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lunedì 14 novembre 2016

4. Un tranquillo esaltante sabato italiano

Il risveglio in riva al lago è tranquillo e rilassato, il colpo d’occhio di cui godo dalla mia camera è veramente gradevole. Come si suole  dire “una vista da cartolina”. In effetti ci sono tutte le caratteristiche per fare di questa località una valida meta turistica per chi vuole serenità e paesaggi incantati. Camminare sul prato in riva al lago dà una sensazione di  benessere particolare, si potrà obiettare che di cammino ne facciamo già abbastanza e che sarebbe meglio evitare ulteriori passi, ma posso garantire che si è quasi attratti dal passeggiare in un contesto così particolare.
La colazione (molto robusta) che facciamo ci serve anche come momento di consultazione per definire il programma della giornata. Sarà una giornata di “svallamento”, infatti passeremo il confine tra Umbria e Lazio e supereremo la metà del nostro cammino.
Inoltre, e questo è il fatto più positivo, rientrerà con noi GianFranco (il geometra),che dopo le vicissitudini del post terremoto  arriverà in giornata. Sarà compito del comandante Fulvio andarlo a recuperare alla stazione di Terni. Siamo tutti contenti di riaverlo tra noi, il gruppo riprenderà la sua forma iniziale, si completerà con la coinvolgente carica positiva del “ Gian”.
Per oggi non abbiamo previsto il break a metà giornata sul camper,in quanto la tappa odierna sarà la più breve del cammino. Le guide parlano di un percorso impegnativo, non dobbiamo sottovalutare questo aspetto non sarà semplice neanche oggi visto il caldo che già si percepisce e le difficoltà altimetriche che sono evidenti dalle cartine.

Labro
Partiamo calmi e rilassati, camminiamo lungo le rive del lago, sembrerebbe un tranquillo sabato italiano… Notiamo diversi stabilimenti balneari che testimoniano l’attrazione turistica di questo piccolo lago ai più sconosciuto (me compreso). Transitiamo a fianco del centro CONI per il canottaggio, dove si svolgono raduni e gare. Il lago di Piediluco è stato scelto per le sue caratteristiche acque molto tranquille.
Dopo un breve tratto su una statale abbastanza trafficata giriamo a sinistra in corrispondenza di un antica fontanella molto rinomata in zona , infatti troviamo  alcune persone   ad attingere acqua da tale fontana. Ci piace ricordare che in questa località, Vocabolo Valle Spoletina, vi era l’antica dogana tra Stato Pontificio e il Regno di Napoli. Un viaggio questo che tra le sue caratteristiche ci porta anche a fare un tuffo nella storia, otre a quella del Santo di Assisi, stiamo facendo un viaggio nella storia della nostra nazione. E pensando che la nostra meta finale è Roma ci da il senso di quanta grandezza sia costellata la nostra patria.
Entriamo nel parco minerario di Buonacquisto (le miniere di lignite sono ormai abbandonate) proseguiamo dapprima su strade di campagna pianeggianti , quindi entriamo nel bosco salendo  in maniera repentina vero il paese di Labro che vediamo abbarbicato sulle rocce  sovrastanti. All’entrata del paese siamo ”accolti” da una monumentale fontana che fungeva anche da lavatoio, sembra proprio che questa fontana stia all’ingresso del borgo per accogliere e ristorare il viandante giunto fin quassù. Sostiamo qualche istante sul belvedere del paese a ”gustare”  il panorama sottostante. Ammiriamo la pregevole conservazione del piccolo paese in stile medievale, proseguiamo  il cammino alternando tratti su sentieri   a strade asfaltate immerse nella campagna . Attraversiamo piccoli gruppi di case che sembrano quasi sparse su queste colline  a presidiare e custodire il territorio. Decidiamo di fare una breve  sosta per un piccolo spuntino e fare rifornimento di acqua. Casualmente e fortunatamente troviamo anche un bar sul nostro cammino e quindi ne approfitto per fare rifornimento di acqua, mentre mi sto servendo dal frigo del locale non so resistere al richiamo di una birra (tipo famiglia) piccola trasgressione di  cui la nostra dietologa (la dottoressa Mulas) non sarà molto d’accordo…   i miei compagni si però!
Sono pochi  i pellegrini che stiamo incontrando nel nostro cammino e sono quasi rallegrato nel vedere una giovane donna  giungere quasi contemporaneamente a me nel  bar dove sono appena entrato , ha veramente l’aria  di chi sta interpretando questo cammino con grande determinazione, fa caldissimo  è da sola e munita di uno zaino importante, complimenti mi vien da pensare, un saluto che sarà un arrivederci.
La piccola sosta ci rimette in sesto (sarà la birra?) si  sale su strade bianche che accarezzano i profili di queste colline, all’orizzonte un susseguirsi di monti e valli su cui si perde lo sguardo. Però si sale, e quanto si sale!, ogni tanto per nascondere le difficoltà del percorso vado un pochino in avanscoperta ed incito i miei compagni con un : “dai che spiana!” in realtà non spiana quasi mai però è uno stimolo mentale che ha dei risvolti positivi.

