’arte piccoli giardini dove albergano poche piante di ulivi un lavoro di secoli passati, ora purtroppo constatiamo che anche queste opere di cura e amore per il territorio stanno subendo la legge del mercato, a fatica e con sacrifici notevoli solo pochi “custodi” di queste meraviglie  portano avanti una tradizione millenaria. Un pensiero ed un grazie a loro per l’impegno e la dedizione  con cui svolgono il loro lavoro. Senza dimenticare che il prodotto di tale sforzo è un olio i cui profumi e aromi  rimangono nei cassetti della memoria  di chi ha il piacere e la fortuna di assaggiarlo. Terminata la discesa più impervia transitiamo su strade asfaltate  sempre costeggiando uliveti coltivati nelle caratteristiche lunette, e di fronte ad una di queste vediamo un cartello molto ben evidenziato dove vi è impresso il famoso “Cantico delle creature”. È un momento particolare che ci da una motivazione in più. Fabio si mette in posizione di contemplazione  e legge a voce alta questo inno al creato, è una situazione unica  in cui ci sentiamo avvolti dalla magica atmosfera di estasi che descrive così bene San Francesco.
E’ anche questo uno degli aspetti del nostro cammino,immersione  nel territorio  conoscenza di luoghi lontani dalle mete tradizionali , con il passo lento ma continuo del pellegrino  immergersi nella quotidianità degli abitanti del luogo.
 Scendiamo  costeggiando le imponenti  mura del castello di Campello  una fortificazione davvero notevole , le cui mura risaltano in lontananza.
A proposito di pellegrini finalmente ne incontriamo due ad una fontanella  dove ci stiamo dissetando , si tratta di un italiano , ed un giovane americano , carichi e con zaini importanti  faranno il cammino sino a Roma in autosufficienza ,complimenti! Noi abbiamo il comandante che ci aspetta … e comunque faremo anche più in fretta!
Ancora un incontro particolare  e divertente  che ci fa sorridere quando due tranquille signore ( una badante e l’altra badata , ma non si sa quale sia una e quale sia l’altra!) ci chiedono quanto disti Assisi , un’ora? chiede una , forse in macchina rispondiamo , perché a piedi ci sembra un po’ impossibile ( senza il po). In più aggiunge il dottore ( Roberto) con un sorriso ironico eviterei  le infradito, che le due signore calzano tranquillamente. Salutiamo cortesemente  augurando buon cammino ….
 La discesa continua e siamo al punto prestabilito per la pausa  con il nostro comandante : Poreta  piccolo centro alle porte di Spoleto.Un piatto di pasta , qualche piccola sorpresa che i famigliari ci hanno preparato , e be non si può dire , ma ce lo siamo concesso anche nella pausa pranzo un goccio di vino! .
Pochi minuti per ripassare il tracciato del pomeriggio , facciamo il pieno d’acqua  e siamo pronti per ripartire.
Il primo tratto è in salita e ci porta sino ai ruderi dell’antico castello di Poreta , saliamo ancora su piccoli sentieri sino a Bazzano Superiore  dove dinanzi alla chiesa troviamo una provvidenziale fontanella .
Da qui scendiamo verso Bazzano Inferiore , attraversando questi piccoli centri notiamo con piacere la tranquillità e la serenità di questi luoghi, piccoli gruppi di anziani(?) che giocano a carte sotto l’ombra di un pergolato , due signore sedute dinanzi alla porta di casa a chiacchierare. Tutto questo ci da un senso  di calma, di pace, di ritmi più lenti che apprezziamo particolarmente.
Scendiamo ancora sino al piccolo centro di Eggi, ammiriamo la chiesa di San Michele Arcangelo , ed io mi soffermo un attimo a fotografare la lapide che commemora i caduti della prima guerra mondiale, una costante che troviamo davvero in tutti i centri  in cui transitiamo e non solo direi in tutta Italia migliaia di uomini  che hanno dato la vita per  un futuro di libertà alle nuove generazioni. Non lo voglio dimenticare.
Ancora pochi km e abbiamo davanti a noi Spoleto , da lontano ne notiamo il centro storico, arrivati ai piedi della lunga scalinata prendiamo fiato e risaliamo sino alla piazza del duomo dove veniamo letteralmente abbagliati  dallo splendore di questa piazza. Si rimane  a bocca aperta di fronte a questo gioiello d’arte , vorrei immortalare tutto con la mia piccola macchina fotografica, ma  inevitabilmente ne taglio qualche angolo. Uno scenario unico che rapiamo con gli occhi della  memoria  e risaliamo ancora , la tappa non finisce qui …
Verso l’acquedotto romano, altra meraviglia della città, testimonianza della grandezza e dell’ingegnosità del l’impero.
Mentre lo percorriamo siamo rapiti, quasi impauriti dagli spazi immensi che si aprono dinanzi a noi. Ora ci attendono gli ultimi 3 km della tappa odierna , non ci spaventano anche se sappiamo che si salirà in maniera decisa.
Effettivamente si tratta di sentieri  molto impegnativi che affrontiamo con  determinazione  anche se ad un certo punto Roberto (il dottore) se ne esce con un “ma se io avessi previsto tutto questo…”. Era previsto, era previsto. La salita è addolcita dalla presenza di piccole edicole, chiesette che richiedono uno scatto fotografico (non so cosa verrà fuori ma ci io ci provo!). Saliamo saliamo sino al limitar del bosco e quando usciamo siamo su una strada asfaltata in corrispondenza dell’abitato di Monteluco, ossia l’arrivo della tappa. Bene anche la seconda è andata km31,75, affaticati e soddisfatti conquistiamo le nostre stanze d’albergo. Una doccia ristoratrice e siamo pronti per la cena. Tranquilla, all’aria aperta e fresca della montagna (o quasi), scorre la serata, tra un piatto di strangozzi e tutte le nostre considerazioni sul cammino della giornata.
Domani è un altro giorno e si camminerà…

