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martedì 1 ottobre 2013

Un lungo silenzio

Più di tre mesi senza aggiornare il blog salvo un piccolo flash per reclamizzare una presentazione del libro “La corsa che unisce”. Un periodo difficile in cui oltre ai problemi fisici sono venuti a mancare anche gli stimoli per tenere vivo questo  spazio in cui la corsa è l’elemento fondante, ma che porta anche a parlare di esperienze di vita personali e collettive. La situazione è sempre difficile. L’artroscopia del 3 luglio  oltre ad essere un esame diagnostico è diventata anche un piccolo intervento di pulizia della cartilagine e di  residui del menisco mediale. Questo intervento un po’ inaspettato da parte mia ha complicato molto la mia già difficile condizione di equilibrio. Oltre all’inevitabile  assenza sul lavoro  per quasi un mese (che con un contratto a termine non è il massimo) anche la “nuova” situazione famigliare è diventata molto problematica . Forse ho cercato di abbreviare un attimo  i tempi di recupero per  poter  essere efficiente almeno nelle faccende domestiche dopo pochi giorni dall’intervento, un comportamento non proprio in linea con le indicazioni del dottor Migliorini, ma comunque tale da consentirmi un graduale recupero.

Con molta pazienza, l’aiuto e la comprensione dei miei famigliari sono riuscito  a superare anche questo difficile momento. Dopo circa un mese dall’intervento ho ripreso il lavoro e intanto ho svolto il programma di rieducazione che mi è stato  consigliato (esercizi di potenziamento con gli elastici e bicicletta). Lentamente sentivo dei miglioramenti  che mi facevano sperare in un lento ma progressivo ritorno ad una buona funzionalità del ginocchio. Le uscite ciclistiche si allungavano iniziando anche ad inserire alcuni tratti di salita non eccessiva. Le successive visite di controllo che ho effettuato confermavano un lento recupero anche se erano sempre presenti dei segnali di sofferenza soprattutto in situazioni di carico e di movimenti non lineari. Una situazione “normale” visto il tipo di intervento effettuato  e che necessitava ancora di un po’ di tempo per trovare il giusto equilibrio dell’arto, queste sono state le ultime constatazioni del dottor Migliorini. Fondamentale il lavoro di potenziamento muscolare per rendere più stabile il ginocchio. Resta il fatto che questo è un ginocchio abbastanza compromesso e va trattato con riguardo, queste sono state le ultime parole del noto dottore a cui io, come tanti altri amatori ci affidiamo  per cercare di rimanere ancora dei podisti, indipendentemente dal valore agonistico. Chiaramente i miracoli o comunque le soluzioni magiche non le possiede nessuno. Anche il più esperto e preparato professionista  cerca di tracciare un’ipotetica linea di comportamento per trovare un compromesso che consenta  a persone normali  di proseguire  nella loro pratica sportiva preferita, ma non può garantirne la reale riuscita. Troppe sono le variabili che incidono su questo percorso di recupero: le attività lavorative e famigliari che prescindono dall’attività sportiva hanno un peso fondamentale nella vita delle persone e nel mio caso limitano molto o comunque rallentano  i tempi di recupero.

Queste considerazioni per cercare di giustificare l’attuale situazione che non è proprio in linea con le previsioni precedenti all’intervento. Il dolore al ginocchio è sempre presente, ed in alcune posizioni diventa una fitta netta, una situazione davvero poco piacevole. Anche la camminata non è fluida ma risente della rigidità del ginocchio, in condizioni di stanchezza mi sembra anche di zoppicare. Una situazione poco confortante che incide molto sul mio umore.

Con  impegno sto comunque cercando di perseguire un improbabile recupero verso l’attività podistica. Nelle ultime settimane sto tenendo una media di 3-4 uscite ciclistiche da 1h30’ fino a quasi 3 ore nell’uscita domenicale. Un’attività che oltre ad essere utile per il mio problema serve anche a mantenere un minimo livello di efficienza fisica ed a limitare l’aumento di peso. Devo dire che  queste uscite mi stanno facendo bene oltre al corpo anche alla mente. La “giusta fatica” che sento durante queste uscite ed il piacevole mal di gambe che percepisco a fine allenamento  sono per me  piccoli segnali  di benessere e di  serenità. Soprattutto nelle uscite più lunghe riesco  a “ costruire” dei percorsi molto interessanti  dal punto di vista paesaggistico, un aspetto che porta queste uscite a divenire delle vere e proprie “gite domenicali”. Una parziale consolazione al problema che mi affligge da più di un anno.

Un problema che difficilmente verrà risolto, ormai la sensazione è questa, una certa amarezza mi pervade per l’impossibilità di poter proseguire in quello che è diventato un vero e proprio stile di vita. Nonostante tutto continuo  a percorrere questo sentiero stretto e difficile verso un lento recupero, provare e riprovare cercare continuamente, è questo il senso  di questi giorni  e della vita…

1 commento:

  1. Non fermarsi è la cosa migliore. Byke e nuoto se non ti danno problemi ti permetteranno di rimanere in forma. La corsa? Verrà se sarà il caso.. Forza!!!

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