Ho lasciato passare un po’ di tempo prima di stendere questo post, gli impegni si sono susseguiti senza sosta ma volevo anche far sedimentare un po’ le emozioni per poterle trascrivere più fedelmente.
L’arrivo della tappa è stato davvero emozionante: pensavo, immaginavo che potesse essere così, e la realtà questa volta ha rispecchiato l’immaginazione. Le strette di mano e gli abbracci si susseguono, è un successo per tutti: il filo immaginario, la linea che unisce e ha unito anche il 190° comune della provincia.
All’interno del cortile municipale ci attendono le autorità: il sindaco, la vicepresidente provinciale e i rappresentanti di Libera e UISP. Siamo invitati a salire sul palco dove per primo prende la parola Franco Galliani, presidente della UISP provinciale, quindi Carlo Piccini, responsabile provinciale di Libera, e a seguire Rita Rossa, vicepresidente della provincia, fino all’intervento del primo cittadino PierCarlo Fabbio. Tutti gli interventi sottolineano con diverse sfumature la validità del progetto che unisce, oltre ai 190 comuni, le persone attraverso uno sport semplice e naturale che diventa veicolo di valori. Quei valori di legalità che sono alla base della nostra carta costituzionale. La consegna capillare di questo messaggio vuole essere uno stimolo per tenera alta l’attenzione verso fenomeni di contaminazione della società civile da parte di organizzazioni mafiose. Infine anche io voglio aggiungere un mio piccolo commento che è più che altro un ringraziamento verso tutti quelli che ci hanno accolto lungo il nostro “viaggio”. Il nostro grazie va anche a tutti i nostri accompagnatori che si sono succeduti lungo le strade della provincia, senza di loro non avremmo potuto effettuare questa esperienza, e a tutte le persone che ci hanno sostenuto con un semplice “bravi, bella iniziativa”. Chiaramente il nostro grazie va anche a UISP e Libera, senza il loro appoggio, il progetto non avrebbe assunto questo carattere sociale di cui siamo orgogliosi di essere stati i portavoce: anche qui abbiamo unito un desiderio personale ad una funzione pubblica. Penso davvero che nella nostra semplicità di “ragazzi di campagna” abbiamo lanciato un bel messaggio. Da ultimo poi un accenno alla bellezza della provincia che ci ha stupito oltre le nostre aspettative, un’emozione lunga 1.106 km!
Ufficialmente la manifestazione si può dire conclusa, ma dopo tutti i discorsi e la consegna del messaggio al sindaco del capoluogo io vorrei chiudere con la foto davanti al palazzo della provincia – palazzo Ghilini – con le autorità della provincia che cortesemente si mettono a nostra disposizione. Così immortaliamo il nostro arrivo davanti alla sede della provincia (situata nella stessa piazza del municipio di Alessandria).
Ufficialmente la manifestazione si può dire conclusa, ma dopo tutti i discorsi e la consegna del messaggio al sindaco del capoluogo io vorrei chiudere con la foto davanti al palazzo della provincia – palazzo Ghilini – con le autorità della provincia che cortesemente si mettono a nostra disposizione. Così immortaliamo il nostro arrivo davanti alla sede della provincia (situata nella stessa piazza del municipio di Alessandria).
La giornata prosegue con la festa all’Isola Ritrovata, il circolo ARCI gestito dai carissimi amici Ezio, Mariuccia e Carla. L’isola è il luogo un cui l’idea de UNIAMO LA PROVINCIA è cresciuta e ha preso forma, da questi amici sono stato guidato per trovare i contatti giusti. Ringrazio anche loro per la collaborazione, per avermi sostenuto nei momenti di difficoltà, quando ho rischiato di dover rinunciare al progetto. L’isola è diventata per me un vero e proprio punto di riferimento, non solo per le mie serate ma anche come momento di confronto e riflessione con persone che sanno comprendere come poche l’animo umano.
Per la festa siamo un bel gruppo, oltre il numero che avevo preannunciato ad Ezio che riesce comunque a sistemarci in maniera davvero ottimale. Io, Paolo e Stefano – che chiamo bonariamente “il premier” – siamo al centro con quattro tavolate davanti a noi disposte su due lati. Il circolo è davvero al massimo della capienza. Alcune volonterose ragazze aiutano nel servire le varie portate e tra i camerieri spicca il cantautore bolognese Mirco Menna, grande amico dell’Isola. Non pensavo di festeggiare un compleanno così, così ricco di persone e di soddisfazioni, un giorno davvero speciale. L’atmosfera è perfetta, mi aggiro tra i tavoli per scambiare qualche battuta con tutti gli amici presenti. In cucina Ezio e Piero soddisfano in pieno le nostre esigenze. Inizio ad aprire alcuni regali, ed apprezzo particolarmente la targa preparata dalla band Bond e la coppa a ricordo dell’iniziativa degli amici milanesi. Ringrazio anche per gli altri doni ricevuti, tutti graditi. Mirco smette gli abiti di cameriere e si riveste da cantautore: mi dedica alcuni dei suoi brani, e gli chiedo la commovente e drammatica “Quanto ci vuole”.
Per chiudere un breve discorso in cui ringrazio gli amici dell’Isola Ritrovata per l’ospitalità e la disponibilità, e parlo brevemente del progetto, di come sia stato portato a termine grazie alla collaborazione di tutti i presenti (e anche di qualche assente), delle emozioni che abbiamo vissuto e dell’arricchimento personale con cui ne siamo usciti. Non nascondo un attimo di emozione nel manifestare la mia gratitudine verso tutti gli amici che ho davanti. Il ricordo di questo giorno rimarrà per me come uno dei momenti più alti, più belli e vivi della mia vita.
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