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lunedì 14 settembre 2020

In certezze

In un periodo di preoccupazione personale, dopo il problema cardiaco dello scorso agosto, mentre stavo proseguendo l’iter previsto per i vari controlli clinici del caso e cercando al contempo di riprendere con molta gradualità l’attività sportiva è comparsa questa pandemia, inaspettata e devastante.
Un evento così rilevante ha ulteriormente aumentato le mie ansie e preoccupazioni. Come non ero preparato ad affrontare questa mia nuova situazione personale, altrettanto è stato per la comparsa di del virus che ha sconvolto il pianeta negli ultimi sei mesi.
Una situazione che certamente mi accomuna con la maggior parte delle persone, ma vista la particolarità del momento, è diventata per me molto delicata.

In pochi mesi ho perso la mia personale sicurezza, passando nel giro di poche ore da “atleta” a cardiopatico. Poi la presenza di questo nemico invisibile ha imposto alla società un cambiamento radicale di abitudini di vita, di comportamenti a cui ci si doveva (e ci si deve) attenere.
Il conseguente blocco dei controlli medici a cui mi dovevo sottoporre ha reso la mia situazione in uno stato di incertezza ancor più grande. In relazione alla mia patologia sono stato dichiarato “soggetto fragile” quindi dovevo (e devo) prestare ancor più attenzione nel cercare di rispettare i protocolli da seguire per evitare il contagio.

Nel periodo centrale del lockdown è stata proibita anche l’attività fisica all’aria aperta, e quindi ho dovuto sospendere i miei piccoli (ma molto gratificanti) allenamenti. Fortunatamente le mie condizioni fisiche sono rimaste buone in questi mesi, rimaneva però l’incertezza per i mancati controlli cardiologici.
Quando lentamente alcuni divieti sono stati eliminati e si è potuto ritornare a fare attività fisica all’aperto, un piccolo ma importante passo in avanti verso una sorta di normalità è stato fatto. Da li ho cominciato a riprendere un pochino di fiducia sullo sviluppo della situazione sia personale sia collettiva.
Fisicamente vedevo che riuscivo abbastanza tranquillamente a gestire il lavoro, l’hobby della campagna, e la passione per la corsa (seppur in termini molto ridotti). Mi mancavano solamente delle certezze mediche che confermassero le mie sensazioni.
 

Certezze che si sono concretizzate tra il mese di giugno e luglio grazie ai controlli a cui mi sono sottoposto e che hanno dato esito ampiamente positivo.
Ora sembra ci sia la prospettiva di poter gestire con un po’ più di serenità tutta la situazione, resta la considerazione sulla precarietà della nostra esistenza.
La corsa rimane per me un momento molto gratificante della vita.

“del doman non v’è certezza…”
 

FIORENZO