Con questo post completo il racconto della lunga giornata del 25 aprile, iniziata con la undicesima tappa del giro UNIAMO LA PROVINCIA al mattino, proseguita in modo emozionante con la partecipazione alla manifestazione dell’anniversario della liberazione, e conclusa con la 12^ tappa Cabella Ligure - Carrega Ligure. Torniamo così al pomeriggio di due giorni fa.
Ci spiace lasciare l’atmosfera della festa della liberazione ma siamo chiamati alla seconda tappa del giorno che ci costringe a declinare l’invito di un reduce a visitare le grotte dove si rifugiò durante la seconda guerra mondiale.
Carrega Ligure, con i suoi 956 m s.l.m., è il comune più alto della provincia di Alessandria, diciamo la cima Coppi di tutti i comuni alessandrini. Negli anni si è spopolato e molte case sono ora in stato di abbandono. Così tempo fa l’amministrazione comunale lanciò il progetto “Case ad 1 euro”: se siete interessati a ristrutturare queste case nel rispetto dell'architettura originale e dell'ambiente in cui furono costruite, potreste acquistarle alla cifra simbolica di 1 Euro. Una zona geografica molto particolare dove in pochi km si incontrano ben quattro province e altrettante regioni. Siamo in Piemonte ma proseguendo alcuni km per la provinciale si entra in Liguria, sull’altro versante siamo già in Emilia Romagna (provincia di Piacenza) e appena prima è terra lombarda: un fantastico incrocio di lingue e culture che rappresenta una vera ricchezza.
Mentre siamo quasi in partenza a Cabella Ligure vediamo giungere a uno dei nostri sostenitori principali il “Mandi”, al secolo Bruno Mandirola da Garbagna, arrivato fin quassù con due compaesani. Con un sostenitore così presente è d’obbligo la foto. Lo ringraziamo, parliamo della manifestazione a cui abbiamo partecipato poche ore prima e della tappa imminente. “Ma ce la fate?” ci chiede uno dei suoi amici, “ma sapete dov’è?”. Lo sappiamo, pensiamo di farcela in 1h30’, comunque non è questione di tempo, vogliamo arrivare fin lassù! Inoltre un rappresentante del comune di Carrega Ligure ci aspetta e gli abbiamo dato appuntamento per le 19.30-19.45. Salutati gli amici garbagnoli iniziamo anche questa tappa.
Io corro con il fazzoletto dell’ANPI, ancora pienamente coinvolto dal clima di questa giornata celebrativa, Paolo fa il ritmo. Il pranzo abbondante si fa sentire, ma valeva proprio la pena di mangiare gli gnocchi al Montebore. Per fortuna la prima parte è abbastanza agevole e iniziamo a carburare ammirando queste montagne così verdi: si vedono frazioni sparse qua e là, molte delle quali sono disabitate , panorama davvero suggestivo. Dopo qualche km, mentre attraversiamo un ponte sul Borbera, Francesco dalla macchina ci indica un piccolo paese lassù quasi alla sommità di un monte: “è quello! ma come ci arrivate?” Con calma, passo dopo passo, rispondo io, Paolo annuisce. In questa immersione totale nella natura i chilometri scorrono abbastanza bene e dopo l’ottavo km affrontiamo il tratto più impegnativo. La pendenza sale veramente e rallentiamo per non andare in crisi; senza forzare saliamo bene. In fondo, dico, sono solo 13 km e ne mancano ancora pochi. In effetti dopo 1,5 km di pendenze importanti ci sembra di correre facile su una strada che comunque sale. Superiamo prima la frazione di Connio e quindi giungiamo a Carrega Ligure in 1h11’20”. Dopotutto non siamo neanche andati male, ma questo è solo un dettaglio, per noi conta arrivare. E proprio mentre ci dissetiamo ci raggiunge Stefano, il “nostro” sindaco nonché compagno di giovinezza e amico fraterno. Ci aveva promesso che sarebbe venuto fin quassù e così è stato! Ne approfittiamo per fare delle foto insieme a lui e a Francesco. Faccio una passeggiata nella piazza del paese e mi disseto presso una fontana, l’acqua di montagna bevuta alla fonte ha un altro sapore! Forse saranno solo suggestioni, ma si vive anche di quelle…
Ed ecco che vediamo giungere Giovanni Chiesa, consigliere comunale, a cui consegniamo il messaggio di Libera. Ci invita a bere e a mangiare a casa sua dove la moglie ci accoglie molto gentilmente, una coppia veramente ospitale. Ci parlano della vita quassù, delle difficoltà ma anche delle bellezze di questi luoghi. Hanno la tavola imbandita di ogni ben di dio e ci invitano per la cena, ma preferiamo fare solo un brindisi perché la strada del ritorno è lunga. Ringraziamo Giovanni e la moglie, un arrivederci a presto.
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