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mercoledì 18 aprile 2012

Maratona di Milano

Lunghi mesi di inattività e di lontananza dalle gare podistiche hanno reso ancor più particolare questa domenica in cui ho accompagnato Paolo a Milano per la sua 13^ maratona. Nonostante la pioggia incessante che non ha certo aiutato i maratoneti (meteo molto diverso dal caldo di un anno fa), l’atmosfera che si percepiva era di grande fermento, grande passione, e anche di grande senso civico e solidarietà visto l’elevato  numero di staffette che hanno corso a favore di diverse Onlus. Vedere e rivedere, tra migliaia di persone, amici con cui ho corso tante gare e allenamenti è stata per me una grande gioia, ma mi anche fatto sorgere qualche dubbio e timore. Il timore è quello di non poter più continuare questa attività sportiva – chiaramente con i limiti  e le implicazioni  dovuta al passare degli anni – che ormai fa parte della mia vita. Timore che nasce dai problemi fisici  che da diversi mesi limitano quasi totalmente la mia attività podistica. Servirà molta pazienza, un’assistenza medica qualificata, e, soprattutto, una grande fortuna – perché secondo me è sempre la ruota della fortuna, del caso, a far girare le sorti delle persone e del mondo.
Paolo, Marco e Federico alla partenza della MCM-12
Dopo la partenza mi sono spostato in zona Duomo, appena dopo il 26° km, per vedere il passaggio dei maratoneti: veloce (ovvio), leggero, elegante, armonioso quello del gruppetto di testa, delle vere gazzelle. È stato come assistere ad uno spettacolo sulla potenzialità dell’uomo. Ma le emozioni non si sono esaurite dopo il passaggio dei primi, anzi sono aumentate e hanno cambiato forma. Dapprima atleti di buon livello nazionale, poi amatori di grande valore, volti conosciuti che dominano le gare delle nostre zone – i vari Atzori, Panucci, Berruti – sono sfilati davanti agli spettatori di cui facevo parte. Fino ad arrivare ad atleti quasi “normali” per le prestazioni cronometriche, ma del tutto speciali per doti di passione ed impegno. Man mano che scorrevano davanti a me quei volti, comprendevo i loro sforzi, il loro entusiasmo nel portare a termine una prova così impegnativa ma davvero tanto affascinante. Ho cercato tra quei volti i tanti amici che erano in gara, molti li ho trovati, fotografati, incitati; qualcuno mi è sfuggito, ma erano davvero in tanti. Paolo come al solito non ha tradito nessun sintomo di stanchezza e mi ha pure salutato facendo una battuta: “tribulà”, termine dialettale per indicare che da lì a poco sarebbe iniziata la vera tribolazione della maratona.

Fresco come una rosa
Dalla piazza del Duomo mi sono spostato e ho raggiunto il traguardo mentre giungevano i primi. Anche qui è stato bello vedere la soddisfazione dei maratoneti per aver portato a termine una prova davvero difficile anche a causa della pioggia. Paolo è giunto in 3:24’52”, un tempo che non dice molto, ma che va letto ed interpretato alla luce di un allenamento veramente esiguo, pochi km e neanche un lungo sopra i 30 km. Inoltre ha corso senza cronometro, a sensazione, chiudendo con una seconda parte più veloce (con una media al km in progressione per ogni frazione di 5km: 5'10"-5'00"-4'57"-4'55"-4'54"-4'52"). Segno che Paolo ha le caratteristiche del maratoneta, e che se i suoi allenamenti fossero un po’ più sostanziosi potrebbe ottenere risultati decisamente migliori. Ma in fondo a lui va bene così. Un’altro caro amico che era in gara ieri, Marco, si è  migliorato di 6’ chiudendo in 3:10’48” con grande soddisfazione. Tutto questo frutto di un impegno serio e costante che lo porterà sicuramente ad ulteriori miglioramenti.
Arrivo della MCM-12 (Fonte: podisti.net)
Per la cronaca: la prova maschile è stata vinta dal keniano Daniel Too (2:08’39”) che ha preceduto il connazionale Nickson Kurgat di soli 4” e l’etiope Worku Biru Gemechu di 9”. Nella prova femminile la keniana Irene Jerotich Kosgei (02:31’07”) ha preceduto di 8” l’italiana Emma Quaglia; più staccata l’eritrea Nebiat Habtemariam.
Il ritrovo poi con gli amici Federico e Simone, volontari lungo il percorso, ha chiuso la giornata sportiva e aperto quella culturale. Infatti abbiamo colto l’occasione della domenica ecologica per visitare gratuitamente il museo del Novecento dove si può ammirare l’originale del “Quarto Stato” di Pellizza da Volpedo. A distanza di un anno dalla prima tappa ULP – che fece sosta proprio nella piazzetta Quarto Stato di Volpedo – dove il pittore diede vita al celebre quadro – si chiude un cerchio (che ricordi!).
Appuntamento sulle strade della memoria!

In posa davanti all'originale!

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