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martedì 8 settembre 2015

Dica 33

Partendo da una banale  e scontata frase molto usata nel linguaggio medico e soprattutto umoristico, traggo il pretesto per ricordare e festeggiare i 33 anni di attività podistica. Festeggiamento anticipato di un giorno infatti come ricorda la memoria storica dell’attività podistica in provincia, e non solo, Matteo Piombo: la data del mio esordio podistico risale al 20 agosto 1982 in quel di Volpedo. A questa prima gara ho già dedicato il post del 2012 “30 anni di corse”, ma mi piace ritornare a ricordare questa data significativa a livello di esperienza personale.
Approfittando del periodo di ferie, riesco a disegnare una settimana intensa di gare, vissuta anche come momento di ritrovo ed unione con tante persone che condividono con me questa passione sportiva.

Mercoledì 19 agosto inizia questa serie di appuntamenti che partendo dall’amore verso la corsa  portano a momenti di condivisione , di confronto che fanno crescere e cementare amicizie di lunga data ed anche alcune più recenti.
La prima gara della settimana l’ho programmata a Corana, un tranquillo paese di pianura a pochi km da Voghera. Questa  gara  vuole anche ricordare il 33° anno di attività podistica, per l’occasione abbiamo  come “ospite” l’amico Federico da Milano. L’amicizia che ci lega è nata e cresciuta in questi ultimi anni a partire dalla costruzione del progetto “Uniamo la provincia”. Ma Federico in questi anni è diventato un amico con cui parlare e discutere in modo profondo su molti aspetti del nostro vivere. A conferma di questa amicizia nata “di corsa“ sono orgoglioso di aver condiviso con lui un importante momento di vita personale partecipando al suo matrimonio.
Tornando alla gara vera e propria, si tratta di una corsa che si addice bene alle mie caratteristiche e problematiche fisiche. Infatti si trattava di un percorso interamente pianeggiante, asfaltato e molto scorrevole. Forse non molto attraente dal punto di vista panoramico ma tranquillo e immerso nelle campagne pavesi. Non molti i partecipanti alla gara, io cerco di trovare un ritmo gestibile per una gara di quasi 8 km , mi sembra di correre bene abbastanza sciolto, seguo Paolo che oggi corre in maniera “controllata”. Le sensazioni sono buone i cartelli kilometrici posizionati dall’organizzazione sono piuttosto approssimativi, comunque sento che rispetto alle mie uscite in allenamento il ritmo è decisamente superiore, così il rischio di “saltare” è  piuttosto alto. Mi sforzo per mantenere il passo di Paolo, un aiuto importante  che serve per non perdere la concentrazione e riuscire a dare il massimo, senza andare però fuori giri. Resisto sulla sua scia e procediamo appaiati sino all’ultimo rettilineo dove sento che riesco ancora ad aumentare, Paolo mi lascia fare, non si scompone, un vero gentlemen (non solo nella corsa). Termino in 32’25” su una distanza di 7,7 km  un risultato modestissimo che però mi soddisfa molto vista la situazione fisica con cui sto convivendo da  tre anni.
Dopo esserci cambiati in abiti civili ci dissetiamo al tavolo del ristoro e ci intratteniamo con altri podisti in discorsi inerenti al mondo della corsa. Scambi di opinioni di esperienze vissute e di progetti per il futuro, sempre interessanti e stimolanti.  Terminiamo la serata in un locale con una pizza in compagnia ricordando sempre quel 20 agosto 1982, ribadisco che è stato l’inizio di una bellissima avventura, i miei amici concordano.

Dopo 48 ore dalla gara che voleva essere il festeggiamento per i 33 anni di attività, siamo pronti (pronti o no andiamo uguale!) per un'altra serata podistica. Ci spostiamo in provincia di Alessandria in quel di Castellazzo  Bormida, dove la società locale ha allestito una gara denominata “Un chicco per l’Africa” . La forte finalità sociale di questa manifestazione è un motivo in più per partecipare. Ottima anche la gestione dell’evento collocato in un bel lago artificiale nelle campagne adiacenti al paese. Durante il riscaldamento corriamo attorno al laghetto ammirandone la bellezza e tranquillità . Nutrita la partecipazione, con atleti provenienti da diverse provincie, fondo sterrato per quasi tutto il percorso. Sin dalle prime battute  di corsa non mi sento molto reattivo, ho un passo più pesante rispetto a due sere prima, cerco di gestire le forze che ho, in fondo non cambia molto… anzi niente! Proseguo con il mio passo, riesco comunque a terminare la gara senza particolari problemi al  ginocchio e questo è molto importante. Per una sera devo scappare al termine della corsa e rinunciare al solito ritrovo post gara, sarà per le prossime. La settimana non è ancora terminata!

23 agosto: gara della domenica in quel di Castellania, paese natale dell’ inidimenticabile  Fausto Coppi (vedi anche A casa del mito). Il giro dei calanchi, gara ideata ed organizzata da Gianni Tomaghelli, figura storica del podismo alessandrino, non solo per i risultati ottenuti ma anche per  l’impegno e la serietà con cui da anni gestisce questi eventi. Un esempio per tutti di amore per lo sport, fatto con passione e buon senso.
Ritrovo e partenza proprio davanti al mausoleo di Fausto e Serse Coppi, e già questo sarebbe motivo per dare un valore aggiunto alla gara stessa. Stimolante il percorso: panoramico e impegnativo con un susseguirsi di salite e discese che devo affrontare con attenzione. Non è un percorso per le mie articolazioni, potevo limitarmi ad una partecipazione più blanda, ma quando  indossi un pettorale cerchi sempre di dare il massimo. In effetti in salita spingo mentre in discesa cerco di tenermi, non è facile comunque reggo bene e non ho dolori al ginocchio. Affascinante il percorso con scorci panoramici davvero interessanti, sono piuttosto lento, però rimango quasi stupito quando in un tratto di salita impegnativa vengo superato da una giovane donna con un cane al guinzaglio. Vederli mentre mi sorpassano così facilmente con naturalezza, oltre allo stupore genera in me un sentimento di ammirazione. Oltre all’aspetto tecnico del gesto apprezzo questo rapporto tra essere umano e animale così intenso e vero. La fatica è davvero tanta ma conquistarsi lentamente l’arrivo della gara dà una certa soddisfazione e, quando termino la mia corsa staccato di 15’05” dal vincitore, dopotutto mi sento appagato. Questa è la magia della corsa che dopo 33 anni mi sa far assaporare momenti di intima soddisfazione e gratificazione personale.

FIORENZO