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domenica 19 aprile 2015

La Resistenza non ha età

Prosegue il nostro viaggio in provincia nei luoghi della memoria partigiana. Domenica 12 aprile siamo nella zona acquese, anch’essa teatro di importanti e significative vicende dalle quali emergono personalità molto forti che vogliamo ricordare con la nostra iniziativa.
La partenza è fissata a Malvicino, piccolo centro della val Erro,  che fu al centro di rastrellamenti da parte delle forze nazifasciste. Qui si ricorda la più giovane medaglia d’oro al valor militare. Si tratta di Roberto Di Ferro “Baletta”, caduto a Pieve di Teco (IM) il 28 marzo 1945 non ancora quindicenne.
Al nostro arrivo nella piazza del municipio troviamo il sindaco Francesco Nicolotti, il presidente dell’ANPI  di Acqui Terme, Roberto Rossi, il referente provinciale per il settore podismo della UISP Stellio Sciutto, e il rappresentante locale di Libera Giorgio Pizzorni. Una risposta molto positiva ai nostri inviti.
Un  accoglienza molto gentile da parte loro che ci ospitano nei locali del comune per un gradito caffè. Facciamo un breve giro del piccolo borgo con in testa il sindaco a farci da guida  e apprezziamo molto  il belvedere del paese ed alcuni angoli caratteristici molto ben conservati.
Ci avviamo quindi dinanzi alla targa ai caduti di tutte le guerre ed alla targa a Roberto Di Ferro. Breve discorso del sindaco sulla figura che andiamo a ricordare.  Ascoltiamo poi  con grande impatto emotivo la testimonianza di un sopravvissuto ad un feroce rastrellamento delle forze naziste (allora bambino in tenerissima età). Questo intervento ci da un po’ la misura di quello che è la ferocia e l’assurdità della guerra, vista e vissuta da popolazioni inermi e intente nel già difficile compito della sopravvivenza. Inoltre un breve intervento da parte di Pietro “Pedrin” Reverdito, reduce partigiano che ci onora della sua presenza  e ci accompagnerà per il resto del cammino. Ringraziamo il sindaco e tutti i presenti per la bella  e calorosa accoglienza, depositiamo un fiore davanti alla targa al partigiano Baletta morto per la libertà e siamo pronti  per partire.


Tre km di discesa sono davvero piacevoli da correre soprattutto in questo ambiente naturale così ben preservato. Stellio Sciutto ci precede con la macchina e ci fa un po’ da guida nel nostro percorso, siamo in ritardo sulla tabella di marcia e cerchiamo di recuperare qualcosa  nella prima parte.
Stellio ci mette in guardia sulle insidie del percorso che ci aspettano dopo i primi km di discesa. Le nostre gambe (soprattutto la mie) non sono più quelle dell’ ULP, e per arrivare agli oltre 600 metri slm di Ponzone  fatichiamo non poco. È comunque molto gratificante correre su queste strade, si sente  davvero il contatto con la natura.

Gianni si prodiga come fotografo e quando scatta cerco di assumere una posizione che mascheri un po’ le mie difficoltà. Comunque lentamente riusciamo a “conquistare la vetta” e giungiamo a Ponzone dinanzi al monumento a Ludovico Ravera. Qui ad attenderci ci sono il sindaco Andrea Ivaldi  ed un nutrito gruppo di persone. Altri amici podisti ed accompagnatori arrivano a loro volta a dare corpo e visibilità all’iniziativa in corso. Molto gradito anche il ristoro offerto dall’amministrazione comunale. Un piccolo discorso di benvenuto del sindaco, che poi lascia la parola al professor Andrea Mignone che traccia un quadro storico della resistenza nella zona di Ponzone. Infine prende la parola Pietro “Pedrin” Reverdito partigiano che fu coinvolto nell’episodio dell’uccisione di Ludovico Ravera. Dettagliato, fermo preciso nel racconto di quel tragico episodio, dalle sue parole emergono lo spirito e gli ideali che animarono lui ed i suoi  verso scelte così impegnative e rischiose. Una testimonianza che riesce a “trasportarci“ in quei difficili giorni. Ringraziamo tutti per l’accoglienza e le testimonianze. Questi interventi sono un po’ l’essenza dei “cammini di libertà”.


Quindi riprendiamola nostra corsa diretti verso Visone.  Ci lasciamo alle spalle Ponzone con il suo bel panorama, corriamo comunque su un versante molto attraente dal punto di vista paesaggistico che allieta la nostra  visuale. Se poi consideriamo che stiamo correndo in discesa tutto questo diventa più facile.
Intanto si unisce alla nostra corsa Federico, ci teneva  a prendere parte a questa iniziativa (che in larga parte ha coadiuvato) ed è arrivato da Milano con Daniela appositamente per questo, della serie: “volere è potere”.
Abbiamo anche altri accompagnatori che ci fanno da supporto, sono Erika e Federico, già grandi sostenitori dell’ULP. Ora Federico non può correre dopo un incidente occorsogli lo scorso anno, apprezziamo molto la loro presenza ed auguriamo a Federico di riuscire a tornare a correre in un prossimo futuro.

La discesa tenta molto, ma io devo cercare di non caricare troppo il mio ginocchio malmesso, scendiamo anche in modo repentino e al 16° km siamo a Grognardo e proseguiamo per Visone dove giungiamo attorno al 21° km. Al belvedere “Giovanni Pesce” ci accoglie il sindaco Marco Cazzulli, con tutto il seguito dell’iniziativa. Un breve intervento da parte sua per sottolineare il valore dell’iniziativa ed una serie di foto sotto la targa a Giovanni Pesce “ Visone–Ivaldi”. Vorrei sottolineare e far evidenziare la figura di Giovanni Pesce dalle personalità che ci stanno seguendo, ma purtroppo siamo in ritardo, ad Acqui ci  attendono. Mi limito a segnalare alcuni punti salienti del suo impegno, e della sua attività partigiana. Cito anche il libro di Daniele Biacchessi “Giovanni e Nori “ una storia d’amore e di resistenza.


Siamo quasi in dirittura d’arrivo, negli ultimi quattro km sono piuttosto provato, resisto, ormai siamo alle porte di Acqui Terme. Raggiungiamo piazza Duomo di fronte alla lapide dedicata ad Aureliano Galeazzo e posta in fronte a quella che fu la sua abitazione. Uno studente ucciso a 16 anni a Volpara in val Borbera, altra figura insignita della medaglia d’oro al valor militare. Ad attenderci un nutrito gruppo di persone con in testa il professor Vittorio Rapetti che è stato il “regista” di questa giornata coadiuvando l’iniziativa e  contattando amministrazioni comunali e associazioni. Il discorso finale  è affidato al fratello di Aureliano Galeazzo, del quale è anche omonimo. Un’altra presenza molto gradita, il suo discorso non è solamente incentrato sulla memoria ed il ricordo di quello che fu la resistenza, ma diventa uno stimolo verso una nuova resistenza fatta  di impegno civile e  rispetto per la legalità. Anche qui terminiamo depositando un fiore in segno di riconoscenza ad un giovane  che  diede la vita per quegli  ideali dei quali noi dobbiamo essere portatori.


Un grazie a tutti per il sostegno e la partecipazione.

FIORENZO

Qui tutte le foto della giornata

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