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martedì 28 giugno 2011

60. Il 190° comune

Ai sùma, ci siamo, è arrivato il giorno dell’ultima tappa. Concludiamo questa lunga corsa che ci ha regalato tante emozioni, nuove conoscenze, un arricchimento personale davvero importante, un esperienza che desideravo vivere e che ho (abbiamo) vissuto pienamente. Oggi poi è un giorno particolare anche per un altro motivo: è il mio compleanno e festeggiarlo a conclusione di questo viaggio è davvero gratificante.


Per la prima e l’ultima tappa de UNIAMO LA PROVINCIA ho voluto come accompagnatore ufficiale Stefano, amico fraterno nonché sindaco di Castellar Guidobono; anche qui per dare un senso di unità tra noi che siamo cresciuti assieme. L’appuntamento è per le 9 davanti al municipio di Tortona. Quando arriviamo è già presente l’assessore comunale Adelio Ferrari, poi mano a mano arrivano tutti gli altri: la delegazione degli acquesi capitanata da Maurizio Levo e  Paolo Zucca, la colonna milanese composta da Federico, Francesco e Roberto, e gli affezionati Maura, Fabrizio e  Marco, una bella delegazione di Libera composta da giovani tortonesi, e anche alcuni biker ( tra cui Luciano che ha corso con noi la sera prima). Insomma un bel gruppo!

Via, la carovana del giro si muove in direzione Alessandria (sembra proprio una piccola carovana). Per evitare di percorrere troppi chilometri sulla statale abbiamo deciso di allungare il percorso attraverso tranquille strade di campagna. Dopo 2 km entriamo in una stretta strada piuttosto ombreggiata che ci permette di correre con qualche grado in meno. Al 6° facciamo la prima sosta, siamo al Santuario della Cavallosa, un luogo che suscita in me ricordi lontani: qui ho iniziato un altro percorso di vita che non ha dato i risultati sperati, cose che passano, non ti voltare… Proseguiamo su viali ombreggiati, ma quando l’ombra degli alberi ci lascia sentiamo il sole che già scalda in maniera decisa. La seconda sosta è prevista a San GiulianoNuovo e nella piazzetta della frazione troviamo una fontana e ne approfittiamo per rinfrescarci. Il viaggio prosegue, continuo a  ricevere telefonate, alcune di auguri e altre dagli amici già in postazione ad Alessandria. La carovana si allunga: anche mia sorella ci raggiunge in moto e assieme a  Gianni ci scorta (e fotografa) sino all’arrivo.

Foto della recente rievocazione storica della battaglia
di Marengo (tratta da www.matteocremonini.it)
Siamo nelle campagne che sono state teatro della famosa battaglia di Marengo, la storia è passata di qui. Storia vera e leggenda come quella di Gagliaudo che salvò Alessandria dall’assedio del Barbarossa. Altre ancora raccontano la figura di S. Baudolino, patrono di Alessandria. Mi piacerebbe che il nostro viaggio fosse accompagnato da questi racconti, invece è il caldo ad accompagnare la nostra corsa. Siamo a Castelceriolo, cerchiamo invano una fontana ma per fortuna abbiamo buone scorte d’acqua. Da Alessandria ci chiamano: a che punto siete? Ho annunciato l’arrivo tra le 12 e le 12.30 e siamo in media.  

Nell’ultimo tratto entra in campo anche Maurizio – già ottimo accompagnatore di tappa – che con solamente una settimana di allenamenti tiene il passo. Stiamo per lasciare la strada Grilla ed entrare nella statale. Il tratto più pericoloso è quello sul ponte della Bormida così veniamo scortati da un’auto dei vigili urbani. Alle porte della città (cliccate qui per alcune notedi approfondimento su Alessandria) si aggregano a noi anche Elisa e Daniele. Vediamo l’arco di piazza Genova dove Carlo ci consegna le bandiere di Libera per arrivare in piazza della libertà sventolandole. Percorriamo tutti assieme via Dante, l’emozione sale: non sono mai stato così protagonista di un evento come oggi, le gambe non mi tremano però… Negli ultimi metri corriamo con Antonio ed il piccolo Marco. Ed ecco palazzo Rosso, una folla che ci applaude sancisce la conclusione della corsa che unisce, ci siamo riusciti, eccolo il 190° comune della provincia. All’interno del cortile municipale il sindaco Piercarlo Fabbio, la vicepresidente della provincia Maria Rita Rossa, e altre autorità ci attendono. Vedo molti amici che sono venuti qui, ma anche volti non conosciuti che assistono all’epilogo di questa lunga manifestazione. Saluti, applausi, strette di mano si succedono velocemente. Saliamo sul palco e… appuntamento al prossimo racconto.


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