sabato 15 ottobre 2016

1. Partenza

Inizia ufficialmente alle 14 del 23 agosto 2016 l’esperienza “da San Francesco a Francesco”.
Il ritrovo presso il campo scuola di atletica di Alessandria, dove lavora il padre di Giulia (la ragazza che vorremmo aiutare) è per ribadire oltre allo sfondo sportivo dell’iniziativa anche e soprattutto quello solidale.
Con la presenza delle associazioni AQUERO  e OFTAL che supportano la nostra iniziativa, giornali, televisioni locali, sponsor e diversi sostenitori degli “spazzorunners”, diamo inizio a questa piccola (ma  molto significativa) manifestazione.
È stato un lavoro lungo ed impegnativo, gestire l’organizzazione di questo progetto ed i miei compagni sono stati veramente bravi organizzando tutto con cura ed attenzione sacrificando tempo prezioso per se e per le loro famiglie, un dato di fatto da sottolineare.
Quindi alle 16 siamo sul camper dove il nostro “comandante”(Fulvio) ha preso in mano le redini della situazione.
Camperista esperto ed amico da una vita degli “spazzo” Fulvio sarà la nostra guida ed il nostro supporto mobile, elemento fondamentale per gestire un cammino di questo tipo.Infatti il viaggio ad Assisi è tranquillo e sicuro. Si tratta per me della prima esperienza in camper… a 52 anni meglio tardi che mai!

Arriviamo a Santa Maria degli Angeli, dove si trova all’interno della basilica la Porziuncola piccola chiesa  voluta da San Francesco. Qui si sentono davvero i richiami di quello che è stato il passaggio terreno della figura straordinaria che è stato il santo di Assisi.
Per la prima notte, visto che siamo in quattro (Gian Franco arriverà domattina) ci sistemiamo sul camper. Con qualche acrobazia ci posizioniamo nei letti del mezzo. Avevo qualche perplessità, ma dopo pochi attimi di esitazione sono a mio agio nel letto che ho a disposizione.
Siamo un po’ tesi per questa  avventura, non sarà semplice ma abbiamo grande determinazione, e questo è molto importante.

Nella notte (3.30 circa) veniamo svegliati da un sussulto del camper, dapprima sembra qualcuno che da fuori voglia farci uno scherzo, poi intuiamo che si tratta di una scossa di terremoto.
Non capiamo l’entità della scossa, il nostro compagno Gianfranco nella sua abitazione non molto distante da noi  ci chiama perché la scossa di terremoto avvertita è stata piuttosto intensa e nel suo paese (Serravalle in Chienti) la  gente è in strada memore del disastroso sisma del 1997.
Queste notizie ci spiazzano e ci destabilizzano completamente,nella nostra zona sembra non ci siano stati danni, ma la paura e la preoccupazione sono forti. Momenti di grande tensione le notizie che iniziano ad arrivare parlano di numerosi crolli,l’epicentro è stato nella provincia di Rieti nella zona di Amatrice. Siamo frastornati da questa situazione, ci guardiamo in faccia per capire che fare. Ormai è l’alba e la situazione in città sembra tranquilla, decidiamo di partire ugualmente non avrebbe senso rinunciare dopotutto stiamo facendo solidarietà.
Gianfranco ci raggiunge alle 8 ma è fortemente preoccupato dopo una notte passata  in bianco, vorrebbe portare la sua famiglia al sicuro. Ha voluto essere presente alla prima tappa di questa esperienza che ha curato con tanto impegno, ma il suo pensiero è ai suoi cari, in giornata deciderà il da farsi.