Il faggio di San Francesco

Finalmente giungiamo ad  una croce dove vi è la deviazione per il faggio di San Francesco, deviazione doverosa  vista la  storia leggendaria di questo maestoso albero. Infatti si narra che San Francesco si riparò durante un temporale sotto i rami del faggio che si piegarono a forma di ombrello come a volerlo proteggere. Si tratta veramente di un luogo  unico,  la particolare conformazione dell’albero con i suoi rami secolari  contorti ne danno una connotazione assolutamente tipica. Pare quasi sia  li a volerci parlare e narrarci tutto ciò che è successo nella sua lunga vita .In effetti ci sembra molto bella la” preghiera del vecchio faggio” che leggiamo in un grande cartello posto ai piedi dell’albero. Si tratta di un luogo mistico in cui ognuno (credente o meno) è portato a fare una riflessione sul senso della vita e sulla bellezza del creato.
Molto soddisfatti di questa visita risaliamo fino a giungere  alla sommità del monte  dove è posta una graziosa chiesetta  da qui partono i diversi sentieri noi seguiamo quello per Poggio Bustone. Seguiamo le indicazioni del cammino di Francesco e scendiamo  in mezzo a boschi , alternati  da tratti su terreni rocciosi , ad un certo punto scompare la segnaletica . Capiamo comunque che dobbiamo ancora scendere in effetti dopo alcune centinaia di metri troviamo indicazioni del CAI , proseguiamo con qualche dubbio anche se non ci sono alternative. Quando il sentiero sbuca su una strada asfaltata e vediamo le prime case del paese siamo ancora incerti sull’identità di tale paese , ma quando vediamo il cartello “ i giardini di marzo” capiamo che siamo a Poggio Bustone… Tu chiamale se vuoi   Emozioni …
Poggio Bustone è noto ai più (me compreso) per essere stato il paese natale di Lucio Battisti,indimenticato cantautore , vera e propria icona della musica leggera italiana, le sue canzoni hanno accompagnato diverse generazioni , ed anche noi “ ragazzi degli anni ‘60”ne conserviamo ricordi indelebili.  È con rispetto e rimpianto che ci fotografiamo a fianco del monumento a Lui dedicato … grazie Lucio!
La tappa sarebbe terminata, e si perché in realtà dobbiamo ancora raggiungere l’agriturismo prenotato per trascorrere la notte . Roberto contatta i gestori  i quali  ci dicono  che possiamo raggiungerli in 10-15 minuti . “Semo lì andò spiana” queste le parole della titolare , ci guardiamo un po’ stupiti ,il paese è situato su una collina a 756 metri sul livello del mare la pianura che vediamo sottostante a occhio dista almeno due km , vabbè dai andiamo tanto è discesa.. Durante la discesa  incrociamo per la seconda volta  la pellegrina incontrata al mattino la riconosco da lontano è veramente enorme lo zaino che porta sulle spalle, sicuramente ha percorso un sentiero diverso e più facile del nostro , un secondo saluto ammirato  che non sarà l’ultimo . Terminata la discesa( 2,5km) cerchiamo la località Pescatori dove si trova la nostra meta finale , e sorpresa mancano ancora almeno 3 km. Ma che metro usa la signora dell’agriturismo?  6 km in 15’ non riesce a percorrerli neanche l’attuale primatista mondiale dei 5000 metri in pista!
Vabbè ormai è fatta ci siamo , arriviamo nella graziosa cascina perfettamente ristrutturata, piuttosto provati ma comunque soddisfatti anche la quarta è andata . la signora tenta quasi di giustificare il suo piccolo? Errore di valutazione dicendo: “questi sò allenati checcevò?”
Quasi in contemporanea a noi arriva il camper con il comandante ed il nostro ideologo GianFranco (il Gian) grande festa per lui abbracci fraterni e commossi. Ci siamo ci siamo!
Prendiamo possesso delle rispettive camere, e dopo una doccia ristoratrice e  qualche  applicazione di pomate miracolose del Dottore siamo pronti per la cena . In realtà la struttura odierna è dotata di cucina ma non serve pasti, ma gli Spazzorunners  non si perdono d’animo e si trasformano cuoco-runners, preparando una deliziosa cena nella veranda dell’agriturismo. Io al massimo posso stappare qualche bottiglia. In questa atmosfera di ritrovata unità del gruppo saziamo i nostri appetiti e  tracciamo il bilancio della giornata ed  esaminiamo il percorso della domenica. Concludiamo la serata con un brindisi al ritorno del Gian la sua spinta ci mancava bentornato!
 Termina così un tranquillo (non direi..) esaltante sabato italiano.

FIORENZO

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