Domenica 27 febbraio: la giornata è abbastanza grigia e le previsioni meteorologiche danno pioggia e forse qualcosa di più. Sono le due del pomeriggio quando esco di casa per andare a prendere Paola che ha già avuto modo di partecipare a una riunione del progetto Uniamo la Provincia (ULP), tutta giocata sul filo delle motivazioni. Stavolta però siamo più avanti.
Il viaggio in autostrada fila via liscio e con una mappa della zona ci si orienta bene anche nelle strade comunali del tortonese. 70-80 km passano velocemente e all’arrivo veniamo accolti gentilmente dalla sentila del cortile. Rinunciamo al caffè e saliamo in casa da Fiorenzo. Il tinello sembra il quartiere generale di uno stratega che prepara un’incursione: cartelline dedicate a ogni tappa fanno bella mostra di sé; è il materiale da consegnare agli accompagnatori con le mappe dettagliate. Si vede che c’è dietro un gran lavoro!
Fiorenzo è di buon umore, ha già digerito la gara mattutina, ed è pronto a tuffarsi nei dettagli del progetto. Iniziamo a parlare di beneficenza e da lì a poco ci raggiunge anche Paolo, apparentemente tranquillo. In realtà Paolo si è auto attribuito il compito ingrato ma utile di dar voce ai problemi e alle perplessità. Ad esempio, teme che la raccolta benefica possa essere scarsa visto che l’iniziativa privata e non è prevedibile quanta gente vorrà seguirla. L’idea iniziale di avere un ente organizzatore che avrebbe potuto garantire una buona partecipazione è tramontata, e questo sembra anche far aumentare l’ambivalenza di Paolo: come fai a far scoprire il territorio se non puoi accogliere al meglio le persone? e se tu corri con la zavorra dell’organizzazione e del lavoro quotidiano come fai a gustarti tutti i luoghi da cui passi?
Paolo e Fiorenzo |
Una questione importante ma ora che il progetto ha preso una spinta dal basso, nel bene o nel male, alcune aspettative non sono realizzabili e si possono rivedere. Ma forse quello che gli sta ancora più a cuore è poter mantenere la parola: noi abbiamo preparato il calendario, ma come fai a garantire che il tal giorno alla tal ora sarai proprio lì? E se per qualche motivo non riesci ad esserci, gli altri come fanno? I cambiamenti dell’ultimo minuto dovuti agli imprevisti, in effetti, potranno capitare, vanno messi in conto, anche solo per un ritardo dovuto a un intasamento sulla strada per arrivare. L’organizzazione sarà spartana e da verificare e aggiustare in itinere.
Fiorenzo guarda l’orologio e dice che è ora di muoversi. Infatti l’idea iniziale era quella di simulare la prima tappa. Lui è Paolo di corsa e io e Paola a seguire in auto. I tempi però sono troppo stretti e così optiamo per fare la prima parte tutti in auto e poi procedere da programma. Ci si cambia e via. Da casa ci trasferiamo davanti al municipio di Castellar Guidobono – punto di partenza del giro ULP – e l’eccitazione aumenta subito e ci scaldiamo i cuori anche se il clima esterno è a dir poco freddino, “ideale per correre” secondo Paolo.
Start sul GPS e i chilometri scorrono veloci: attraversiamo in auto Casalnoceto e giungiamo a Volpedo. Sosta turistica nel paese di Pelizza da Volpedo dove è possibile seguire un percorso di scoperta delle sue opere e visitarne la casa natale. In paese c'è anche la romanica Pieve di San Pietro risalente al X secolo e con affreschi tardo quattrocenteschi. Nei prossimi mesi sarà possibile anche gustare le famose pesche e fragole di Volpedo. Inizia anche a piovigginare e scopriamo subito che il percorso della corsa prevede un breve tratto interdetto alle auto che devono aggirare la piazzetta Quarto Stato e un senso unico. Poco male, il paese è piccolo ed è difficile perdersi.
Risaliamo la collina per i vicoli di Monleale dove è in corso una festa paesana. Qui per Carnevale è tradizione distribuire in piazza polenta e salamini. Fiorenzo fa da cicerone, conosce bene i luoghi e ci sa dire anche le diverse vigne a chi appartengono e che vino danno. Siamo sulle pendici del Timorasso, un vino di alta qualità. Arrivati in cima abbiamo la prima sorpresa: la via è chiusa per dei lavori e non si può scollinare come previsto, dietrofront. Dovrebbero essere ultimati in tempo per il passaggio della tappa (altrimenti verrà studiata un’alternativa).
Ripassato il torrente Curone, fermo l’auto e i due cugni runners si lanciano di corsa nel primo tratto in leggera discesa. Il contachilometri dell’auto segna i 15km/h. Un paio di curve e siamo fuori dal paese, e siccome siamo in collina arriva anche la salita. Da qui in pratica saranno poco meno di sei chilometri tutti in salita fino a Pozzol Groppo. Come auto al seguito cerchiamo di proteggere i due corridori e di trovare l’occasione buona per fare delle foto in azione.
Più prosegue la salita, e più cala la luce, più cala la temperatura. La pioggerella si fa nevischio. In macchina non si suda e così dobbiamo usare il riscaldamento. I cugini Piccinini corrono liberi e da dietro riusciamo a studiarne l’appoggio. Quello di Paolo in particolare è di avanpiede e con le punte in fuori. Comunque corre molto sciolto, mentre Fiorenzo appare in leggero affanno respiratorio ma non rinuncia a chiacchierare: ci indica un castello in lontananza, ma oggi non ci arriveremo.
In cima, il traguardo della prima tappa è l’ingresso del municipio. Paolo ci legge la targa in memoria dei caduti della prima guerra mondiale. Gli ULP-Runners sono accaldati e non sentono il freddo che penetra invece nei nostri giubbotti.
Non essendo una corsa organizzata non c’è il ristoro (ma magari qualcosa si potrà pensare di fare) e non ci si può fare una doccia (anche se su questo punto Fiorenzo ha una sua tecnica collaudata per la bella stagione, ma non so quanto estendibile a tutti). Un altro punto importante è che serviranno delle auto al seguito o già piazzate in zona arrivo per riprendere i partecipanti, visto che l’arrivo non coincide con la partenza della tappa.
Si torna a casa, soddisfatti per la simulazione così ricca di spunti. Anche Paolo è preso dall’entusiasmo (a noi runners basta poco, basta correre!): “abito qui vicino ma quella strada non l’avevo mai fatto di corsa, ci ero passato in auto ma di corsa è diverso”.
Al rientro faccio scorta del vino genuino autoctono: barbera, croatina e cortese (Fiorenzo sa anche come soddisfare queste esigenze). Ne porto a Milano una dozzina di bottiglie per un paio di persone. Doccia e via per la parte finale della simulazione: prova enogastronomica in una vineria di Tortona. Si chiacchiera amabilmente e per dirla con le parole di Fiorenzo “proposte, discussioni, dubbi, tutte tematiche che riguardano il giro, ma che poi ci portano anche a parlare della vita, e della società in cui viviamo”. Neanche ci accorgiamo che nevica, ma tanto siamo caldi dentro.
Federico, inviato ULP
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