Dopo qualche equilibrismo del nostro capitano, che riesce a  parcheggiare il camper nel caotico centro storico di Assisi,ci rechiamo all’Abazia inferiore punto di partenza dell’iniziativa.
Mentre Fabio mi fa ammirare il rosone della basilica vengo “assalito” alle spalle da due giovani; spiazzato e confuso riconosco Bianca e Riccardo i figli di Luca che vedo appena dietro loro con Matteo altro caro amico. Veramente una sorpresa inaspettata, gradita, emozionante. Capisco una volta di più l’affetto e la stima che hanno questi amici nei miei confronti .Scattiamo alcune foto assieme con lo striscione appositamente preparato per l’iniziativa. Qualche attimo ancora  e il Gian si presenta con un giovane frate. Questi ci impartisce una benedizione divina affinché il nostro progetto abbia successo. Divertente e simpatico equivoco durante il rito; solamente un accento posto su una vocale fa dire al Padre che tutti voi possiate arrivare alla metà del vostro cammino… la meta,la meta… capiamo perfettamente la buona fede del giovane religioso mentre ci guardiamo in faccia con un ironico e scaramantico sorriso.
Dopo tutta questa parte fatta di sentimento e devozione siamo pronti per la partenza.

Alla partenza


Si va… con le tenute preparate dai  nostri due sponsor tecnici (grazie anche a loro per il sostegno) emozione per l’inizio di questa avventura,stupore e ammirazione verso la bellezza della città e un pensiero ai tragici eventi della notte.
Appena fuori dall’abitato della città ci dirigiamo verso l’eremo delle carceri, più saliamo più diventa  affascinante il paesaggio sottostante. Giunti a questo eremo facciamo una breve visita al complesso e riprendiamo il nostro cammino, siamo concentrati e determinati . Risaliamo dapprima tra ombreggianti strade in mezzo ai boschi in seguito procediamo su sentieri che si inerpicano in maniera decisa verso il monte Subasio ed il relativo parco. Giunti alla sommità percorriamo un tratto in costa che ci permette di recuperare dopo la salita impegnativa, quindi scendiamo anche in maniera repentina verso il paese di Spello. Durante la discesa vediamo dall’alto il caratteristico centro medievale che si staglia davanti a noi. Entriamo nel  piccolo paese con gli occhi stupiti davanti a questo borgo così ben conservato. Scendiamo sino alla statale sottostante dove è posizionato il capitano nell’area camper, abbiamo percorso 17 km. C’è un certo senso di sollievo e conforto nel vedere la nostra casa viaggiante.

È il momento di  recuperare e reintegrare le energie perse. I ragazzi si attivano per preparare la pasta, il nostro carburante principale. Breve momento di consultazione con Gianfranco per decidere sul da farsi. La situazione è sempre più drammatica man mano che passano le ore ci si rende conto della gravità del sisma e soprattutto proseguono ancora le scosse. Gianfranco decide di rientrare dalla sua famiglia e riportarla in Alessandria. È un momento difficile sofferto,ma ha tutta la nostra comprensione e il nostro appoggio. Comunque non appena potrà tornerà con noi ce lo promette con un velo di delusione tristezza. Un abbraccio fraterno…

Dopo  la breve ma fondamentale sosta riprendiamo il cammino verso Foligno che raggiungiamo dopo 6 km di strade pianeggianti. Passiamo il ponte sul fiume Topino ed entriamo nel centro storico di questa città. Anche qui lo spettacolo architettonico è davvero stupendo, i nostri occhi si perdono tra piazze palazzi chiese, cattedrali. Dispiace avere un passo così affrettato ma non possiamo permetterci lunghe soste. Usciti dalla città il percorso segnalato da frecce giallo-blu e cartelli che indicano la via di Francesco verso Roma  ci porta a scoprire altri piccoli borghi situati sulle colline che stiamo percorrendo. Passiamo il borgo di San Eraclio,il caldo ed i km si fanno sentire, le fontanelle che troviamo lungo il percorso sono davvero gradite e ci rinfrescano dalla calura estiva. Proseguiamo decisi verso la meta della tappa odierna: Trevi.
Posta alla sommità di un colle la vediamo davanti a noi mentre arriviamo nell’ampio viale che porta al centro della città. Foto, foto, e la macchina fotografica è scarica,infine anche il satellitare non da più segni di vita, che bella la tecnologia ma quando ti lascia sei spiazzato!

Tecnicamente abbiamo terminato la tappa, ma visto che l’agriturismo dove soggiorneremo è a 4 km dalla città decidiamo di scendere a valle facendo due km della tappa successiva, alla fine saranno 38 quelli percorsi.
Il capitano ci viene a recuperare con il camper e ci porta all’agriturismo. Accogliente e caratteristico luogo in mezzo alla campagna umbra. Cena all’aperto con la piacevole brezza della sera. Piatti locali ed un ottima tagliata di manzo accompagnata da un rosso di Montefalco ci confortano dopo questo intenso giorno che ci ha regalato un grosso spavento, ma anche grandi emozioni.